Rivista settimanale per Internet Indio Grigio
Nº 89. ANNO 2001 GIOVE
DÌ 
7 FEBBRAIO

 

 FONDE - DIRIGE - SCRIVE E CORRISPONDE: MENASSA 2002

NON SAPPIAMO PARLARE MA LO FACCIAMO IN VARIE LINGUE
SPAGNOLO, FRANCESE, INGLESE, TEDESCO
ARABO, PORTOGHESE, ITALIANO E CATALANO

La danza Interminable

INDIO GRIGIO È PRODOTTO
DI UNA FUSIONE
LA LUCENTEZZA DELLA COSA GRIGIA
E
L'INDIO DEL JARAMA
LA FUSIONE CON PIÙ FUTURO DEL SECOLO
XXI

 indio grigio


INDIO GRIGIO Nº 89

ANNO II

L’Indio risponde
Domenica , 3  febbraio di 2002

Carmen Salamanca: Contaci un po’ la  tua storia ¿Di che cosa laboraba tuo padre quando sei nato ? ¿Chè  ricordo c’ai? ¿A quanto anni cominciasti ad andare a scuola?

Miguel Oscar Menassa: ¿Vuoi che ti racconti il vero drama della mia vita ?

CS: Sí.

MOM: Quando aveva l’età  di andare a scuola,  ai  cinque anni era in quell’época, mi portarono al collegio José María Gutiérrez, che era un collegio di signorine,allora , mi portarono al mattino e sono fugito.

CS: ¿Dove?

MOM: Sono fugito , me ne sono andato della scuola perchè non voleva stare in una scuola di signorine.

CS: ¿Pero non aveva  scuola  di  uomini?

MOM: Sí, pero il collegio stava duecento metri più vicino che il collegio Almafuerte”, anche si chiamava “Almafuerte”, che era il collegio dei  bammbini . Fugí delle donne. Dopo, ho  dovuto  sopportarli tutta la mia vita e ho dovuto mantenerle tutta la mia vita, per avere scappato. essere codardo sempre si paga caro.

CS: ¿Quantos anni avevi lì ?

MOM: Cinque.

CS: E dopo ti mandarono ad un’ altro collegio ¿no?

MOM: Mi mandaroni immediatamente al collegio “Almafuerte” al  giorno dopo. Se non avessi andato al “Almafuerte”, mai avessi conosciuto la zarzaparrilla, che così chiamavano, che era una pianta che e dava certi legni vuotio  Si poteva accendere e calare.

CS: ¿Fumare?

MOM: Sí.

CS: ¿La zarzaparrilla?

MOM: Sí, era molto  facile, perche passavamo per la casa di una vicina che stava a fianco del collegio e ci  rubbavamo un pezzo di pianta e quella pianta già serveva per fumare.

CS: Collegio “Almafuerte” ai  cinque anni...

MOM: Adesso , pensando che quasi muoio  dei  polmoni, avessi stato meglio andare al collegio di signorine, perche non avessi conosciuto la zarzaparrilla.

CS: ¿Quando incominciasti  a vendere bisutería? ¿Perchè cominciaste a lavorare tanto giovane  ?

MOM: Fui per prima volta  al  cárcere alle  otto anni  , per vendere nella strada , vendeva foglie di rasura .

CS: ¿Alle otto anni ? ¿E che sucedè  ?

MOM: Vino la polizía e diede un calcio al mio posto di lavoro perche non gli aveva dato soldi , immagino. Sicuramente gli avrebbe detto   “Vai fan culo  ”, perche io dichevo molte parolacce quando ero bambino. E il poliziotto mi prendè , ha rotto il mio posto e mi portò in carcere. Chiamarono a mio padre, che era un uomo che credeva nel lavoro, era un lavoratore e per quello non capiva come si poteva portare al sua figli in carcere per lavorare. Allora fu alla questura e fece un imbroglio tanto grande  che il comisario mi disse:  “Guardi, lei che rasonabile, dica a suo padre che si fermi,perche se no ci lascieremo dentro a tutte due”. Perche il turco non poteva capire:  “se il ragazzo stava laborando, se ci sono tanti delinquenti  ¿perchè  con il bambino? Voi siete corrotti...”  Tante cose che il comisario disse:  “Con te non andava tanto sul serio, ma portati tuo padre, perche se no ...” ¡Che risa!

CS: ¿E come ti marcó quello dopo rispetto al lavoro?

