INDIO GRIGIO
Rivista settimanale per Internet
Nº 57. ANNO 2001 GIOVEDÌ 29 DI GIUGNO

 

 FONDE - DIRIGE - SCRIVE E CORRISPONDE: MENASSA 2001

NON SAPPIAMO PARLARE MA LO FACCIAMO IN VARIE LINGUE
SPAGNOLO, FRANCESE, INGLESE, TEDESCO
ARABO, PORTOGHESE, ITALIANO E CATALANO

INDIO GRIGIO È PRODOTTO
DI UNA FUSIONE
LA LUCENTEZZA DELLA COSA GRIGIA
E
L'INDIO DEL JARAMA
LA FUSIONE CON PIÙ FUTURO DEL SECOLO
XXI

 indio grigio


INDIO GRIGIO Nº 57

ANNO II

CASA EDITRICE  

Ci sono cose che non hanno speranze, sono cose come gelo di fronte ad al sole.

Sabato alla mattina di un caldo fine di Giugno e sono imbarcato in una nuovo trasloco. La scuola di Psicoanalisi e Poesia Gruppo Zero si cambia della terza pianta per strada Principessa 17, a due locali nella strada Duca di Osuna 4 che vuole dire, nella strada Principessa, ma alla strada e con giardino. si rendono conto?

Da parte mia io potrò trasformare i tre uffici che usava in Principessa 17 (consulta, sala di gruppi ed ufficio) per tre piante: pianterreno con un patio di 56 metri (ricordo: strada Principessa a 30 metri di Piazza Spagna) per officina di pittura. Nella prima pianta funzionerà la mia consultazione privata (tra 30.000 e 40.000 pesetas l'incontro) una gran sala per l'attenzione di gruppi (60.000 pesetas per mese e per integrante) ed un ufficio piccolo di noce e tappettino verde per le interviste di assistenza di imprese, industrie e studi simili (300.000 pesetas l'intervento) ed a partire dal mese di Agosto disporrò di 32 pareti per appendere i miei quadri e se non sono del tutto felice è perché nel mondo ci sono cose che non hanno speranze.

    L'Indio Grigio ha ottenuto per tutti i lettori che visitino la sua pagina e lascino qualcosa scritto che testimoni c'essere la cosa fatta, la possibilità di frequentare in maniera gratuita i tre anni del Seminario Sigmund Freud che impartiscono psicoanalisti della Scuola di Psicoanalisi Gruppo Zero. Nell prossimo numero spero trovare e mettere a vostra disposizione tutta l’informazione. 

20 novembre di 1981

Sapevi che ritornava? mi aspettavi?

Sanguinante e taciturno, dopo mille fallimenti
-quasi senza speranze di trovarti -
mi immersi per continuare a volare dietro tuo,
in pesanti cieli, infinita selva della pazzia.

Non stai, ma ti annunciano verdi disperati.
Non stai, ma nella selva, tutto mi parla di te.

Ululati dei crani non sopportando il vento,
l'uragano di versi, la tempesta di amore.
Piccoli cuori trascinati per forte correntate,
piccoli cuori intrepidi lontano dal cuore.
Non stai, ma si nomina, il rumore degli uccelli.
Non stai, ma nella selva, tutto mi parla di te.

 

24 marzo, 1977, Madrid

Attentiamo alla cosa più pura.

                                            Mettiamo in gioco l'amicizia.

24 marzo di 1977, Madrid

Oggi amai i tuoi amori.

Piastrelle del terrore, malve della quiete,
le tue epoche di dolore nel basso ventre,
vermi della notte,
milioni di vermi esplodendo per calmare la tua sete.

E ti chiedo perdono per tutti gli eccessi. Sono inevitabili.

Voglio cantare,
e mi escono russamenti sordi,
note selvaggi,
humus piaciuti.

Bestemmie,
voglio le più pure bestemmie per l'amore.

Alta spiga di maggio,
                              ti falcerò.
                                            Morrò nel tuo pane.

