Recitale poético musicale di
primavera
Colegio Mayor Nuestra Señora de
África
il 13 maggio di 2009
VI
Miguel Oscar Menassa e
Indiani Grigi
COMPIRE 60 ANNI. COMPAGNO
Io anche fu camarata della
vita
Nella frontiera amabile della
amicizia
e nella frontiera scura della
morte.
Fui buco fatto a pezzi,
quieto fuoco,
carne che non serve per
niente, ne l’amore,
parola aperta, piena, che non
ha potuto fluire.
Fui quel pezzo di petra
sanguinante
un tango che si balla sólo
nel vivere
le vie dil tram nella curva
mortale.
Un bacio nel marciapiedi dil
treno perso,
stelle fermate in lontano
cielo,
un amore che al morire
non esistè mai.
Fui compagno della terra
americana
seminando il porvenire della
parola.
Poesía che nel futuro sará
l’amore.
Compagno, tutti insieme
attaccati
lottando per le lettere dil
pane,
per la agonía in buone mani.
Lottando compagno, tutti
insiemie
per un salario giusto, se lo
avrebbe,
un amore recíproco che non
cè.
Storie che cancellano la
memoria,
lasciando il corpo senza
ricordi,
il bacio senza suono dei
sogni.
Sono di quí, compagno, quí
mia vita.
Quí tutte mie piante, mie
lattuche,
le cose della terra nei miei
amori.
Compagno del acqua semino per
te
frutta dil tamagno di alte
illusioni:
tutti insieme vincendo alla
tristeza.
Mago di me attacco al collo
del mondo
Il cinto di assenze del
poema,
compagno del cielo piango la
solitudine.
E anche dico avere per i
matti,
i malati dell’anima, un
compagno
Bestia del amore spezzata e
sola.
E fui il gran compagno Della
notte,
del uomo insomne che non
dorme
e dil mondo vuole cambiare
l’anima.
Compagno della sbelta donna
acróbata
La che si dondola, senza stop
nell’amore.
Cade e raggiunge il cenit e
non dice parola.
Compago della donna che senza
sguardo,
cammina senza rotta di un
lato all’altro,
senza poter capire perchè
nessuno la ama.
Compagno del uomo lavoratore,
ferro per l’amore, debbole di
futuro,
qualcuno che gia perdè quello
che non fu.
Della donna lavoratrice e suo
destino:
fare del pane una verità e
del amore,
un sogno tessuto tra le
ombre.
Fui compagno della scrittura
e della pietra
La scrittura che arriva
serena alla parola,
pietra perdurabile del sesso
del’amore.
Compagno di me, fui
deslumbrato,
come dislumbranno le stelle
fugace
per uno dei miei versi che
non scrivè.
Fui commpagno ozioso della
morte,
la vigilava, la vigilava
tutto il giorno,
pero nei sogni ella poteva di
più.
Hasta la próxima.
Indio Gris
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