MOM: Imparai che, anche se la policía non ti lascia, si debe lavora lo stesso, se no ¿come mangi? Che, anche se a tua moglie non gli piace che tu sia un trionfatore , devi trionfare perche, se no,dopo non ai da mangiare. Che, anche se gli amici ti invidiano perche guadagni denaro , devi guadagnare denaro perche, se no, stà male non guadagnare denaro , devi guadagnare denaro perche, se no, stà male non guadagnare denaro. .Che si debe sopportare i sentimenti incontrati delle persone, se no¿come fai per  vivire?

CS: ¿E seguisti vendendo cose?

MOM: Io tutta la mia vita ho venduto,¿non  vedi che adesso vendo quadri?

CS: Bisuterías.

MOM: Lí, quando mi portarono in carcere agli otto anni , soltanto vendeva fogliette di barba , dopo dedicai a vendere fantasie perche mi resi conto che le donne hanno qualcosa di speciale, erano capace di guastare denaro in cose inutili. Doveva aproffittare comercialmente quello. Mi dedicai a vendere fantasie alle donne, che compravano qualsiesi porcheria che gli vendessi: “¡hai ché bello, che bello!” E se la portavano. Lí guadagnava dieci volte in più che mia madre, che laboraba di infermiera nel ospedale Pena.

Io ero molto religioso, aiutava al prete, aiutava nella messa, era tanto perffetto che mi masturbava tutti i giorni per avere qualcosa di raccontare ,perche io  diceva “se non li racconti niente ¿di  che lavorava?”Allora, mi faceva la paglia tutto il giorno per dirglielo. Uno dei  preti  cominciò a picchiarmi con un abanico nella testa mentre mi domandava:

-Pero ¿ dove vanno quelli che si masturbano tutti i giorni  ?

E mi picchiava nella testa ed io gli diceva

-Al corralone di Don Giuseppe, ed lei  ripeteva

-Che no, che ¿ dove vanno quelli che si masturbano tutti i giorni ?

-Va bene  a volte mi masturbo nel bagno – rispondeva io. E mi picchiava nella testa testa e mi picchiava nella testa , perche lei voleva che li rispondessi “al inferno” e a me ne anche se me occorreva  , ¿come se mi poteva  occorrere?

CS: Stavi accanto alla relata :vado dove non mi vedano .

MOM: Al corralone di Don Giuseppe, gli disse prima , tenendo in conto che  aveva dinunciato a Don Giuseppe, ma va bene.

In un dire, come fanno le persone vecchie come io, che dicono un mucchio di sciocchezze,  io potrebbe dire che si lo devo tutto alla chiesa. Chiaro, perche lí feci mie prime cose: conobbe le prime ragazze, dopo conobbe a un ingenniero che mi disse: “Questo del mondo e una stupidagine” e mi diede  la esplicazione razionale della creazione del mondo. Io  doveva imparare con lei , era mio maestro e mi lo spiegò tutto. E  allora , chiaro, come per credere in dio... Io aveva tredici anni quando mi diede la esplicazione e lí e  finito tutto. Credeva avere capito qualcosa e niente,e se fini.

CS: E se fini ¿ché vuol  dire?

MOM: Che se fini la religione.  Arrivai a pensare scioccheze. Adesso no, adesso penso che e buona. Se il comunismo produce rachitismo e il capitalismo produce SIDA, infezioni generalizate e ché so’ io, la verità, la Chiesa non è tanto mala, sólo produce trastorni della identità sessuale. In confronto con il SIDA, il cancro, la fame e che ti ammazzo, che ti ammazzo, che ti ammazzo, la Chiesa , chupi. Adesso sarebbe capace di fare una campagna a favore della chiesa. E la famiglia anche , la famiglia mi sembra qualcosa importante. E che il modo va male, voi non vi rendeti conto ma anda per il culo.

CS: ¿Quando scriviste il primo poema?

MOM: Alle  nove anni. Fu dopo  di masturbarmi, disse “Ay, ché vuoto sono”.

CS: Sempre dici che da molto giovane già avevi letto a Marx, a Freud...

MOM: Tutto sessuale, perche stavano le amiche di mia sorella  che erano più grandi di me. Ed erano belle , avevavo delle tette... Perche io ero piccolino perocapiva di quello, sapeva quello che erano le tette. E come leggeva molto, erano molto intelettuali, leggevano  a Faulkner, leggevano  a Sartre, leggevano a Marx, io allora  incominciai a leggere , per avere tema di conversazione.

