Carmen
Salamanca: Contaci un po’ latua storia ¿Di che cosa laboraba tuo padre quando sei nato ? ¿Chèricordo c’ai? ¿A quanto anni cominciasti ad andare a scuola?
Miguel
Oscar Menassa: ¿Vuoi che ti
racconti il vero drama della mia vita ?
CS:
Sí.
MOM:
Quando aveva l’etàdi andare a scuola,aicinque anni era in quell’época, mi portarono al collegio José María
Gutiérrez, che era un collegio di signorine,allora , mi portarono al mattino e
sono fugito.
CS:
¿Dove?
MOM:
Sono fugito , me ne sono andato della scuola perchè non voleva stare in una
scuola di signorine.
CS:
¿Pero non avevascuoladiuomini?
MOM:
Sí, pero il collegio stava duecento metri più vicino che il collegio
Almafuerte”, anche si chiamava “Almafuerte”, che era il collegio deibammbini . Fugí delle donne. Dopo, hodovutosopportarli tutta la
mia vita e ho dovuto mantenerle tutta la mia vita, per avere scappato. essere
codardo sempre si paga caro.
CS:
¿Quantos anni avevi lì ?
MOM:
Cinque.
CS:
E dopo ti mandarono ad un’ altro collegio ¿no?
MOM:
Mi mandaroni immediatamente al collegio “Almafuerte” algiorno dopo. Se non avessi andato al “Almafuerte”, mai avessi
conosciuto la zarzaparrilla, che così chiamavano, che era una pianta che e dava
certi legni vuotioSi poteva
accendere e calare.
CS:
¿Fumare?
MOM:
Sí.
CS:
¿La zarzaparrilla?
MOM:
Sí, era moltofacile, perche
passavamo per la casa di una vicina che stava a fianco del collegio e cirubbavamo un pezzo di pianta e quella pianta già serveva per fumare.
CS:
Collegio “Almafuerte” aicinque
anni...
MOM:
Adesso , pensando che quasi muoiodeipolmoni, avessi stato meglio andare al collegio di signorine, perche non
avessi conosciuto la zarzaparrilla.
CS:
¿Quando incominciastia vendere bisutería? ¿Perchè cominciaste a lavorare tanto
giovane?
MOM:
Fui per prima voltaalcárcere alleotto anni, per vendere
nella strada , vendeva foglie di rasura .
CS:
¿Alle otto anni ? ¿E che sucedè?
MOM: Vino la polizía e diede un calcio al mio posto di lavoro perche non gli
aveva dato soldi , immagino. Sicuramente gli avrebbe detto“Vai fan culo”, perche io dichevo molte parolacce quando ero bambino. E
il poliziotto mi prendè , ha rotto il mio posto e mi portò in carcere.
Chiamarono a mio padre, che era un uomo che credeva nel lavoro, era un
lavoratore e per quello non capiva come si poteva portare al sua figli in
carcere per lavorare. Allora fu alla questura e fece un imbroglio tanto grandeche il comisario mi disse:“Guardi,
lei che rasonabile, dica a suo padre che si fermi,perche se no ci lascieremo
dentro a tutte due”. Perche il turco non poteva capire:“se il ragazzo stava laborando, se ci sono tanti delinquenti¿perchècon il bambino?
Voi siete corrotti...”Tante cose
che il comisario disse:“Con te
non andava tanto sul serio, ma portati tuo padre, perche se no ...” ¡Che
risa!
CS:
¿E come ti marcó quello dopo rispetto al lavoro?
MOM:
Imparai che, anche se la policía non ti lascia, si debe lavora lo stesso, se no
¿come mangi? Che, anche se a tua moglie non gli piace che tu sia un trionfatore
, devi trionfare perche, se no,dopo non ai da mangiare. Che, anche se gli amici
ti invidiano perche guadagni denaro , devi guadagnare denaro perche, se no, stà
male non guadagnare denaro , devi guadagnare denaro perche, se no, stà male non
guadagnare denaro. .Che si debe sopportare i sentimenti incontrati delle
persone, se no¿come fai pervivire?
CS:
¿E seguisti vendendo cose?
