Rivista settimanale per Internet Indio Grigio
Nº 77. ANNO 2001 GIOVE
DÌ  15 NOVEMBRE

 

 FONDE - DIRIGE - SCRIVE E CORRISPONDE: MENASSA 2001

NON SAPPIAMO PARLARE MA LO FACCIAMO IN VARIE LINGUE
SPAGNOLO, FRANCESE, INGLESE, TEDESCO
ARABO, PORTOGHESE, ITALIANO E CATALANO

INDIO GRIGIO È PRODOTTO
DI UNA FUSIONE
LA LUCENTEZZA DELLA COSA GRIGIA
E
L'INDIO DEL JARAMA
LA FUSIONE CON PIÙ FUTURO DEL SECOLO
XXI

 indio grigio


INDIO GRIGIO Nº 77

ANNO II

EDITRICE

Secolo forte e meraviglioso fu il secolo vente.
Qualche cosa  spettacolare per la tristezza umana, per l’orrore.
Mai  fu tanto grande la solitudine. Questo secolo di luce.
Non c’è avuto orrore in questo secolo   che non toccara miei occhi.
No c’è avuto godere che non  aggiungesse suo paroxismo in me.
Il silenzio di un canto per che l’uomo  parli  di sua morte.

La poesía non può esssere realizata  per una sola voce.
Mille e mille di morti per ogni verso,
mille e mille di amanti per una delusione,
mille e mille di fracasi per una speranza.

Tra  blasfemme,
tra spiadati  ricordi, curo mia pelle.

I giorni dove non posso più
-antílope e tenerezza-
cerco tra le corteze e i cieli, 
tra l’immondizia,senza trovare.

Mia vita si deforma in ogni passo
e, purtroppo,
sono felice di respirare l’aria e sapermi vivo. 

Ritorno ad avere speranze tutte le mattine,
tutte  le mattine ritorno a sognare.

Cara:

È una vecchia ferita la que si chiude quando silenzio tuo nome, innamorata.

Tutta mia volontà era rimanere accanto alle tue viscere. E tue viscere amavano la morte, innamorata.

Mi salvó in parte, devo riconoscerlo, avere riempito tua vanita con la mia potenza. Pero era tutto fittizio, cento donne sostenevano  mio pene in su per  che tuo sguardo non si perdessi . Dopo alqune delle ragazze , annoiate di essere sólo il sostegno delle tue evocazioni infantili, hanno voluto suchiare loro anche un pochino, e tu mettesti il grido nel cielo e da quello momento mi lo negasti tutto,condannata.

Il tempo ci tornerà a vedere insieme e lì ti dimostrerò tutto il contrario.Comincierò  baciandoti le labra perche le nostre immondizie  circondano soltanto nostro drama , dopo scoprirò  la marmitta delle dimenticanze e usciranno rane misteriosi  e verdi amanti delle tue veleità , piccole colombine dil carnevale di un tango.

Innamorata, innamorata, lasciami volare , lasciami essere libero .

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Ieri è  venuto  Tarzán alla mia consulta, si tombó nell divano avendomi mostrato, previamente, sue abbilità per  imitare a tutto tipo di animali e persone e mi disse:

- Io, essere chiaro, esere attacato a tanti catene di scimie e donne.Lei l’unico che ha è voglia di avere qualcosa. Poco a poco, vado  perdendo voglia di essere con donne. Tutto con lei è pesante e doloroso,pieno di richiami e con poco godere.

Io, per intervenire, per  avere la mia participazione nella pagina, gli domandai:

-¿Nella  selva, con la scimia Chita,lei godeva più ?

Come se quello che io aveva detto fosse una sciocchezza continuò a parlare nello stesso tono: 

- Ella rassimiglia alla morte, , mio caro dottore, ad una scimia morta, a niente. Non è  che non abbia cervello,è che non ha corpo. 

Tarzán mi chiede la seconda intervista e qui stiamo un’altra volta parlando. 

Lei , quando arrivò , cacareó come una gallina dopo  di dare un uovo e si tombó nell divano.