CS: Per ligar.

MOM: Detto  cosí come lo dice lei, era importante, erano ragazze molto colte. Perche parlare  con una persona colta è  come aquistare a una vedette.

CS: Ci sono foto dove sei con alcuno ragazzi .¿Ricordi qualche amico “raro” de quella’epoca?

MOM: Era molto  diffícile innamorarsi delle donne nel mio quartiere perche súbito i ragazzi fastidiavano a quello che si fidanzava, era molto difficile , erano molto maschilista.¿Cosa mi  domandó?

CS: Su gli amici di quella temprana  epoca.

MOM: Il quartiere è un aprendissagio ¿sai per ché? Perche nessuno è amico di nessuno ammeno che serva per qualcosa , cosa che nelle classe un po’ più elevati è diverso , si può arrivare ad avere amici che non servano a niente. In un quartiere povero non existe quello, devi servire a qualcosa. E non andati a credere che erano tutti stronzi.  C’era quello che serviva per conversare, quello che serveva per dare consigli quando la cosa stava rara, quello che si intendeva di donne, stava quello che si intendeva di lavoro, c’era quello che sapeva di calcio, quello che sapeva giocare a i dadi...aveva gente diversa. C’era gente che non serviva a niente, quella gente che non serviva a niente anche se la faceva servire perche era su di i quali si facevano tutte le scherzzate. Era una maniera di facerli servire perche, o se gli doveva Butaré del quartiere, cosa che ne anche si poteva perche non eravamo poderosi, o gli facevamo servire. Allora, la maniera di farli servire era che su di loro cadevano tutte le battute del mondo.

CS: E tú ¿perché cosa  servivi?

MOM: Io ero la signorina, a me  piaceva molto insultare alla gente.Allora, per non ammazzarmi, mi lo diedero come personale, come che era mia personalità. Dicevano “Guárdati bene della signorina”, ed arribaba io e diceva: “¿cosa fai? vacino della  tua madre”. Ed ero l’unico che poteva dire  quello nel bar, qualsiesi altro prendeva una pugnalata. Come io ero la signorina , una ragazza, poteva fare quello che voleva , voleva dire quello , che a me mi permettevano quello che a me piaceva. Già sapevano che io andrebbe ad essere il poeta.Io scriveva ai tredici anni,più o meno quando sono entrato la prima volta al bar, deve essere la stessa epoca.

CS: ¿Ai tredici anni?

MOM: Ai tredici  anni, sono stato dalle otto  fino alle tredici guardando come giocavano al billardo per la finestra e alle tredici, quando entrai nel billardo, già vinceva a qualunque.  C’era uno che mi vinceva sempre, era il  Rafa. Soltanto un giorno gli ho vinto. Il billiardo è un gioco molto psichico.

CS: ¿Cosa vuol dire  che è molto   psíchico?

MOM: Sí. A Rafa non poteva  vincerlo e non gli poteva vincere , non poteva vincerlo.  Il ragazzo aveva problemi con le ragazze. Allora, un giorno che giocavamo,ho deciso: incominciai a parlare delle ragazze e lui diventò molto nervoso e gli ho vinto. Fue l’unica volta  che gli ho vinto.  Dopo quando giocava con me mi diceva “se parli  ti ammazzo”. Dopo continuiamo giocando, perchegiocava molto bene, a me mi piaceva giocare con lui perche con la gente che giocava  bene,impari. E lui, dopo di quella volta, mi diceva: “Buon  gioco, pero se parli una sola parola, ti ammazzo”. Gente buona.

CS: E lí avevi tredici anni.

MOM: Quando mi messe i pantaloni  lunghi. Sí, lí.

CS: E lì continuava andando al’Istituto.

MOM: Sí, come qualsiesi figlio di cristiano.

CS: E ¿che maestri aveva?

MOM: Va bene, stava Don Segundo. Don Segundo era un uomo che aveva più o meno, in quella epoca , circa 95 anni. Io,per lo meno, lo ascoltavo con molta atenzione . Quello è quello che inventò (io,la prima volta che lo ascoltai, fu in bocca sua), quando andavo a cercarli dei consigli delle ragazze, ci diceva :”Tira più un capello di  vaccino che cento piedi di bue”. Quello era Don Segundo.

