Rivista settimanale su Internet INDIO GRIGIO

ANNO 2009
Nº 424 - GIOVEDÌ 11 GIUGNO -
 
 

FUSIONA - DIRIGE - SCRIVE E CORRISPONDE: MENASSA 2009

NON SAPPIAMO PARLARE MA LO FACCIAMO IN VARIE LINGUE
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DI UNA FUSIÓNE

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E
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LA FUSIÓNE CON PIÙ FUTURO
DIL SECOLO XXI

Indio Gris


INDIO GRIGIO Nº 424
ANNO X

 

Recitale poético musicale di primavera
Colegio Mayor Nuestra  Señora de África
il 13 maggio di 2009

IV

Miguel Oscar Menassa e Indiani Grigi
 

Erotismo a 70 anni

 

LA DONNA ED IO

47

Al tempo che mi avvicino a i  settanta anni

comprendo con lussuria che stò un poco solo.

I giovani che crescino tutto il tempo

e gli adulti che hanno problemi di denaro

e le belle donne che vivranno al mio fianco,

fino alla morte, in verità, ci separino,

stanno molto occupate con sue cose

con sua propria vecchiai che ci viene addosso

senza prisa pero senza nessun  recato.

 

Cosi `che te lo dico, a i settanta anni,

riuscirò rimanere solo,

senza ataccamenti d’amore e di dolore,

solo, ataccato al mondo che mi tocca vivere

Per parole, per versi, un po’ di música

Qualche  colore disperato con luce propria.

Pensando cosí, la verità, amore mío

¿a chi non gli piacerebbe invecciare?

 

A me, mi disse ella, a me

Non mi piacerebbe invecciare ne sola

ne male accompagnata e già più di mille volte,

ti disse, amato mío, che invecciano le piante,

i mobili, il pavimento, le armi di guerra

pero la donna, il sesso e la allegría non invecciano.

 

La sentí più sicura che arrivai a pensare

che ella, di alcun modo, mi diceva:

Potranno invecciare anche i versi

pero nostro amore, caro, non inveccherà,

quí sto io, per sostenerlo,

ed era tanto bella quando lo diceva

che io la vide dea e nuda,

nuda e coraggiosa tutta per me

e lí fu quando non ho avuto

Paura di invecchiare o di morire.

 

Ella mi parló del mare e io lo csapì tutto:

sua carne splendorosa sarebbe il nascondiglio

di mia vita carnale e mia parola

e sua carne, senza limiti, del desiderio,

la pulsióne smesurata del mio canto,

sará tomba d’amore per le mie ossa.

 

Parola contro pietra, pietra contro parola

Senza scrivere  una storia, magari, d’amore.

 

Oggi due amnti muoiono e, alla volta,  

perduranno in un verso d’amore

dove la morte attaccata per parole

unite tra se al sole,

occupata, con alcuna innocenza,

delle sue cose, ci lascierà

Vivere un giorno di più, un altro amore,

ci lascierà finire questo poema.

 

E, dopo, disse ella rassegnata,

la morte perseguirá a gli amanti

Fino a raggiungerli e qualcosa gli dirà,

qualcosa gli dirà, repitè ella, interrogándomi.

 

Bene, li disse io, tranquillizándola,

se si tratta di noi due

la morte non direbbe niente.

Rimarrebbe muta, pállida di dolore,

per dovere ammazzare tanta belleza.  

 

Pero un giorno, uguale, lo fará

insistè ella, terca ed innobrata

ed io, macio e cantore,

senza rendermi conto delle mie anni

Gli disse tutta la verità:

 

Habbiamo come cento anni, amore mío,

qualche giorno verrà.

 

 

* * *

Recitale poético musicale
Auditorio Municipal de Camarma de Esteruelas
il 30 maggio di 2009

II

Miguel Oscar Menassa,
Kepa Ríos, Leandro Briscioli, Adrián Castaño, Fabián Menassa
 

ARRIVÒ LA POESÍA E MI DISSE

 Un sí o, bene, un no, mi fecero
aprire nuovi cammini, abbandonare cammini.

Fino a che confrontai, una notte, con la Poesía
mi la passava volando di una parte all’altra
secondo il capricchio delle mie tenere amate
che del amore, soltanto sapevano fare l’amore.

La Poesía mi disse con solvenza:
Per vivere, un uomo, non necessita volare
ne meno ancora di un lato al’altro tra sua amata.
Unuomo deve avere i piede alla alteza dei piedi.

L’anima a punto di una breve carezza,
il sole su la terra all’ora dil sole,
il corpo e la parola come fiumi disponibili
ed alla notte qualche sogno, una storia d’amore.

Un uomo ha tutte le sue speranze nel uomo.
Un uomo tiene come bandiera la libertà.
Li da acqua al quel che ha sete e lotta per un pezzo di pane
e ama, fa come che ama per non sapere amare.

Un uomo, disse la Poesía, con severità,
un uomo sa che morirà e non gli importa.
Sa che muore quando scrive e, purtroppo, scrive.
Sa che ogni amore lo ammazza e , purtroppo, si innamora.

Un uomo, gli disse, ammbisce volare
e anche se non può non gli importa.
Ambisce volare, ama la illusióne di volare.
Sentire in quel istante che qualche giorno...

Un uomo, Poesía, è capace di ammazzare,
e capace di mangiarsi il cuore amato,
togliersi della bocca con schifo un bacio d’amore
e amare, di suoi cautivi amanti, il denaro.

Anche un pomerigio qualunque un uomo
si lascia accarezare per una brisa, un aria,
un sentimento gli colpe il petto
ed il povero uomo cadendo si innamora.

E fa come se avessi  sangue nelle vene
e salta e corre e si accarezza con frenesí
e vuole intregarsi, totalmente, per amore
e, lí, viene la polizía e lo incarcela.

¿Mi segui, Poesía? Del uomo parliamo.
È capace di morire per ideali falsi
capace di fare la guerra per quasi niente
lasciar morire sua altra metà, in silenzio.

Si mette nel centro del vulcáno e lo sfida.
Vuole attraversare gli oceani con suo corpo,
toccare l’inmensità, il cielo con suoi versi
bucare il ventre della montagna, la pietra.  

L’uomo vuole arrivare con sue battiti
al centro sconosciuto della terra,
alla vita íntima di tutti suoi amanti,
vuole arrivare, al cuore delle cose.

E si innamora, Poesía,
e si putre come un fiore al sole
quando qualcuno muore o lo abbandona.

 


Alla prossima.

Indio Gris
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