MOM:
Io tutta la mia vita ho venduto,¿nonvedi
che adesso vendo quadri?
CS:
Bisuterías.
MOM:
Lí, quando mi portarono in carcere agli otto anni , soltanto vendeva fogliette
di barba , dopo dedicai a vendere fantasie perche mi resi conto che le donne
hanno qualcosa di speciale, erano capace di guastare denaro in cose inutili.
Doveva aproffittare comercialmente quello. Mi dedicai a vendere fantasie alle
donne, che compravano qualsiesi porcheria che gli vendessi: “¡hai ché bello,
che bello!” E se la portavano. Lí guadagnava dieci volte in più che mia
madre, che laboraba di infermiera nel ospedale Pena.
Io
ero molto religioso, aiutava al prete, aiutava nella messa, era tanto perffetto
che mi masturbava tutti i giorni per avere qualcosa di raccontare ,perche iodiceva “se non li racconti niente ¿diche lavorava?”Allora, mi faceva la paglia tutto il giorno per
dirglielo. Uno deipreticominciò a picchiarmi con un abanico nella testa mentre mi
domandava:
-Pero
¿ dove vanno quelli che si masturbano tutti i giorni?
E
mi picchiava nella testa ed io gli diceva
-Al
corralone di Don Giuseppe, ed leiripeteva
-Che
no, che ¿ dove vanno quelli che si masturbano tutti i giorni ?
-Va
benea volte mi masturbo nel bagno
– rispondeva io. E mi picchiava nella testa testa e mi picchiava nella testa ,
perche lei voleva che li rispondessi “al inferno” e a me ne anche se me
occorreva, ¿come se mi potevaoccorrere?
CS:
Stavi accanto alla relata :vado dove non mi vedano .
MOM:
Al corralone di Don Giuseppe, gli disse prima , tenendo in conto cheaveva dinunciato a Don Giuseppe, ma va bene.
In
un dire, come fanno le persone vecchie come io, che dicono un mucchio di
sciocchezze,io potrebbe dire che
si lo devo tutto alla chiesa. Chiaro, perche lí feci mie prime cose: conobbe le
prime ragazze, dopo conobbe a un ingenniero che mi disse: “Questo del mondo e
una stupidagine” e mi diedela
esplicazione razionale della creazione del mondo. Iodoveva imparare con lei , era mio maestro e mi lo spiegò tutto. Eallora , chiaro, come per credere in dio... Io aveva tredici anni quando
mi diede la esplicazione e lí efinito
tutto. Credeva avere capito qualcosa e niente,e se fini.
CS:
E se fini ¿ché vuoldire?
MOM:
Che se fini la religione.Arrivai a
pensare scioccheze. Adesso no, adesso penso che e buona. Se il comunismo produce
rachitismo e il capitalismo produce SIDA, infezioni generalizate e ché so’
io, la verità, la Chiesa non è tanto mala, sólo produce trastorni della
identità sessuale. In confronto con il SIDA, il cancro, la fame e che ti
ammazzo, che ti ammazzo, che ti ammazzo, la Chiesa , chupi. Adesso sarebbe
capace di fare una campagna a favore della chiesa. E la famiglia anche , la
famiglia mi sembra qualcosa importante. E che il modo va male, voi non vi
rendeti conto ma anda per il culo.
CS:
¿Quando scriviste il primo poema?
MOM:
Allenove anni. Fu dopodi masturbarmi, disse “Ay, ché vuoto sono”.
CS:
Sempre dici che da molto giovane già avevi letto a Marx, a Freud...
MOM:
Tutto sessuale, perche stavano le amiche di mia sorellache erano più grandi di me. Ed erano belle , avevavo delle tette...
Perche io ero piccolino perocapiva di quello, sapeva quello che erano le tette.
E come leggeva molto, erano molto intelettuali, leggevanoa Faulkner, leggevanoa
Sartre, leggevano a Marx, io alloraincominciai
a leggere , per avere tema di conversazione.
CS:
Per ligar.
MOM:
Dettocosí come lo dice lei, era
importante, erano ragazze molto colte. Perche parlarecon una persona colta ècome
aquistare a una vedette.