CS: ¿E quando cominciasti a leggere a Freud, a Marx?

MOM: A William Faulkner ai  dodici anni.

CS: ¿Gambito di cavallo?

MOM: No, libri più  forti Sartoris, Absalon absalon, Mientras yo agonizo, Palmeras salvajes,  Los mosquitos, che già era un’opera più facile per la quale gli diedero il  premio Nobel. Sartre si leggeva molto in quella epoca, chi non conosceva a Sartre era un stronzo. Non era importante essere d’accordo con lui, io non ero dacordo con Sartre, sempre mi è sembrato molto francese.

CS: Aveva quel piccolo difetto . Cè una storia che racconti , più tardi, quando sei andato all’Università.

MOM: Quello già ero grande, nella Facoltà di Medicina è  quello, quando stava facendo la fila per  iscrivermi nella segretaria, aveva un libro di Dylan Thomas, che è un poeta, non so’ se lei sa’, allora uno mi domando che era quello libro . “E una polizíaca”, rispondè e lei mi dice: “Quello non può essere, io le poliziotti  li leggo tutte e quella mai l’hò vista, non può essere” Le dije: “¿Dove abbiti?”, “in  centro” –mi disse. “E per quello” gli  disse. ¡Cué risa! Quello è stato il mio primo giorno nella Facoltà di Medicina.

CS: Molto bromista eri.

MOM: Va bene, più o meno, anche ero rivoluzionarioQuella è stata la prima volta, la seconda volta che sono stato in Medicina fu qualchi mesi dopo di avermi iscritto nel primo anno .Aveva fatto soltanto il corso d’ingresso e si armó una rivolta tra la laica e la liberea, perche l’ Stato voleva aprire l’ Universit libera, che era l’Università privata. Argentina ha una tradizione universitaria molto importante, sendo l’Università dello  Stato, vari premi Nóbel furono professori della Facoltà di Medicina.Allora, la seconda volta  che stato nella Facoltà di Medicina , sono stato penduto di un balcone , uno sciopero di venti giorni , tutti lottando  per che l’insegnanza continui ad essere laica, perche gli unci che stavano in condizioni di fare educazione libera,cio’è , privata , era la Chiesa, per quello si diceva “in difensa di l’ ensegnanza laica”. Una scioccheza perche io, in più , come vi raccontai prima,  ero molto religioso, gli deveva alla Chiesa le mie prime paglie, il primo conoscimento del mondo...Perche ne anche stà male pensare che cè un creatore , se dopo uno può evoluzionare un po’.

CS:Ritorniamo, tredici anni. Già ci ai raccontato che avevi letto  Faulkner ¿e dopo?

MOM: Più o meno per quella epoca conobi a Freud, quattordici anni. ¿Sai in ché libro l’hò conosciuto? Adesso mi sono reso conto quando vi lo racconto a voi, che può darsi ha avuto influenza nella mia maniera di pensare, Freud, Psicología de las masas y análisis del yo, una edizione molto  piccola , che c’era soltanto quell testo.

CS: ¿Ché ti e sembrato  ? ¿Ché ti chiamò più l’atenzione?

MOM: Che parlasse tanto chiaro nell anno 1921 dello che  succedeva nel mio quartiere. Quello mi scioccò . Dopo, al’anno seguente mi seccedè con Marx, “Guarda questo , cóme splica nell’anno del cazzo quello che sucedeva nel mercato”.

CS: ¿Cosa era quello che succedeva?

MOM: Che le relazioni erano assimétrici, sempre cera qualcuno  che viveva del’altro. Che l ‘amore non  aveva niente a vedere con il lavoro. O si imparava quelle cose prima di compire i qundici anni o andavi in carcere o qualche luogo così.

CS: ¿Coincide più o meno quello che imparasti allora con quello che ora pensi?

MOM: Quello è pensare che uno viene fatto dal ventre della mamma. Dopo  60 anni¿cóme vado a pensare che penso come prima?

CS: ¿Cosa perdura di quello?

MOM: ¿Vuoi sapere cosa  perdura in verità del quartiere? Che alle donne mai si deve dire no. 

CS: ¿Perché?

MOM: Perche una volta che gli dici di no, già mai più ti usano per niente.

CS: ¿Ché si sfumó per sempre?

MOM: Mia fanciulleza.

CS: ¿Fui felice, fu una fanciulleza felice ?

