Rivista settimanale su Internet INDIO GRIGIO

Nº 448 - giovedì 10 giugno - Anno 2010
FUSIONA - DIRIGE - SCRIVE E CORRISPONDE: MENASSA 2010


NON SAPPIAMO PARLARE PEO LO FACCIAMO IN VARIE LINGUE 
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DI UNA FUSIÓNE

IL BRILLO DELLO GRIGIO
E
L’INDIO DEL JARAMA

LA FUSIÓNE CON PIÙ FUTURO
DIL SECOLO XXI

Indio Gris


INDIO GRIGIO Nº 448
ANNO XI

 

MIGUEL OSCAR MENASSA
Candidato al Premio Nobel di Letteratura 2010

http://www.menassacandidatopremionobelliteratura2010.com/

 

Indio Grigio cumpi 10 anni

-festegiamenti-

 

"AMORI  PERSI", 1995

 

AMORI PERSI  

Quante volte volè morire con tanti amori persi, 
con tanti pezzi strappati di mia propria carne .
Dopo non ho potuto quasi niente, ne anche morire,
era uomo duro, per i colpi e ho dovuto vivere. 

Quando murì mio padre io stava nelle montagne.
Lui, prima di morire, mi scrivè una piccola lettera:
-Lei deve rimanere dove stá, facendo quello che fa,
non abandoni ne amori, ne lavoro, per vedermi morire.

Lentamente scendé della montagna e mi rendè conto
che, io stesso, seguendo il cammino di mio padre,
era il povero straniero che viveva lontano della sua famiglia,
senza poter  rimediarlo, ne anche, d’avanti alla morte.

E rimanè lì, dove averra arrivato, senza muovermi
e avè ansie che la mano nera  del destino,
si spaccasse nel mio viso, togliera la mia essistenza,
pero non fu possibile per me, sino seguire vivendo.

Quando murì mia madre già non c’erano montagne
e dio stesso, stava al orlo della morte.
Facendo infiniti sforzi per salvare la mia vita
non potè rendermi conto: amata madre aveva morto.

Oggi giorno, ancora, non posso ricordarla sino viva
e quando passano mesi senza ricevere, di ella, niente,
ne anche una lettera, delicata, per dirmi:
piccolo mío, bello, tanto ti voglio, figlio.

E quando ne anche cè nei miei sogni
e nessuno mi parla di lei, non la credo morta,
penso che stá molto dispiciuta  per le mie pazzie,
per mio mod di vivere, tanto lontano del suo amore.

Sogno che un giorno, ad alzarmi , per la mattina
stiamo tutti insieme seduti dintorno il fuoco,
conversando con grandi capi indios, del futuro.
Sotto il cielo, Caupolicán, mia madre ed io piccolo.

Indios che furono lo perso prima,
eredità culturale strappata del’anima, 
quando messero nelle mie affamati labra
il verbo amare, morire, in lingua spagnola.

Ne Buenos Aires mi rimanebbe per amare.
La storia americana si mete nella mia testa
e ardente e in sottovoce mi lo disse tutto:
nessuno ti ammazzerà, poeta, ti toccará l’esilio.

E per  non morire, ancora, abbandonai mia patria
e fu brutale la travesía transoceánica,
dal giardino delle delizie in América
alla risecca e árida meseta castellana.

Già era chiaro quanto aveva perso,
in apparienza sólo rimaneva mia gioventpu,
mie figli, mia forza di lavoro intatta,
miei poveri versi al vento del tramonto.

Ma quello che c’era in me era il niente, niente,
violenza di lasciarmi splodere peri l cibo 
e quando riusciva d alzare la testa, 
qualcuno, con ostinazione, mi la picchiava.

Guardando tori bravi nelle  corridas
e quelli toreri bravi fino alla stanchezza,
mi fece esperto in veróniche e, alla fine,
arrivai a rompere del tutto mia mala sorte.

Un posto nel mercato delle parole
mi permettè  guadagnare alcuni soldi.
Con alqulcosa nelle mie tasche, abandonai Madrid
e ho finito con le mie ossa in Arganda.

Scrivendo e lavorando duro,tutto il giorno,
o potuto per la mia vita
una casa con giardino vista  strada, una macchina
e collegi decenti per mie figli.

E cosi fummo felice dopo di tanto,
dopo di tanti anni di lavoro forsato,
dopo di tante lácrime e tanti amareze,
nei splendidi giorni di state conoscemmo il mare.

Ma la felicità, la gioia, non duró quasi niente,
al poco tempo di tornare di nostre vacanze,
in piena strada, in una notte strana e traditora
en Arganda del Rey, assassinarono a mio figlio Pablo.

E già non ebbe ne sogni, ne montagne,
ne dolori sufficenti, ne anche parole, 
ne i grandi capi indiani sotto il cielo, 
ne gole  di odio, ne mani di vendetta. 
Sólo questi versi sciolti, questo niente di niente

 Hasta la próxima.

Indio Griagio
www.indiogris.com