- Io essere attaccato per catene di estorzioni e scimie.Lei si ammazza, lei soffre,lei mette il viso io essere abuffate le palle di tanto carnevale.

Ella è invidiosa e mala, aproffitta mia ingenuità animale per chiedermi quello che nessuno gli ha dato ne potrà dargli e ,anche, vuole che, dopo, vada a lavorare e che, dopo, ancora , la ami. È diventata matta come una scimia matta ,dottore, è chiaro.

Io questa volta, trattando di non contradirlo, ho gridato, ululato come se mia madre avessi morto nelle  mie braccia.

Lei è rimasto quelche secondo atonito,dopo con le braccia cadute ai fianchi del suo corpo e facendomi con gli occhi come fanno le scimie mi disse:

- L’ho  capito tutto , dottore, ella, io e le scimie ,siamo un triangolo impossibile .Domani stesso lascierò la selva.

Io, facendo un movimento come di butaré mia madre morta ai suoi piedi gli dissi:

-Continuiamo la prossima.

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EROTISMO O PORNOGRAFIA?

Come eravamo molti giovani (ed un po’ stranieri) al principio, non trovava lavoro.

Un pomeriggio facendo l’amore gli domandai se aveva fame ed lei non mi rispossi. Aveva morto.

Togliei il cazzo del coño, ho limpiato il cazzo con la punta del lenzuolo ,  la coprì con certo pudore e fui, in fretta, a cercare un coltello  alla cucina.

Cercai affanosamente, e trovai il coltello d’arggento ,grande, rigalo di mio padre.

Di nuovo nella stanza e con il coltello d’arggento rigalo di mio padre, gli parí il peto in due e prendendo suo piccolo cuore tra le mie mani ,gli dissi che l’amava. 

Lei che cosa pensa?

Pornografía   o Erotismo

Fino a il giorno di oggi hanno votato: 

Pornografia: 15.000         Erotismo: 33.000

 

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 QUALCOSA DI POLITICA O RACCOLTA DI SPAZZATURA

1

Devo sentirmi bene con quello che faccio, perchè quello che faccio è quello che posso fare  e quello che posso fare è quello che devo. Quelli sono i segreti .

  2

Devo continuare pensando la realtà anche se la vita duri solttanto cent’anni.

  3

Accettare, tranquillamente,le cose come sono. Anche quando le cose sono d’aparte di uno.

  4

Non voglio ringiovanire, voglio vivere mille anni, anche se sia maturo o vecchio.

    5

Voler fare tutti i giorni qualcosa diversa, è molto giovanile, poco prático e non permette innamorarsi di niente. Uno stile, voglio dire, anche , necessita che qualcosa si ripeta.

6

Quando nessuno pensa a nessuno , in quello momento, preferisco rinunciare a penssare in me .

  7

La gelosia è una malattia e non si può ne anche si deve andare con le ferite all’aria.

Com’unque la gelosia si deve psicoanalizare , mai dimostrare in pubblico  .

Il geloso termina inspirando pietà  ed è chiaro che un psicoanalista che inspira pietà non avrà mai clienti.   

  8

La gelosia si elliminarebbe con la elliminazione della procreazione. Tra i mortali la gelosia non essiste.

9

Tutti sono clienti, tutti .

L’unico che posso e devo aspettare è il pago degli onorari stabbiliti .

LETTERA DEL DIRETTORE

Quando lascio di pensare è quando meglio scrivo; i pensieri, in tutti i casi, sono coscenza perturbadora del vero pensiero incosciente.

E se non puoi  scrivere un gran poema, copia un gran poema d’ un gran poeta e cosí di poco costoso potrai sentire qualcosa grande nella tua vita. 

Quando miei  propri emblemi  rimangano rotti nella mia scrittura , già nessuno potrà dire che non ho fatto le cose bene dil tutto .

Registrerò tutti i miei amori in lettere d’oro ed acciaio , così altri uomini come noi , nel futuro, sappiano di quello che fummo capace per recuperare una passione persa.

Indio Grigio


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