Rivista settimanale su Internet INDIO GRIGIO
Nº 471 - giovedì 3 marzo - Anno
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IL BRILLO DELLO GRIGIO DIL SECOLO XXI
INDIO GRIS Nº 471
LA MORTE, UNA CONSEGUENZA LÓGICA DELLA PAROLA
Uomo, uomo, hominis putrefactus, allontanati di me, sono tua signora, la morte. Niente di altaneríe, tú, mio piccolo uomo di parole, tú, devi desiderarmi. Sono un preziato dono. Una specie di desidero comúne, UNIVERSALE, perenne, una specie di emblema per tuo mondo umano.
Úvula affamata secca di odio, rossa úvula sedenta, desiderio che lascia di battere. Una immersióne tra mie veste. Una caduta última. Desiderio, mio piccolo, tuo desiderio: vende di opaca seta per tuoi occhi e mio amore. Cecheza e beatitù Per mio bambino, cecheza e solitudine. Solitudine e diamanti E perle nere E un sapore di uguaglianza definitivo, umano, di último momento.
Cara morte: al di là di te, al di là di me, la storia continua.
Nuove faccie, nuove promesse, ci faranno vivire. Ed un’altra volta il stardone Sarà senza uscita. Ed un’altra volta sará necessario Lo scoppio di una passione per illuminare la calma; per illuminare il sordo mormorio della morte:
E arrivato il tempo delle luce di neón, la notte non essiste, ti aspetterò, lo abbiamo deciso, vivendo. E niente, che sarai mia amante, e mi amerai e farai cadere un manto di dimenticanze su miei occhi. Non ti dirò Ne amore, ne amata, ne fiore vorace contro mio petto. Ti dirò merda, selvagia puttana tra i sogni dell’amore, mi dai quello che gli dai a tutto il mondo, ti chiamo per il tuo nome, tu sei la signora dell’Altro, in generale, la morte.
Ti aspetto nel finale, come si aspettano le catastrofe, lí, ti aspetto. Ne ordine, ne disordine per l’incontro, come in un sogno, come in una illusione, è semplicemente un desidero quello che desidero. Una semplicittà per l’anima, un godere profondo, instantáneo. E, per adesso, non vogliocambiare. Ambisco Tutto quello che possiedo, quel niente, quel mazzo di desideri svanescenti. Sono, per me tutto chiaro, una bestia.
Alla prossima.
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