Rivista settimanale per Internet Indio Grigio
Nº 85. ANNO 2002 GIOVE
DÌ  10 GENNAIO

 

 FONDE - DIRIGE - SCRIVE E CORRISPONDE: MENASSA 2002

NON SAPPIAMO PARLARE MA LO FACCIAMO IN VARIE LINGUE
SPAGNOLO, FRANCESE, INGLESE, TEDESCO
ARABO, PORTOGHESE, ITALIANO E CATALANO

La danza Interminable

INDIO GRIGIO È PRODOTTO
DI UNA FUSIONE
LA LUCENTEZZA DELLA COSA GRIGIA
E
L'INDIO DEL JARAMA
LA FUSIONE CON PIÙ FUTURO DEL SECOLO
XXI

 indio grigio


INDIO GRIGIO Nº 85

ANNO II

EDITRICE

MIEI  PIANTI

Ho rotto tante brezze col mio pianto,
ho pianto rompere fino al mattino
e rompendo il mare piangè bravío
e il mondo conquistai  con questo pianto.

Pianto d’amore, pianto di furia, tonto llanto.
Inchiodato nel dolore   degli altri piangè di spanto.
Aperto al mio dolore, vertí piangeva.
Ti amaba tanto, che anche d’ amore piangé.

E dipo le vendimmie, il vino turbio,
la lácrima rubino, diamante innamorato,
tuo corpo come caduto pero volando.

Ogni pianto mi ricorda un amore,
tutti i pianti soltanto uno,piangendo. 

Strappo di miei occhi le ultime perle
e me gli mangio come per seguire piangendo.

Pinangendo come un bue, vacca, ternera decapitata.

Acquario  disterrato dell ‘acqua,
piango questi ferri vecchi, ruggime piango,
lacrime lamentosi rotte per l’amore, 
come uscite di una fisarmonica ferita. 

Bella lacrima nascosta me la guardo,
per caso qualche giorno qualcuno la  necessita,
allora, ovunque la ami, piangerò quella lacrima.
E quell’altra lacrima nuda 
che non desidera abbandonarci
per  essere piangiuta una volta in più.

Amore di lácrime, pianti di oceani,
catarate di perle sparite,
magestuoso fiume  cadendosi nei miei occhi.

Lacrime di alcohol, aceto ,avvelenate,
lacrime del odio fino all assasinio,
umeda salma di calle ardente,
occhi  disorbitati per la sorpresa
di vedersi  inffiammati , vivi, nella calle.

Era una lacrima forte quella che pianggeva,
lacrime di una guerra, una morte violenta,
lacrime trággiche dell’ essilio.
Figlio, Padre, Madre, tutto il mondo pianggendo.
Aveva  in quell istante lacrime a monti.

Avolte , per ricordare avere  sofferto tanto,
piangevamo e piangevamo, ma senza motivi. 
Era un piangere aperto, aveva ritmo, musica.

Quando piangevamo per niente,
ogni lacrima aveva  compasione di se’ stessa,
quando cadeva lo faceva con delicateza, con eleganzia.
Mai finiva di cadere 
ed era bello vederla danzare d’amore, 
cadendo senza  cadere, soave danza del sesso.

Vini scuri,licuori  aromatici,
mari imbalsamati nei occhi,
maremoti retenuti nello sguardo.

Vengo del centro stesso dell’ acqua,
a piangere un dolore tanto grande come il mondo.

Ci sono cose che non lasciano speranze,
sono cose come geli  di fronte al sole.
Come volere incontrare, in un mare lontano,
portato per le onde, 
quel  bacio, di quel amore perso,
dove ancora non  avevamo imparato a piangere.

Oggi piangé le cose non piangiuti.
Un amore, una morte, quella ubriacheza.
Músiche dil dolore, pianti amati,
tenere  acquetti dell’infanzia,
lago nascosto  tra gli alberi ,
dove gli innamorati si affondino di piangere.

Lacrime come pietre dispegnati,
montagna caduta su la belleza,
seta perforata per le pallottole dil tempo,
coprendo gli occhi,già chiusi per dormire. 

Una piccola lacrima attraversa  il devenire,
strappa un occhio della notte 
e lo stringe con forza contro suo cuore
e la notte  incomincia a piangere,
lacrime di un continente perso.
Pianto o donna. 
Labirinto, acqua senza  ritorno,
persa luce,
fame  senza  saziare, aperta.

Piango questo  verso adesso
perche fine il canto .

Acqua di me, per mí, per  mie cose.
Quel  dolore di me, del universo in me.

Pianto piangiuto scrivo nel poema 
per una morte in me che si ripete.

 

XX

Ho nato
sono  nel mondo
e il mondo sono le cose fatte
e  la ragione di essere è stata trovata.

Terrori e ungüenti del passato,
ricorrere  mio proprio tempo di vivere
e, purtroppo, non sará necessario,
attaccarsi a nesun  carro,
di una pura violenza contro l’uomo,
a nessuna passione per gli assassinati.

Nuvole  di acrílico, perffete, alteranno il mio essere.

Machina del potere, ardente, machina del potere,
affondo nella tua solitudine mio nome, 
nome primo nelle tue viscere. 

Scalo tue montagne ,
non con il poderoso vuolo delle áquile,
scalo tue montagne,
a vuolo di povero uccello diforme.  

CARA:

L’impatto che  ti hanno prodotto  le mie prime lettere, mi ha fatto dubbitare  se devo proseguire scrivendo di nostra apasionante aventura,per il temore di dannare tua sensibbilità , tuo orgoglio.

Tuo silenzio è ancora più profondo, tua disoziazione più strana.

