Rivista settimanale su Internet INDIO GRIGIO

Nº 449 - giovedì 17 giugno - Anno 2010
FUSIONA - DIRIGE - SCRIVE E CORRISPONDE: MENASSA 2010


NO SABEMOS HABLAR PERO LO HACEMOS EN VARIOS IDIOMAS
CASTELLANO... PORTUGUÉS... ITALIANO... FRANCÉS... INGLÉS... ALEMÁN...

INDIO GRIGIO È PRODOTTO
DI UNA FUSIÓNE

IL BRILLO DELLO GRIGIO
E
L’INDIO DEL JARAMA

LA FUSIÓNE CON PIÙ FUTURO
DIL SECOLO XXI
 

Indio Gris


INDIO GRIGIO Nº 449
ANNO XI

 

MIGUEL OSCAR MENASSA
Candidato al Premio Nobel di Letteratura 2010

http://www.menassacandidatopremionobelliteratura2010.com/

 

Indio Grigio compi 10 anni

-festegiamenti-

 

"SALTO MORTALE", 1977

 

INTRODUZZIONE

Vorrebbe scrivere qualcosa semplice 
qualcosa che mi facessi supere cosa mi sucede.

Ieri ho diceduto pubblicare un libro. 
Mi ha fatto male rendermi conto che soltando ho scritte alcune pagine, che per altra parte non mi sembrano molto interessanti per nessuna editrice. Mi immaggino  un libro di tre mila págine, scritto come le últime sette págine di "Cara". Per pubblicare il libro immagino non mi importa lavorare tutta la mi avita.Però scpendere mio poco denaro, in queste poche paggine, quasi senza interesse; non so’.

Sólo in alqunas pagine la poesía ragiunge un senso di veritàIl resto, se mi occorre,fiorimento di un possibile stilo. Cio’è:
          troppa gioventù 
          troppa occorrenza su tutto
          in fine, 
                            poca storia 
                                               troppa solitudine.

Carlos Gardel per Hegel, può perchè no recordare il tango cambalache e quello è verità, pero no, essere garanzia delle parole dette su la sesualità femminile o l’assunto della schiavitù.

Poco a poco mi vado rendendo alla evidenza 
Non desidero fare lo necessario per essere, 
allora non sarò. 
                          Preferisco l’angoli, 
i calidi angoli del fare l’amore perfetto.
In fine, la vita fácile.
Un certo rispetto per i morti
sole molto sole e droghe per la noia.

La donna mi interrssa complessa, 
                                             straviada in alcún destino. 
Che non sappia pensare, fare l’amore o lavare i piatti, per me è lo stesso. 
Allegre quando possa, 
                                 la vita in generae non è fácile. 
Desidero in ella 
-e voglio che si capisca- in tutte, 
alcuna follia per un’altra donna. 
Un certo coraggio in mostrare le mutilación. 

Al uomo lo voglio perfetto, 
                                            uomo e donna 
                                            amo e schiavo 
                                            mortale e immortale 
                                           minaciato, 
                                                             seempreominaciato.
Preferisco la belleza anche se riconosco non posederla.
La preferisco di gala, tirando a cómoda. 
A piena penombra, 
che non si sappia chi è l’amore,
                                                che mai si sappia. 
Preferire,
preferisco vivere in una casa di campo con Fiume e vecche alberi,
con mille persone nei miei dintorni e solo. 
Lavorare quello che si dice lavorare, 
-tempo per denaro o qualsiese altra combinazione che assimiglie-
mi affetta i nervi. 
Parlare con la gente mi piace, 
parlare con la gente, sempre, in tutti i casi, mi porta complicazioni.
Prima dificoltà, 
sempre parlo tre toni più in giù dello che corrisponde. 
Secunda dificoltà,  
Rido molte volte  o non rído mai. Prendo in giro sempre. 
Terza dificoltà, 
ho silenzi prolongati e monóloghi estensi. Stò zitto sempre. 
Quarta difioltà, 
ho pregiudizi, sempre credo che quello che da di più sono io.
Quinta dificoltà,
mio discorso è bisessuale, serve a tutti. 
Sesta dificoltà, 
sono desposto a demostrare che quello che sento è verità.  . 
E non mi importa che immpegni 1.000 anni, 
                                                              cè tempo per tutto. 
Complicazione  primordiale, 
al di là di tutto, miei incontri con le parole sono favorabili.

