Rivista settimanale per Internet INDIO GRIGIO
Nº 379 - ANNO 2008 - GIOVEDÌ 26 GIUGNO

 

FUSIONA - DIRIGE - SCRIVE E CORRISPONDE: MENASSA 2008

NON SAPPIAMO PARLARE MA LO FACCIAMO IN VARIE LINGUE
SPANOLO... PORTOGHESE... ITALIANO...
ed alcuni numeri,anche, FRANCÉSE, INGLÉSE, TEDESCO...

INDIO GRIO È PRODOTTO
DI UNA FUSIÓNE

IL BRILLO DELLO GRIGIO
E
L’INDIO DEL JARAMA

LA FUSIÓNE CON PIÙ FUTURO
DEL SIGLO XXI

Indio Gris


INDIO GRIGIO Nº 379


ANNO VIII

COSÍ PARLÓ ZARATUSTRITA NEL 1983

 

 

Caro:

LA PASSIÓNE: LA POESÍA

Tra la vita
che non mi appartiene
l’amore
e la vita che sono
la follia.
La poesía
può riempire

tutto quel vuoto
.

Parlava
sempre in silenzio
senza dirgli niente.
Ella pensava nel futuro.

Eravamo cosí,
seduti uno di fronte al’altro
da secoli.

Mia voce suonava vuota 
tra i profumi violenti
di sue natiche
aperte come manantiali
come vertenti cristalline
di rocío aprendosi
al piccolo sole del mattino.

Mia voce si perdeva
tra la acústica marea.

Sigilosi movimenti di suo corpo
vulva innamorata, vulva di miele
diamante furioso
espesa vulva zucherrata
marca nelle mie labbra
il silenzio.

Più che ascoltare mia voce
Ella seguíva
pensando nel futuro.

Cavalcando feroce nella sua follia
io sono
quel piccolo sole del mattino.

Rómpete
come si rompe il cristallo
facendo música
ed Ella si rompeva
senza ascoltarmi.

Ballavamo.

Éravamo come un uomo
ed una donna ballando.

Ella mi baciava le guance
e in quel ardore
io li diceva che la amavo.

Dopo
eravamo capaci di fermare  la música
per guardarci francamente a gli occhi.

In silenzio ci sapevamo  famosi,
re dil gesto
opípari comensali del’amore,
guardarci
era come morire.

Dopo, ancora, continuamo
danzando levemente.
Istante delle forme
caduti uno su l’altro
io non diceva niente.
Ella era il futuro.

Scrivirò in silenzio
e la poesía 
borsa delirante 
silenzio perenne 
che necessita mia voce per vivere,
piena mia vita di sorprese.

Ferente,
gioioso di suo momentaneo potere 
su mie nervi parla per me.

Io sono Ella
ed Ella è la Poesía
insieme
come se ci avessino
strappato alla terra
dalla stessa radice
occupiamo
un solo spazio nel tuo cuore. 
Siamo lo stesso tempo.

Ella e la Poesía amano vestirsi
con le miglire sete.

Gioiello marino
fiore
diadema della follia
brillo serpegiante
e topazi
bravi di tanta luce 
per tuo corpo momificato
sempre uguale ogni volta
sempre differente.

Nutrono sue corpi cibi únici. 
Devorare limpidamente l’universo
e fare l’amore gli impaziva. 
Quando chiudono la bocca per morire
in silenzio
desiderano conoscere dei sapori
uno differente.

Sempre ambiscono
stare in altre braci
ed una volta in più,
dolente smorfia senza suono
incomincia a battere.

Apre suoi occhi e domanda,
¿è il tramonto o la mattiana?
Svanisco a suo fianco
per non perturbare
il corso di suoi sogni.
In silenzio lascio di vivere.
Ella sogna
e la notte si popola di suoni, 
misteri
ardori di suo corpo e la música.

Suo russare sono il bravío mare
e la torpeza di suoi denti 
scontrandosi nelle ombre 
catarate volcániche di lontananza e nuvola.

Rumori ardenti
annunciano il finale della tennereza.
Treni sanguinati nella guerra 
stridenti a volte perche il dolore
è irragiungibile.

Sua pelle
brutalle enredadera
sale disordinata,
bramo siderale,
faceva le concavità
più remote
verso gli veriqueti.

Amianto vespertino
cresce
nel tumulto dei celi
verso un destino in fiamme.

Poesía di fuoco
ardente vulva strappata

Ella è la poesía
dragóne innamorato
boccanata febbrile
fumo e cenere.

Donna di fuoco Poesía di fuoco 
consumanno voracemente
verso gli spazi infiniti
il corpo del’amore.

Al giovedì.

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