Trattando di aiutarti , ti dirò che le ultime volte parlammo di denaro, della relazione tra il denaro e il tuo corpo , e quello sempre ti perturbava di qualche maniera spettacolare.

Tú avessi preferito che foie  tutto per amore.

Se avessi stato tutto per amore, mia piccola, adesso non avrebbe nessuna necesita di separarci. Ma voglio ricordarle, cara, che lei arrivò fino a me per volare e non per morire,come a volte sembra che lei vorrebbe, piccola e morta di paura tra le mie gambe.

"Non mi lasciare, dottore, aspetti un po’ di tempo, ancora non ho potuto scrivere un poema a mia madre. Io vinne da lei, è certo,perche voleva essere come le grandi scrittrice che non hanno paura a niente. Quelle srittrice che non muoiono nella guerra, quelle scrittrice che non si abbattino di fronte a nessun amore, quelle che si mettino a piangere,soltanto,in presenza di un poema bene scritto. Non mi lasci, dottore, giusto adesso, che aveva capito che lei non era il bramire dil vento chiamandomi alla morte, ne la superficie gelata dei venti dove, al tramonto,plasmava mia pazia”.

Non dissi  che se ne andasse,soltanto che il tempo si apre cammino tra noi.

"Sí, il tempo, dottore,giusto... nostro addio, la propria morte delle nostre cose,dottore, noi e il tempo”.   

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Per dirlo di qualche maniera , quello che si aveva dimenticato nella filosofia anteriore a Freud era che aveva un limite nella essistenza umana, quello che si aveva dimenticato prima dello scoprimento del inconscio era che l’uomo era un essere mortale. Allora quello che se ne andava a ripetere non viene da nessun passato, sino che veniva dal futuro.Quello che si ripeteve nel síntoma non era una ripetizione che veniva del passato sino che il psicoanalisi produce un tempo tale dove la ripetizione si dispara dal futuro. Cio’è , da quel limite materiale alla essistenza del uomo è da dove si dispara quell mecanismo della compulssione alla ripetizione e permette elabborare teóricamente l’istinto di morte. Un tempo che,quelli che hanno coragio a dargli un nome,li chiamano futuro anteriore e che ha la caratteristica di non compire con  l’essenza dil tempo aristotélico.

- Grazie per oggi, continuiamo la prossima.  

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EROTISMO O PORNOGRAFIA?

Questa volta ebbe più parole,accompagnando quell sentimento oceanico dove tutto il corpo si trasforma in energia e si agiunge alla energia degli altri corpi.

I nomi susurrati  o gridati:

- Amore, amore. Come mi piace. Tua vagina mi fa immpazzire .

E  mio marito gridava:

- Guarda come se mi fa il cazzo.

Mentre , io coricata bocca sopra con le gambe flessionate, aperte bene, servendo di marco al’orificio del godere Maggiore, impazziva mentre la lingua della mia amica correva dal  clítoris al culo e penetrava soavemente mia vagina.

Lui, a cavallo su di me , dándomi il culo che io appena arribaba a lamettare toccando con la punta della lingua  e  suo enorme cazzo ben prenduta per i suoi due mani e suo culo che saliva e scendeva e si moveva toccando alternativamente mie tette e suoi mani accompagnando il movimento, facevano che uscessino a mucchio le nacarate gocce che cadevano sul viso della mia amica, e scivolavano come perle fermi sul mio pubis, mentre lei rideva e rideva e si pasaba la mano per la faccia come se il seme di mio marito foie una crema di belleza.

Dalle cime scendemmo in fretta per guardarci e dirci:

- ¡Ché belleza!

Lei che cosa pensa?

Pornografía   o Erotismo

Fino a il giorno di oggi hanno votato: 

Pornografia: 55.000         Erotismo: 95.000

 

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 QUALCOSA DI POLITICA O RACCOLTA DI SPAZZATURA

1

Le grandi passioni tra le persone,sono storie d’amore che mai hanno incominciato.

2

Una allegría: poter  regnare su delle parole già pronunciate.

3

L’uomo vive ingabbiato per le sue proprie passioni, che, a volte, sono tristi. 

4

L’ única maniera di non fare conti è spendere 5 e guadagnare 10. 

5

Quando  qualcuno parla tutto il tempo della caca che è, chiramente vuole che tutto il mondo sia di , cio’è a sua misura.

6

Non si debe fermare ovunque si ombriscano le faccie più belle.

7

Rilassare tutte le nastre ,tutte. La gente debe fare o dire quello che può . E se non può niente, ne anche si gli dirà niente.

8

Vivere tranquillamente, anche , può essere terribbile.

LETTERA DEL DIRETTORE  

Sono  una specie  d’intelligenza estraterrestre, quello, cioè , quello che  mi piacerebbe . Adesso chi sa’ quando verrà  l ‘opúscolo marino che intraccia i sogni  della marmota che non può essere l’uomo grigio dei pantani sino, semplicemente, la belleza nascosta del fango divino, per dire di una maniera interessante per i servitori di vostre cerve.

Scrivere a mácchina sotto l’azione di un pensiero maturo sotto il sole, fa molto tempo che non scrivo, non so’ perchè allora devo scrivere come l’Accademia mi detta. Non  lascierò passare questa oportunita, non lascierò che rurbano d’avanti miei occhi mie propietà  e se lei crede che le mie propietà non sono di cemento è perche lei non sa’ vedere bene dietro delle parole . 

Indio Grigio


QUESTO È PUBBLICITÀ

 

PIANTI  DEL ESILIO

Autore:
Miguel Oscar Menassa
75 págs.
3000 PTS., 18,3 EUROS, 30 US.

Contiene tredici illustrazioni con qualcune dei migliori quadri dell’opera di Miguel Oscar Menassa.

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