MOM: ¿Quando ero bambino? Sí, eravamo gli uncí privilegiati,per quello io sono peronista. Perchè non so’ si Peròn  ha fatto bene le cose , ma come io ero bambino e fu un gobernó dove gli uncí privilegiati erano i bambini...Avevamo regali, ti trattavano bene nella scuola, se tuo papà ti picchisvs lo dinnunciavi e andava in carcere. Non so’ se si può vivere una infancia più felice di quella che hanno vissuto gli piccoli argentini quando gobernaba Peròn. 

CS: ¿Qualche ricordo di tua madre?

MOM: Io non la ricordo piangendo a mia madre, la ricordo bailando, cantando.

CS: ¿E di tuo padre? ¿Quando  e venuto tuo padre alla Argentina?

MOM: Loro arrivarono alla Argentina del Líbano quando mio padre era giovanissimo, il fratello magiore aveva quache anno più di lei, aveva 18 anni, lei aveva 10 anni. Allora mio nonno, che sembra che era una persona molto colta, li toccó andare al centro di Buenos Aires non sò perché motivo e si è perso ,  e allora incominciò a domandare  in francese, in arabo, in inglese, in russo e nessuno lo capiì. Un uomo alla fine gli diede una lemosina perche credeva che il turco  chiedeva lemosina e il turco si è sentito tanto offeso che  prendè a tutta la famiglia  e la portò via e il fratello Maggiore de mio padre disse: no, io non me ne  vado, io rimango. Mio padre  ritornò col suo padre ma avendo  13 anni falsificó suoi  documenti  e viagió alla Argentina con suo fratello.

Il primo lavoro che  ha avuto lo lacio inmediatamente. Il fratello li trovò un lavoro in una fabbrica di ombrelle, la prima cosa che a dovuto fare era portare due ombrelle alla casa di non so’ chi , ed incominciò a piovere  molto forte e il turco non capiva quella crudeltà, lei veniva di una famiglia ricca  , allora non capiva perchè , avendo due ombrelle nel pacco , lei si doveva bagnare, se era figlio di sua madre e suo padre. Allora prendè e usò l’ombrello e rinunciò, per quello dopo si dedicò a lavorare per conto suo.  

ADOLESCENTE PESCATORE  DI INNAMORATE VECCHIE

Adolescente pescatore di innamorate vecchie
grande pescatore di trufe
di ragazze allegri come il sole
di alcuna posta per giocarsi l’anima.
Io, grande cacciatore
grande guidatore di reti solitarie
di reti per la solitudine
di reti speciali
per andare a caccia di
tímidi  cuori.
Stanco  di vedere morire
caldi
tanta gente
un’ estate di pomeriggi
per i giardini pubblici
per le strade púbbliche
per i bagni  púbblici
mettè mie reti silenziosi.
Dopo  mi disse
il tempo è necessario
mi consigliai
prendere café senza nessun latte 
tutte le mattine.
Mi consigliai sedermi
gli dissi ad una donna
che si sedessi accanto a me.
Tuo culo fresco
gli dissi
sopra  la terra fresco.
Ci  diedimo un gran bacio d’amore.
Lei  mi racconto suoi maniere di  intrattenere la solitudine.
Mostrare sue gambe o muoverli 
secondo il freddo o  nostri abbitudini,
sederci a fianco di un uomo 
e lasciarci toccare
fino a  sentire la necesstà di esser emammi.
A volte , si  capisce
vendemmo perle agli uomini
un po’ pazzi, perduti  nel sole. 
Perle orientali
perle bianche d’amore
pezzetti  di perle, disposte
generalmente sopra  nostro ventre
perle, in fine, in forma di collani a due volte
per strangolare meglio

mi disse
perle violente.

8  giugno de 1977

CARA:

In verità oggi lo conffeserò tutto per prima volta.
Sono nato  in un quartiere.
                            "Ho cresciuto nelle sue marciapiedi, 
un giorno alze vuolo sognando trionfare".
Oggi non posso ritornare, ne povero, ne vinto.

Ho sulla scrivania alcune fotografie,
carte e poemi. Mia sorte è  decisa.

Giocava alle canicaspiù o meno,
vinceva con alcuni, perdeva con alcuni. 

Non scalai mai un albero.
Mi dava  verttigine l’ amaca e il tobogano.
Giocava bene  al monte e alla troia 

e alla rayuela gicava con la Negra e la Lita.
Loro mi toccavano e a volte io li tocava. 

