Rivista settimanale su Internet INDIO GRIGIO
Nº 520 - giovedì 19 luglio - Anno
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IL BRILLO DELLO GRIGIO DIL SECOLO XXI
INDIO GRIGIO Nº 520
PEPE FU A VOTARE Marzo 2004 Io sono Pepe e per amore una domenica fui a votare. Dopo havé morbillo E non mi ho potuto graffiare.
E quando mia amata dice: ¡Ay! ché caro costa il pane, io li dico: tú votasti, te lo devi sopportare.
E ¿chi si compra una casa in questa speculazione? Y las promesas, querido, nadie las quiere cumplir.
Promesse fece mia madre e, ne anche, gli ha soddisfatte, e Dio prometè la vita e, anche, la morte gli ha dato.
Cosí che, cara mía, quando il signore Presidente non compi con le promesse, fino allo steso Dio lo vuole.
Caro, non sopporto più che vieni con sciocchezze, quello che ti voglio dire già non è pura fantasía.
Tu mi haii detto che una poteva scegliere quello che voleva ed io fu guardando è leggendo e mi rendè subbito che il signore era malato.
Ay amore, ay amore finela con cazzate. Ay amore, ay amore Finisce con cazzate.
Lascia tralquillo al signore, Che il signor Presidente, Non vai a dire di più ataccando sua verità.
Che è proibito, proibito, Te lo dico di amicizia, alterare al Presidente con la guerra o l’amore.
Tu dirai quello che ti mandano mas yo diré lo que quiero:
la Malaita che preside la vita del Presidente, il destino delle truppe, il dire dei poeti e l’amore delle colombe,
è la stessa malattia che avé suo Imperatore, che un giorno s soffocó con sangue delle sue idee.
Ay amore, ay amore finiscela. Ay amore, ay amore finiscela.
Non voglio finiscerla Perche siamo tutti liberi E voglio dirti, amore, Che già voglio finire.
Così che chiedo permesso per tirarme due peti allo stile uomo e salutare al maestro.
Tú rimani lì Giocondo con il verbo, io mi tocco per caso, accerti.
Alla prossima .
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