29 marzo di 1977, Madrid

Averti detto che nostra conversazione
finiva col mio ultimo scritto,
mi fece male.

Non ci sarà fine per lui che appena comincia.

Questa volta,
io bacerò le tue labbra.
Questa volta,
io seguirò il ritmo della pazzia.
E non aspettare una pazzia tradizionale.
Niente di scandali.
Niente di atti nella via pubblica.

Silenzio e notte perpetua per gli amanti.

Silenzio e profumi di quello silenzio per l'atto finale.
Che tutto sia corpo,
                                 odore e sangue.
Amate baciandosi i capelli.
Soffocando le grida di orrore contro la mia pelle.

Amo
, per soprattutto, le scosse.
L'esplosione delle anche.

                                        Il silenzio finale.

I giorni si coricano su me, mi schiacciano. Quello radiante futuro, quello radiante futuro sta nelle mie mani, sta nelle mie mani e, tuttavia...

Ella oggi me lo disse in una maniera commovente.

-         Sono venuta, come mi vedi, a morire nelle sue braccia. Vengo male ferita, porto quello arte di allattare distrutto per passioni ambigue. Lo confusi tutto dottore, desidero i miei figli, amo mia madre e mi psicanalizzai cinque anni, prima di venire a vederlo, con una donna come me stessa.

- E perché non si suicidò? Gli dissi seccamente.

- Perché, quando stava pensandolo, cadde nelle mie mani (immagino che del cielo) un il suo libro e leggendolo mi nacquero nuove speranze e mi dissi: io lo vedo e se non mi salva la vita, per lo meno morrò felice. Vivere 200 anni! come lei dice nei suoi libri... che cosa meravigliosa!

E dottore, mi  curerá?

Io era un po' spaventato e risposi alla mia volta con un'altra domanda:

- Di che cosa?

Ella impallidì, lasciò cadere le sue braccia tra le gambe e si incurvò fino a quasi toccare il piano con la sua testa e da quello pozzo, dalla cosa più bassa dove si poteva arrivare, con un filo di voce, me lo disse:

-Cancro... cancro... cancro... cancro...

Quando smise di dire, aspirai profondamente e, anche, io gli dissi:

- Se viene a vedermi per quel motivo, solo per quel motivo, può sdraiarsi nel divano.

Già sdraiata nel divano, mentre acendeva una sigaretta , diceva che dovrebbe smettere di fumare, e tra splendenti fumi che uscivano dalla sua bocca, come di un vulcano in eruzione, mi domandò lasciva:

- Che cosa devo fare ora?

- Andare via e ritornare domani alla sua seconda sessione. Buona sera.

Quando ella andò via, feci quindici flessioni dei difficili con le braccia, aprii tutte le finestre e mi sedei di nuovo sulla poltrona. E la cosa prima che mi fu successo fu la cosa seguente: Se del culo provengo, andrò a finire ad una cloaca. Quando chiudeva le finestre, per il freddo, pensai che non capiva bene quello che stava succedendo.

Rapidamente mi imboscai nella lettura di avvenimenti futuri e non mi faceva del tutto bene vedermi lavorando di Dio i prossimi anni.

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EROTISMO O PORNOGRAFIA?

26 ottobre di 1976

La maggioranza delle volte io la lasciavo fare.

Ella aveva sempre idee chiare,
impossibili di realtà.

A volte io la spingevo nelle sue idee
ed ella correva per il cielo,
come se al cielo potesse arrivare in quattro passi.
Artista della cosa impossibile, dopo ogni fallimento,
girava muta e pazza,
                              con gli occhi aperti,
come se il cielo stesse ora con noi.

Pensare è un lavoro rispettabile, io diceva,
mentre si metteva le dita nel naso,
oppure, accarezzava con soavi movimenti il suo sesso,
evidenziando una notevole stanchezza.