Ogni volta che apriva gli occhi
mi rendeva conto che per me, non aveva avvenire.
Ero molto magro,
guardava sempre di fronte e sorrideva. 

Dopo venne il bigliardo.
Riposava mia mano sulla stoffa con fermezza, 
come con  le donne, senza contemplazioni
Lasciava che la sigaretta mi bruciara la bocca,
mi faceva il distratto e guardava ai rivali.
Mia maniera di andare era subblime. Vinceva quasi sempre.
Quando gicava al bigliardo ero irressistibile.

Fumava Fontanares
e sognava durante tutto il giorno  con una vecchia rica;
voleva conoceré il  mare,
avessi dato la mia vita per un giorno nel mare. 

Ricordo tutto a pieno sole,
il sole nelle  orecchie, dentro della cammicia,
sotto le braccia, tra le gambe, i piedi pieni di sole.

Una donna mi disse vecchietto e mipulì il naso.

Dopo non mi crederono, volevano vedere le prove.
Ho sopra la mia scrivania alcune fotografie 
una máchina, la lámpada votiva,
carte e poemi. Mia sorte è  decisa.

Il tango lo aballavapiù o meno,
con alcune donne poteva,
con alcune donne non poteva.
Peroaveva uno sguardo,
una tristezza nello sguardo  e scriveva poemi.

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10  giugno di 1977

Quando fu necessario crescere  e disciplinarsi
ho cresciuto e mi mettè la nostalgia nello sguardo.
La disciplina viene sola.

Imparai a guardare di fianco
a provocare catástrofi ed  a ringiovanire.
Mi diedero un diploma.

Alcune persone vengono a domandarmi per la crescita
    e la disciplina.
Vi dico che il diploma lh’o  guardato
in una tasca della scrivania dove  guardo,
la fotografía dei morti.

Ho deciso allora , avere più coragio,
praticare un deporte violento.
Ritornare ai  guanti. Essere un trionfatore.

Scrisse alcuni poemi riguardo di quello.

Del passato è stato dimanticato il viso
mio sguardo di furbo.
Del passato,
                 rimasse la cadenza.

Dopo
fui  togliendo della mia testa il sole, le sciocche illusioni.

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EROTISMO O PORNOGRAFIA?

13 giugno di 1977

Dammi tuo pane e mia allegría era essere tuo pane.
Dammi tuo latte e mia allegría era darti mio latte.
Dammi  tuo sangue e  avemmo figli.
Dammi tuo pensiero e  ti pensava.
Dammi tua anima ed io ti raccontava miei sogni.
Dammi tuo pane, tua libertà, tuo pensiero
ed io ti dedicava poesie.

Dammi tuo latte  amore, dammi tuo latte
e mia allegría era darti mia carne e mio sangue
e ti raccontava miei sogni.
Dammi tuo piacere ed io ti chiedeva tua libertà.
Dammi mia libertà ed  io ti domandava  per il piacere.
Dammi  tuo esssere, tuo  proprio esssere, il vero
ed io mi  mettè in quattro gambe.

Dammi tuo  io, quello che non ti serve per niente.
Allora io ti disse, amore mio, ritornami tutto
io non posso.

 

Lei che cosa pensa?

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 QUALCOSA DI POLITICA O RACCOLTA DI SPAZZATURA

11  giugno di 1977

L’ enemico è pericoloso.
Tiene una machiina di creare illussioni.

L’enemico è pericoloso,
tiene una machina di riprodurre illussioni.

L’enemico,
ha leggi che rigolamentano
l’acumulazione di illussioni.

La poesía,
                  úsila,
                            ¡Buon arma contro l ‘enemico!

12  giugno di 1977

E necessario rompere l’equilibrio
si debe chiamare all’ordine alle forse del ‘ordene.
Si deve  temere delle  innocenti,
gli  innocenti  hanno ordine di tirare per  ammazzare.

9 de giugno di 1977

CARI:

Aspetterò intranquillo
credendo che tutto succederá.
Sarò coragioso
penserò che la morte e inevitabile.

Cresceranno
con una violenza inusitada
alcuni fiori.

Nuove parole ci annuncieranno
l ‘accadere di altri odori.
Nuovi  uomini.
                           Feste dil  cuore.

Indio Grigio


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Da Lunedì  a Sábato dalle 
19 alle 21 hs.
Domenica.- 12 a 14 hs


 

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