CS:
Ci sono foto dove sei con alcuno ragazzi .¿Ricordi qualche amico “raro” de
quella’epoca?
MOM:
Era moltodiffícile innamorarsi
delle donne nel mio quartiere perche súbito i ragazzi fastidiavano a quello che
si fidanzava, era molto difficile , erano molto maschilista.¿Cosa midomandó?
CS:
Su gli amici di quella tempranaepoca.
MOM:
Il quartiere è un aprendissagio ¿sai per ché? Perche nessuno è amico di
nessuno ammeno che serva per qualcosa , cosa che nelle classe un po’ più
elevati è diverso , si può arrivare ad avere amici che non servano a niente.
In un quartiere povero non existe quello, devi servire a qualcosa. E non andati
a credere che erano tutti stronzi.C’era
quello che serviva per conversare, quello che serveva per dare consigli quando
la cosa stava rara, quello che si intendeva di donne, stava quello che si
intendeva di lavoro, c’era quello che sapeva di calcio, quello che sapeva
giocare a i dadi...aveva gente diversa. C’era gente che non serviva a niente,
quella gente che non serviva a niente anche se la faceva servire perche era su
di i quali si facevano tutte le scherzzate. Era una maniera di facerli servire
perche, o se gli doveva Butaré del quartiere, cosa che ne anche si poteva
perche non eravamo poderosi, o gli facevamo servire. Allora, la maniera di farli
servire era che su di loro cadevano tutte le battute del mondo.
CS:
E tú ¿perché cosaservivi?
MOM:
Io ero la signorina, a mepiaceva
molto insultare alla gente.Allora, per non ammazzarmi, mi lo diedero come
personale, come che era mia personalità. Dicevano “Guárdati bene della
signorina”, ed arribaba io e diceva: “¿cosa fai? vacino dellatua madre”. Ed ero l’unico che poteva direquello nel bar, qualsiesi altro prendeva una pugnalata. Come io ero la
signorina , una ragazza, poteva fare quello che voleva , voleva dire quello ,
che a me mi permettevano quello che a me piaceva. Già sapevano che io andrebbe
ad essere il poeta.Io scriveva ai tredici anni,più o meno quando sono entrato
la prima volta al bar, deve essere la stessa epoca.
CS:
¿Ai tredici anni?
MOM:
Ai tredicianni, sono stato dalle
ottofino alle tredici guardando
come giocavano al billardo per la finestra e alle tredici, quando entrai nel
billardo, già vinceva a qualunque.C’era
uno che mi vinceva sempre, era ilRafa.
Soltanto un giorno gli ho vinto. Il billiardo è un gioco molto psichico.
CS:
¿Cosa vuol direche è moltopsíchico?
MOM:
Sí. A Rafa non potevavincerlo e non gli poteva vincere , non poteva vincerlo.Il ragazzo aveva problemi con le ragazze. Allora, un giorno che
giocavamo,ho deciso: incominciai a parlare delle ragazze e lui diventò molto
nervoso e gli ho vinto. Fue l’unica voltache gli ho vinto.Dopo quando giocava con me mi diceva “se parliti ammazzo”. Dopo continuiamo giocando, perchegiocava molto bene, a me
mi piaceva giocare con lui perche con la gente che giocavabene,impari. E lui, dopo di quella volta, mi diceva: “Buongioco, pero se parli una sola parola, ti ammazzo”. Gente buona.
CS:
E lí avevi tredici anni.
MOM:
Quando mi messe i pantalonilunghi.
Sí, lí.
CS:
E lì continuava andando al’Istituto.
MOM:
Sí, come qualsiesi figlio di cristiano.
CS:
E ¿che maestri aveva?
MOM:
Va bene, stava Don Segundo. Don Segundo era un uomo che aveva più o meno, in
quella epoca , circa 95 anni. Io,per lo meno, lo ascoltavo con molta atenzione .
Quello è quello che inventò (io,la prima volta che lo ascoltai, fu in bocca
sua), quando andavo a cercarli dei consigli delle ragazze, ci diceva :”Tira più
un capello divaccino che cento
piedi di bue”. Quello era Don Segundo.