In quelli casi io gli accarezzavo la fronte,
e lasciava che le mie labbra,
sfiorassero impercettibilmente le sue labbra
e tutta era agonia
                            ed ella, piangeva, rideva
e stringeva il suo corpo contro il mio corpo


e mi voleva mangiare.

                               Io prendevo distanza
e gli applicava tre o quattro colpi di pugno nella testa.
Ella si calmava e mi prometteva dolcemente,
succhiare invece di mordere, e così,
passavamo un momento gradevole.

                                                Dopo,
ella sputava i resti di seme,
come se fossero resti di cibo e rimanevamo addormentati.
Alla mattina seguente ella si alzava con la convinzione,
che sarebbe necessario per potere essere più felici,
guadagnare più denaro.

Allora passeggia per la casa
e mi spiega come per tutto,
fa mancanza denaro.

Per le mattine io l'ascolto senza sbattere le palpebre.

Ella scopa e smette di scopare,
apre un libro e lo chiude,
nervosa corre di un figlio ad un altro,
senza sapere che cosa fare.
Mi guarda provocante e dice alcuni parole di rimprovero
ed io, l'ammazzo.

Poi ella mi prepara un succo di arance,
continuiamo a camminare insieme per il patio
e continuiamo a fumare i due di una sola sigaretta,
per non spendere.
Ella si pende dal mio braccio e di passata
facciamo sorrisi ai bambini
e mentre essi, ora, giocano nel patio,
ci rinchiudiamo nel bagno e facciamo l'amore.

E quando facciamo l'amore ella mi domanda se la amo.
Occupato in delicate manovre
per potere penetrarla per il culo,
gli chiedo che si rilassi.
Ella, stringendo i denti,
torna a domandarmi se la amo.
Ad istanti di essere parte delle sue viscere
mi confesso suo,
ed ella si apre come una castagna tra la neve
e lascia in quello gesto incomparabile,
che un oceano di seme innamorato
si mischi con la sua merda.
E quella bontà è solo possibile in Dio
ed allora, ella rimane come assopita.
Approfittando della sua quiete momentanea,
esco alla strada disperato, a cercare
un po' più di denaro.
E ritorno alla notte con niente o con molto poco,
ed ella mi aspetta ma è stanca,
                                                        o forse,
un po' triste perché agosto fu un mese caldo
e le sue amiche stavano nel mare.
Mi scuote il suo viso di colomba persa,
voglio vederla felice e gli domando:
Vuoi che andiamo al mare?

Chiaro, mi dice,
come se il mare stesse qui nell'angolo
come il mio cielo, vedi,
come le mie idee impossibili.

                                            Ah gli uomini, gli uomini,
e si appoggia sul letto
ed apre le sue gambe come  anticamente si apriva al mare.
Mi lascio scivolare per quella pausa tra le onde,
come fanno i grandi nuotatori ed ora,
il suo silenzio è il mare.

A volte facciamo l'amore come una donna ed un uomo,
quelli giorni, dopo, rimaniamo parlando.

Lei che cosa pensa?

Pornografía   o Erotismo

Fino a il giorno di oggi hanno votato:

Pornografia: 100         Erotismo: 2700

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 QUALCOSA DI POLITICA O RACCOLTA DI SPAZZATURA

IL PAESE, sabato 18 di giugno di 2001

I ragazzi di Babelia si  hanno passato. Due settimane fa bisognava difendere a gli animali, la settimana scorsa bisognava lasciarsi dominare per le dittature provenienti della democrazia nordamericana e questa settimana, tocchiti i piedi, la Bibbia è il libro del Mondo. Io penso che questi ragazzi non durano una settimana più nei suoi posti. Per i dubbi mantengano il suo posto alcuni settimane più essi consigliamo con un esempio. la Bibbia: Libro universale, con quello che si avesse evitato, per lo meno a Madrid che cento  di migliaia di persone pensasse che il giornale il Mondo era la Bibbia per i giornalisti di Babelia, rivista di cultura del giornale Il Paese e seguiamo senza volere parlare del poema dil sabato.

