Rivista settimanale su Internet INDIO GRIGIO
ANNO
2009
Nº 422 - GIOVEDÌ 28 MAGGIO -
FUSIONA
- DIRIGE - SCRIVE E CORRISPONDE: MENASSA
2009
NON
SAPPIAMO PARLARE MA LO FACCIAMO IN VARIE LINGUE
SPANOLO... PORTOGHESE... ITALIANO...
ed alcuni numeri, anche, FRANCÉSE, INGLÉSE, TEDESCO...

INDIO GRIGIO È PRODOTTO
DI UNA FUSIÓNE
IL BRILLO DELLO GRIGIO
E
L’INDIO DEL JARAMA
LA FUSIÓNE CON PIÙ FUTURO
DIL SECOLO XXI
Indio
Gris
INDIO GRIGIO Nº 422
ANNO IX
Recitale poético musicale
di primavera
Colegio Mayor Nuestra Señora de
África
el 13 de mayo de 2009
II
Miguel Oscar Menassa e
Indiani Grigi
DESPEDIDA DE BUENOS
AIRES
BUENOS AIRES, LA REGINA DEL PLATA, ADDIO
Per sapere di bambino e di pazzo
odorava gli odori cercando quel odore.
Serpente adolescente ricupero tua pelle,
per essere soltanto contro il tempo mio tempo.
Rubava delle notte sogni e fiori
neri.
Opache madri schiaciando suoi sessi
tra
la allegria e i colori
della parola puttana.
Ella era l’autunno.
Suoi frutti secchi suo colore marrone,
suo freddo tagliato per il sole
parole del passato.
Dormiva bene
mangiava mio pezzo di pane
ed amava di lei
i resplandori.
Suo corpo contro mio corpo
tutto lo primordiale.
Sue umidità contro il dolore della vigilia.
Ricordo suo petto nel mio proprio
battere
rotondi come tutta la neve
come la bianca neve universale,
suo petto
lunghe fraganze nei miei occhi. Odore degli odori.
Cercai,
con tutta la impietà della pazziaa
tue tette nella terra.
E in ogni fiore, in ogni uomo
ed in ogni parola di miei versi,
cercai,
tui occhi nella terra.
Sapè dil tempo dei spezati pétali
tra le mani.
E fu impossibile essere.
Dil vecchio amore
del coraggio di mio corpo
su tuo basso ventre,
sólo mi rimane nelle mani,
astille
incontri con la morte.
Nelle mie piccole orecchie mal
feriti
il rumore di tua voce, la vociferazione di tue incanti
tra mie gambe. Lingue di fuoco
tua voce, tuo canto amabile, tuo niente misterioso.
E andai per sapere, tuo dio
il re de tuo ululare
il omnipresente legislatore delle tue bestemie.
Tuo poeta immortale.
Il buco nel tuo sguardo, per sempre.
Bebitore senza fine, pieno di sete
pieno di rabia e di lussuria, beve tutto tuo sangue,
tua ubriacante latte, bevè, tutto il dolore.
Tuoi líquidi orgánici,
tue carni strappate con i miei denti
non bastarono.
Mia sete era insaziabile.
Era una sete di tempi, di parole.
Il sole che io cercava era altro
sole
ne fiamme, ne fulgori, ne careze su mia pelle.
Il suono del sole, il suono del suono del sole.
L’uomo di tuo corpo.
24 giunno di 1977,
Madrid.
Festa di San Giovanni