CS:
¿E quando cominciasti a leggere a Freud, a Marx?
MOM:
A William Faulkner aidodici anni.
CS:
¿Gambito di cavallo?
MOM:
No, libri piùforti Sartoris,
Absalon absalon, Mientras yo agonizo, Palmeras salvajes,Los mosquitos, che già era un’opera più facile per la quale
gli diedero ilpremio Nobel. Sartre
si leggeva molto in quella epoca, chi non conosceva a Sartre era un stronzo. Non
era importante essere d’accordo con lui, io non ero dacordo con Sartre, sempre
mi è sembrato molto francese.
CS:
Aveva quel piccolo difetto . Cè una storia che racconti , più tardi, quando
sei andato all’Università.
MOM:
Quello già ero grande, nella Facoltà di Medicina èquello, quando stava facendo la fila periscrivermi nella segretaria, aveva un libro di Dylan Thomas, che è un
poeta, non so’ se lei sa’, allora uno mi domando che era quello libro . “E
una polizíaca”, rispondè e lei mi dice: “Quello non può essere, io le
poliziottili leggo tutte e quella
mai l’hò vista, non può essere” Le dije: “¿Dove abbiti?”, “incentro” –mi disse. “E per quello” glidisse. ¡Cué risa! Quello è stato il mio primo giorno nella Facoltà di
Medicina.
CS:
Molto bromista eri.
MOM:
Va bene, più o meno, anche ero rivoluzionarioQuella è stata la prima volta, la
seconda volta che sono stato in Medicina fu qualchi mesi dopo di avermi iscritto
nelprimo anno .Aveva fatto soltanto
il corso d’ingresso e si armó una rivolta tra la laica e la liberea, perche
l’ Stato voleva aprire l’ Universit libera, che era l’Università privata.
Argentina ha una tradizione universitaria molto importante, sendo l’Università
delloStato, vari premi Nóbel
furono professori della Facoltà di Medicina.Allora, la seconda voltache stato nella Facoltà di Medicina , sono stato penduto di
un balcone , uno sciopero di venti giorni , tutti lottandoper che l’insegnanza continui ad essere laica, perche gli unci che
stavano in condizioni di fare educazione libera,cio’è , privata , era la
Chiesa, per quello si diceva “in difensa di l’ ensegnanza laica”. Una
scioccheza perche io, in più , come vi raccontai prima,ero molto religioso, gli deveva alla Chiesa le mie prime paglie, il primo
conoscimento del mondo...Perche ne anche stà male pensare che cè un creatore ,
se dopo uno può evoluzionare un po’.
CS:Ritorniamo,
tredici anni. Già ci ai raccontato che avevi lettoFaulkner ¿e dopo?
MOM:
Più o meno per quella epoca conobi a Freud, quattordici anni. ¿Sai in ché
libro l’hò conosciuto? Adesso mi sono reso conto quando vi lo racconto a voi,
che può darsi ha avuto influenza nella mia maniera di pensare, Freud, Psicología
de las masas y análisis del yo, una edizione moltopiccola , che c’era soltanto quell testo.
CS:
¿Ché ti e sembrato? ¿Ché ti chiamò più l’atenzione?
MOM:
Che parlasse tanto chiaro nell anno 1921 dello chesuccedeva nel mio quartiere. Quello mi scioccò . Dopo, al’anno
seguente mi seccedè con Marx, “Guarda questo , cóme splica nell’anno del
cazzo quello che sucedeva nel mercato”.
CS:
¿Cosa era quello che succedeva?
MOM:
Che le relazioni erano assimétrici, sempre cera qualcunoche viveva del’altro. Che l ‘amore nonaveva niente a vedere con il lavoro. O si imparava quelle cose prima di
compire i qundici anni o andavi in carcere o qualche luogo così.
CS:
¿Coincide più o meno quello che imparasti allora con quello che ora pensi?
MOM:
Quello è pensare che uno viene fatto dal ventre della mamma. Dopo60 anni¿cóme vado a pensare che penso come prima?
CS:
¿Cosa perdura di quello?
