Rivista settimanale per Internet INDIO GRIGIO
FUSIONA - DIRIGE - SCRIVE E CORRISPONDE: MENASSA 2008 NON SAPPIAMO PARLARE MA LO FACCIAMO IN VARIE LINGUESPANOLO... PORTOGHESE... ITALIANO... ed alcuni numeri,anche, FRANCÉSE, INGLÉSE, TEDESCO...
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IL BRILLO DELLO GRIGIO DEL SIGLO XXI
INDIO GRIGIO Nº 377 COSÍ PARLÓ ZARATUSTRITA NEL 2000
Caro: In uno dei miei poemi di gioventù arrivai a dire: "Non sto meravigliato per mia vita. Sto arteramente sorpreso per mia vita". In quel momento (1976-1981), i paesagi più neri del esilio facevano vero il mio dire. Quello che non ho potuto sapere in quel momento fu che, 25 anni dopo, mia vita mi tornerebbe a sorprendere arteramente. 25 anni fa, un quarto di secolo, nessuna felicità sperava ad un uomo che aveva abbandonato tutto per seguire vivendo. Fu ,allora, quando mi attraversò una frase del immenso poeta cubano, José Martí: "La felicità sólo può incontrarsi nel cammino del lavoro" ed allora incominciai ad avere illusioni di essere feclice, poteva produrre col mio lavoro un po’ di felicità per mia piccola famiglia. Il solo pensiero mi fa felice. Quello che non sapeva 25 anni fa che a i lavoratori se li pu’o sfruttare di una maniera absoluta, se gli pu’o fottere impunemente. E allora fu quando scrivè: "No fui felice perche essere felice è una argucia del sistema".
Dopo, ancora, mi disse:
Far denaro non serve a niente. Lo importante per l’umanità è generare lavoro e quanto per più gente meglio. Quella sarà tutta nostra riccheza, lavorare quasi fino a morire e, ancora, avremmo il tempo per l’amore, la poesía, il denaro (se qualcuno lo desiderebbe), la folle solitudine della vecchiaia e quelle conversazioni, assolutamente cuotidiane, che tra noi, i poeti, ha prodotto, anche, il lavoro. Primo di conversare non sapevamo che il lavoro pu’o modificare la natura delle cose. Di tutte le cose. Dio ¿per caso lo sarebbe senza suoi scrittori? Anche Dio sarebbe giusto se qualcuno lo scrivesse. E cosa dire delle classi sociali che producè il lavoro, quando l’ stesso lavoro produco il , apparente, disordine attuale dove la gente (intelettuali di tutto tipo, giornalisti facendo di maestri), e arrivato a pronnunciare in voce alta ed a publicare in grandi titolari: LE CLASSI SOCIALI NON ESSISTONO. E, per último, perche so che mi amono, mi domando: ¿Che sarebbe del inconscio senza il lavoro di Freud, senza nostro lavoro ? E la poesía, stronzi, ¿cosa sarebbe della poesía senza il lavoro dei poeti ? Vediamo ¿cosa sarebbe il mare, l’inmenso mare, senza mio sguardo?
Vengano a me i libri, è il mondo che amo. Al giovedì.
Indio Grigio
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