Dicono di me, che sono intelligente o raro. 
Sospettare non sospetano. 
possono pensare che sono un po’  megalomaníaco (deliri di grandeza) 
mai che sono in presenza di un genio. Quello, mai. 
A me, non mi fa male. Per me, è lo stesso. 
                                                              Io spero, 
alcuna volta, alcuna donna nel parossismo del godere, 
mi dirá che sono único, 
                                 cavallo della notte, 
                                                              Yeti immortale. 
Ho vizi: L’amore in nascondiglio. Insisto: 
                                                                 che nessuno sappia. 
Reti, 
          storie, 
                       amo le storie. 
La espléndida zona del misterio, 
                                                tutta per l’amore. 
Sesso e virtù, le preferisco in segreto. 
Per spogliarmi e quelle cose preferisco rituali, y esas cosas prefiero rituales, 
rituali breve che non non abbiano a che vedere con la morte 
e dove qualsiesi nome proprio sia benvenuto.

Desidero farmi un futuro, una piccola finca vicino al mare. 
Assucurare un colore sádico per mia pelle, tutto il tempo. 
Essere necessario per qualcuno o per qualche cosa in generale, quello sí, mi iacerebbe  essere.

Se non servo più come crittore, me lo dicete e basta.
Piantando patate, anche sono felice. 
                                                      Vo lo assicurro, 
continuerebbe risultando interessante per voi. 
Nascerebbero  patate diforme, intelligente o rare.

E sappiate che se,
che so che non ci sono buone medicine per l’anima,
perche l’anima non essiste.
                                     Carezza tenue, carezza di state, 
uve mature su tua pelle,
uve nere, rotondi, tolte, 
più che per il sapore, per sua belleza. 
Amo nelle stili classiche il raffinamento per la stupidagine. 
Le condecorazioni, in fine, tutto lo inútile. 
Ebbe aver avuto tra mie parenti, quqlche uomo di bene.
Qualcuno con una catena d’oro circondado sue ossa.
Il Conde della Catena. L’afucato. 
Suprimendo il sesso tutto saldrebbe perfetto e bastante più   meno costoso.
Utilizato per qualsiese desidero, il lavoro è molto maggiore. 
Faccio l’idiota, quello è chiaro.
                                           Lui crede 
                                            Ella crede il contrario. 
Io penso che ella e lui fecero l’única cosa possibile: 
Lui un senso a sua follia.
Ella un destino a suo sesso.
                                     L’umanizazione fu completa. 
Mi lasciai portare,
mi portarono per dietro le quinte del sesso e la follia,
sue maschere per la festa.
E io fu Dio e Lucifer e il mago del sesso
                                                           e tutto senza sapere. 
Naessuno domando per me. Stava disposto a rimanere fino alla fine. 
¿di ché cosa sono risponsabile? domando. 
per caso di aver visto tutto. 
                                           Lo’ho visto tutto. 
Dei avermi emozionato in alcùn momento. 
                                                                  Mi emozionai sempre.
¿Di ché se mi accusa? 
Di portare fino al paroxismo un supere,
di che miei figli vadano alla scuola. 
Di aver visto la morte nella sua follia 
e la morte anche nel suo sesso. 
Fui discreto, galante, convenzionale, 
amai tutto quello che mi fu indicado amare. 
Sciocco e meraviglioso, 
                              sempre,    
                                          con la stessa passione.

Mi mettero no un prezzo. 
Un luogor troppo piccolo per mie splosioni cósmiche.

Lei vale tanto, si faccia  valere. 
Io non posso più, 
ambisco il sole, 
le sciocche conversazioni con miei Amici, per niente.

Mio corpo 
               vibra 
di fronte al più piccolo movimento della natura.
Mi sembra bene, per mie fratelli, 
qualsiese modo di vivere.

E se bene o perso mia passione per gli incontri inutili,
non ho peduto il registro dello mortale, 
la immacolata passione nera, 
                                        l’incontro delle volontà. 
E se bene è certo che mi trovo andando alla deriva, 
la deriva è una referenza. 
Si la può segnalare e calcolare, 
si la può far saltare in mille pezzi.
Si la può scoprire di pelli e pietre preziosi,e
si la può amare. 
¡Oh! Miei Poveri ciechi d’amore,
miei ciechi Della ciecheza  fatale. 
                                            Ella è la deriva.
Un amore impossibile. Un tramonto indimenticabile.

Che sono un grande scrittore, già lo so.
Il dilema: 
Come fare per che qualche altro conosca cosi grande verità.
Con i famigliari non si può, mi amano. 
loro preferiscono che a me, mi vada bene. 

Tra gli sconosciuti, 
a chi  può  gradirli questa mescolanza di rabia e lucidezza. 
Frasi dove si incrociano i destini di due civilización.
Luoghi dove regna la pazzia o la stupidagine.
                                                                  Tutto è possibile.
¿Nuovo stile? o ¿Frammentazione schisofrénica della realtà?

Continuerò scrivendo, perche scrivere mi fa bene. 
Sentire che sono un grande scrittore mi fa bene. 
Per tutto l’altro, 
quello di trovare un anima gemella o un lettore frattello, posso aspettare.
Quelo di pubblicare posso aspettare, anche se gia dovessi intentarlo. 


Alla prossima.

Indio Grigio
www.indiogris.com