Rivista settimanale su Internet INDIO GRIGIO Nº 464 - giovedì 13 gennaio - Anno 2011FUSIONA - DIRIGE - SCRIVE E CORRISPONDE: MENASSA 2010
NON
SAPPIAMO PARLARE PERO LO FACCIAMO IN VARIE LINGUE
INDIO GRIGIO È PRODOTTO
IL BRILLO DELLO GRIGIO DIL SECOLO XXI
INDIO GRIGIO Nº 464
SU UNA PREOCCUPAZIONE STROBOSCÓPICA
Possiamo assicurare che il sottomondo delle idee puo quello che può il sottomondo dil sesso. Se si tratta del uomo, hanno sue limiti, arrivano soltando fino al potere. Dove ogni spazzatura vale più di quello che succede. Vengo di un mondo, dove le pietre muoiono nelle pietre e l’uomo soltando gli trasforma. Vadoverso il mondo incalcolabile, dove tutto brilla per le sue unione. Un mondo costrutto per conversazione umane. Una chiara sfida contro le abitudine, un gran casino che annuncia la morte di dio e la fine Della guerra animale per l’uomo. Basta di pietre. Vivire fu per noi, questo tempo, concepire questi testi. Vogliamo dire che anche anche andremo a scrivere su l’amore. Tutti vogliamo vivere tranquilli. Quel impossibile ci unisce nel linguagio. Bere un te tranquillamente, ammazzare tranquillamente, morire ¿per ché no? tranquillamente. Tranquillamente spaccare la vita del uomo in un istante, someteré l’ultimo senso. Morire, muoiono le aquile notturne, gli uccelli, le celeste civilización e anche, per che non dirlo, muoiono gli umani. E ne anche stá del tutto male. Morire, amare, due zone impossibili per l’uomo. Simbolizare, simboliza qualsiesi¿pero amare? ¿pero morire? ¿scatenare un universo umano? Quasi impossibile, sólo posiedo potere sul corso dei fiumi, sólo conosco la dimensióne delle monatgne. Amarci, amarci, gia lo so, un impossibile. Le parole hanno tutte le possibilita di combinazione. Anche la morte. Anche l’ amore e le sue apparizioni, proprie dil devarío. Vogliamo dire: non sólo quello che si separa di noi e sustituito, sino anche quello che muore in noi. Altri tempi, altre parole, sono più convincente che il passato. Feria di odori contro umane idee, sicuramente, perdera la cosmetica. Le cafiche di passione, sono breve per la storia. Gli masturbatori crónichi, svaniscono, primo della fine dil secolo. Un uomo solo, al’uguale che le pietre, perde il senso dello umano e si frammenta nella violenza di essere qualcosa di più. Diciamo che al’uomo li manca quasi tutto, non soltante l’inconscio. Di tutte le illusioni, la Nostra è la meglio. Voglio dire che ancora tutti i nostri scrittori non avevano parlato della morte. Fummo giovani. Mamma ancora viveva con noi, e nostra donna fu donna. Le donne schiave. Noi, proletariato smesurato. Si trattava come vediamode diverse liberaczioni. Del essere e la morte non aveva in noi nessun messaggeri. Quella fu l’epoca Della psicanalisi. Gruppo piccolo e tresferenza, le parole di moda. Tutto fu sangue e misure. Regno dello biológico, dove la idea di progresso fu per tutti salvazione ed ética. Diciamo che dopo di dieci anni di pratica psicanalitica, l’uomo che non trsformò su avita, sarà tutto l’uomo che sua moglie gli permetta, però affermiamo che sua pratica non fu psicanalitica. Gli consigliamo, primo di suicidarsi, leggere di nuovo qualche libro.I libri possono, a volte, con la vita dell’uomo. Furono buoni medici. Lavoratori Della normalità e suoi d’intorni. Cercare scietifici tra voi è tempo perso. Diciamo che la vita è una sola. E, anche, aprofittando che oggi tanto si parla del marsismo, sua pratica, come la pratica psicanalitica, coinvolge al praticante in sua determinazione. Vogliamo dire: o pervertimo la vita del praticante o pervertimo la teoría. Per che non abbia perversiones, gia lo abbiamo detto, si tratta di una vera trsformazione. La rivoluzione ¿vi ricordati? Un hálito contro nostra propria morale. Un istante, il scoppiare atómico di un desiderio, morte e risurrezione e dopo, altro mondo. Veniamo delle ombre, fummo annunciati in un poema. Una parola intreciata al essere.Aceto e malessere, onde e nuove preoccupazzioni. Parole destinate allo più profundo dell’uomo. Esquisito nétar dimenticato. Antica mutazione dove l’uomo, aperta sete, fame disperata,maggia , per un pezzo di pane, perde sue ali. Perde, per un bocale di acqua avvelenata, la nobiltà dil vuolo. stiamo, a questa ora Della notte,ubriachi di fantasmi. Apocalissi dei fumi. Focolaro dove l’umanita ha sua fina rete intemporale, sanguínea, orgía biológica, dolore e carne, fibre atómiche, célule straviate in quella meraviglia del crescimento atípico. Selvagi cancri, crescendo da per tutto, dinunciando il destino mortale di una ética. La fine di una illusione. Un feroce colpo alla belleza. Alla prossima.
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