MOM:
¿Vuoi sapere cosaperdura in verità del quartiere? Che alle donne mai si deve
dire no.
CS:
¿Perché?
MOM:
Perche una volta che gli dici di no, già mai più ti usano per niente.
CS:
¿Ché si sfumó per sempre?
MOM:
Mia fanciulleza.
CS:
¿Fui felice, fu una fanciulleza felice ?
MOM:
¿Quando ero bambino? Sí, eravamo gli uncí privilegiati,per quello io sono
peronista. Perchè non so’ si Perònha
fatto bene le cose , ma come io ero bambino e fu un gobernó dove gli uncí
privilegiati erano i bambini...Avevamo regali, ti trattavano bene nella scuola,
se tuo papà ti picchisvs lo dinnunciavi e andava in carcere. Non so’ se si può
vivere una infancia più felice di quella che hanno vissuto gli piccoli
argentini quando gobernaba Peròn.
CS:
¿Qualche ricordo di tua madre?
MOM:
Io non la ricordo piangendo a mia madre, la ricordo bailando, cantando.
CS:
¿E di tuo padre? ¿Quandoe venuto
tuo padre alla Argentina?
MOM:
Loro arrivarono alla Argentina del Líbano quando mio padre era giovanissimo, il
fratello magiore aveva quache anno più di lei, aveva 18 anni, lei aveva 10
anni. Allora mio nonno, che sembra che era una persona molto colta, li toccó
andare al centro di Buenos Aires non sò perché motivo e si è perso ,e allora incominciò a domandarein
francese, in arabo, in inglese, in russo e nessuno lo capiì. Un uomo alla fine
gli diede una lemosina perche credeva che il turcochiedeva lemosina e il turco si è sentito tanto offeso cheprendè a tutta la famigliae
la portò via e il fratello Maggiore de mio padre disse: no, io non me nevado, io rimango. Mio padreritornò
col suo padre ma avendo13 anni
falsificó suoidocumentie viagió alla Argentina con suo fratello.
Il
primo lavoro cheha avuto lo lacio
inmediatamente. Il fratello li trovò un lavoro in una fabbrica di ombrelle, la
prima cosa che a dovuto fare era portare due ombrelle alla casa di non so’ chi
, ed incominciò a pioveremolto
forte e il turco non capiva quella crudeltà, lei veniva di una famiglia ricca, allora non capiva perchè , avendo due ombrelle nel pacco , lei si
doveva bagnare, se era figlio di sua madre e suo padre. Allora prendè e usò
l’ombrello e rinunciò, per quello dopo si dedicò a lavorare per conto suo.
Adolescente
pescatore di innamorate vecchie
grande pescatore di trufe
di ragazze allegri come il sole
di alcuna posta per giocarsi l’anima.
Io, grande cacciatore
grande guidatore di reti solitarie
di reti per la solitudine
di reti speciali
per andare a caccia di
tímidicuori.
Stancodi
vedere morire
caldi
tanta gente
un’ estate di pomeriggi
per i giardini pubblici
per le strade púbbliche
per i bagnipúbblici
mettè mie reti silenziosi.
Dopomi
disse
il tempo è necessario
mi consigliai
prendere café senza nessun latte
tutte le mattine.
Mi consigliai sedermi
gli dissi ad una donna
che si sedessi accanto a me.
Tuo culo fresco
gli dissi
soprala
terra fresco.
Cidiedimo
un gran bacio d’amore.
Leimi
racconto suoi maniere diintrattenere la solitudine.
Mostrare sue gambe o muoverli
secondo il freddo onostri abbitudini,
sederci a fianco di un uomo
e lasciarci toccare
fino asentire
la necesstà di esser emammi.
A volte , sicapisce
vendemmo perle agli uomini
un po’ pazzi, perdutinel sole.
Perle orientali
perle bianche d’amore
pezzettidi
perle, disposte
generalmente sopranostro
ventre
perle, in fine, in forma di collani a due volte
per strangolare meglio
sí
mi disse
perle violente.
In
verità oggi lo conffeserò tutto per prima volta.
Sono natoin un quartiere.
"Ho cresciuto nelle sue marciapiedi,
un giorno alze vuolo sognando trionfare".