Oggi l'ho compreso definitivamente, benché pubblicassimogli stessi autori, pubblicheremmo poemi differenti.

IL PAESE, sabato 21 di giugno di 2001

Ci sono cose che non hanno speranze, sono cose come ghiacci di fronte ad al sole.

un ladro, cittadino moldavo, detenuto nove volte uccide ad un avvocato e ferisce sua moglie e le sue figlie.

La Legge di Condizione di straniero serve solo per espellere 
di España  ai lavoratori stranieri. Gli assassini non 
entrano nella Legge, possono rimanere in Spagna.

MARCA, lunedì 25 di giugno di 2001

ci saranno cambiamenti molto importanti, a Gil lo rispetto ma il mio appezzamento non si tocca, Futre mi conosce, avrà il suo posto, Kiko si meritava un addio ma degna.

 Era Luis.

 ma ora sono allenatore dell'Atletico di Madrid.

 

 

 

9.VI. Buenos  Aires /01

Para Miguel Oscar Menassa.

Querido poeta y amigo:

Anoche, viernes 8 de junio de 2001, nos sucedió algo fantástico que no puedo dejar de contártelo. Enriqueta tenía pocas ganas de ver televisión, eran las 18, y muy oscuro en Buenos Aires, cuando me dijo de pronto: “Voy a leer Cartas a mi mujer de Miguel Oscar Menassa.” Y así fue. Ella leyó en vos alta todas las páginas del libro, sin dejar una sola palabra sin pronunciar, mientras yo fumaba mi pipa y reía a cada instante de tu sinceridad en esa feroz autobiografía , que en parte me recordó a Anais Nin. La lectura duró 2 horas. Enriqueta se parecía a Sara Bernhrt cuando recitaba en los teatros de París, y yo a Gerard de Nerval  o a otro especimen cuando iba detrás de jeny. Nos habíamos olvidado de todo. Sólo existían tus libros y tus confesiones, Anais Nin y Juan- Jacobo Rousseau. El mundo había desaparecido. Fue un espectáculo grandioso.

Pero repentinamente surgió así como el azar objetivo de  los surrealistas. En las últimas páginas de tu obra hablabas reiteradamente del nº 35. De las tres de última en la ruleta y del 35 como número final y ganador. fue entonces cuando le dije a Enriqueta : “Podemos bajar ( había mucho tiempo ) y  jugar el 35 a la quiniela”. Ella fue del mismo parecer , y ni ella ni yo nos movimos, fascinados por tu libro. Al día siguiente salió el 35 a la cabeza. Perdimos, por lo tanto, un acierto que anunciaba tu libro, que, a mi, tan necesitado de dinero, me dejó nostálgico todo el día. Esta, indudablemente, es una variante del azar objetivo que no nos fue favorable.

 Tu 35 lo habías cantado tantas veces en Cartas a mi mujer, que no podía fallarnos. Pero el destino ya está codificado y no podemos eludirlo.

 Te escribo esta “ aventura”  para que te diviertas. Por otra parte Enriqueta no dejaba de pensar en Olga, y mientras leía se interrumpía para decir “ Olga y Miguel son dos tipos de suerte”.

Un abrazo.  JuanJacobo Bajarlía.

9.VI. Buenos Aires /01

 Per Miguel Óscar Menassa.


Madrid Anno 2001, 27 Giugno

Per Juan-Jacobo Bajarlía.

Stimato Maestro:

Tu e tua incantatrice moglie sono stati premiati col premio di 200 $che l'Indio Grigio aveva istituito per  il lettore che per 1º volta parlando di quello libro Monologo tra la vacca ed il moribondo (che consigliamo leggere) menzionasse il Nº 35.

Detto premio ti sarà consegnato a Buenos Aires per uno dei nostri begli contatti, Marcela Villavella, in meno di 15 giorni.

Un forte abbraccio per te che voglio che faccia estensivo a tua moglie col quale speriamo che condivida il premio per la sua implicazione.

Grazie per esistere.


Miguel Óscar Menassa

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