Oggi non posso ritornare, ne povero, ne vinto.
Ho
sulla scrivania alcune fotografie,
carte e poemi. Mia sorte èdecisa.
Giocava
alle canicaspiù o meno,
vinceva con alcuni, perdeva con alcuni.
Non
scalai mai un albero.
Mi davaverttigine l’ amaca e il
tobogano.
Giocava beneal monte e alla troia e alla rayuela gicava con la Negra
e la Lita.
Loro mi toccavano e a volte io li tocava.
Ogni
volta che apriva gli occhi
mi rendeva conto che per me, non aveva avvenire.
Ero molto magro,
guardava sempre di fronte e sorrideva.
Dopo
venne il bigliardo.
Riposava mia mano sulla stoffa con fermezza,
come conle donne, senza
contemplazioni
Lasciava che la sigaretta mi bruciara la bocca,
mi faceva il distratto e guardava ai rivali.
Mia maniera di andare era subblime. Vinceva quasi sempre.
Quando gicava al bigliardo ero irressistibile.
Fumava
Fontanares
e sognava durante tutto il giornocon
una vecchia rica;
voleva conoceré ilmare,
avessi dato la mia vita per un giorno nel mare.
Ricordo
tutto a pieno sole,
il sole nelleorecchie, dentro
della cammicia,
sotto le braccia, tra le gambe, i piedi pieni di sole.
Una
donna mi disse vecchietto e mipulì il naso.
Dopo
non mi crederono, volevano vedere le prove.
Ho sopra la mia scrivania alcune fotografie
una máchina, la lámpada votiva,
carte e poemi. Mia sorte èdecisa.
Il
tango lo aballavapiù o meno,
con alcune donne poteva,
con alcune donne non poteva.
Peroaveva uno sguardo,
una tristezza nello sguardoe
scriveva poemi.
Quando
fu necessario cresceree disciplinarsi
ho cresciuto e mi mettè la nostalgia nello sguardo.
La disciplina viene sola.
Imparai
a guardare di fianco
a provocare catástrofi eda ringiovanire.
Mi diedero un diploma.
Alcune
persone vengono a domandarmi per la crescita
e la disciplina.
Vi dico che il diploma lh’oguardato
in una tasca della scrivania doveguardo,
la fotografía dei morti.
Ho
deciso allora , avere più coragio,
praticare un deporte violento.
Ritornare aiguanti.
Essere un trionfatore.
Scrisse
alcuni poemi riguardo di quello.
Del
passato è stato dimanticato il viso
mio sguardo di furbo.
Del passato,
rimasse
la cadenza.
Dopo
fuitogliendo
della mia testa il sole, le sciocche illusioni.
Dammi
tuo pane e mia allegría era essere tuo pane.
Dammi tuo latte e mia allegría era darti mio latte.
Dammituo
sangue eavemmo
figli.
Dammi tuo pensiero eti pensava.
Dammi tua anima ed io ti raccontava miei sogni.
Dammi tuo pane, tua libertà, tuo pensiero
ed io ti dedicava poesie.
Dammi
tuo latteamore,
dammi tuo latte
e mia allegría era darti mia carne e mio sangue
e ti raccontava miei sogni.
Dammi tuo piacere ed io ti chiedeva tua libertà.
Dammi mia libertà edio ti domandavaper il piacere.
Dammituo
esssere, tuoproprio
esssere, il vero
ed io mimettè
in quattro gambe.
Dammi
tuoio,
quello che non ti serve per niente.
Allora io ti disse, amore mio, ritornami tutto
io non posso.
L’
enemico è pericoloso.
Tiene una machiina di creare illussioni.
L’enemico
è pericoloso,
tiene una machina di riprodurre illussioni.
L’enemico,
ha leggi che rigolamentano
l’acumulazione di illussioni.
La
poesía,
úsila,
¡Buon arma contro l ‘enemico!
12giugno di 1977
E
necessario rompere l’equilibrio
si debe chiamare all’ordine alle forse del ‘ordene.
Si devetemere
delleinnocenti,
gliinnocentihanno ordine di tirare perammazzare.