Rivista settimanale per Internet INDIO GRIGIO
Nº 371 - ANNO 2008 - GIOVEDÌ 1 MAGIO

 

FUSIONA - DIRIGE - SCRIVE E CORRISPONDE: MENASSA 2008

NON SAPPIAMO PARLARE MA LO FACCIAMO IN VARIE LINGUE
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ed alcuni numeri,anche, FRANCÉSE, INGLÉSE, TEDESCO...

INDIO GRIO È PRODOTTO
DI UNA FUSIÓNE

IL BRILLO DELLO GRIGIO
E
L’INDIO DEL JARAMA

LA FUSIÓNE CON PIÙ FUTURO
DEL SIGLO XXI

 

Indio Gris


INDIO GRIGIO Nº 371


ANNO VIII

COSÍ PARLÓ ZARATUSTRITA NEL 1997

 

27 luglio 1997

Caro:

      A volte mi ammiro a me stesso, con le cose che faccio o sarebbe capace di fare per che funzioni la machina, che non posso definire molto bene, ne il suo funzionamento ne sue atributi e che, per altra parte, si produce qualcosa io, ancora, non mi sono reso conto bene che cos’è.

      Purtroppo, devo riconoscere una gioia quando la vedo, laascolto o la immagino funzionando. Mi sento come incluso in un movimento superiore alle mie forse, a miei propri pensieri per quello mail i domando verso dove andiamo, chì viaggia con noi.

      Acetto mansamente sua mappa di strada e suoi amori. Disposto a compartirla con tutto chi la ami, ella si  compporta con me dolcemente e quando non faciamo l’amore, sorridemo guardando la luna al’unísono di canti di uccelli stranieri, per parlare di paesi essotici e caldi, dove l’acqua del mare è un trastorno di dolore, ululare orribili e spettrali marcano costantemente il rumore del’amore.

      Non ditenerti nel orlo delle ore come quel orribile personaggio francese.  

      Cade nei miei braccia, cade nella assenza dil tempo di miei battiti d’amore e disperazione per incontrare, chi sa’, la traccia stessa, di ogni poema, registrata nella pelle marina, lontana dalla luce di alcùn racconto infantile nello sguardo dell’umanità.

      Per ogni donna avrà nei miei versi, il poema che la contenga tutta, e per ogni donna, diversa sará il fiore e altro il poema.

      Dopo ancora, giraremo scene inutili. Un corsario, vestito d pagliaccio morendo di vecchio e triste nel ospedale della Principessa. Faremo un documentale per dimostrare che le armi di fuoco e suo perfazionamento si devono ad una regola  ética, che direbbe, più o meno, cosí:

    Inventiamo le armi di fuoco per evitare per tutti i mecí che un millione di piccole formiche nere si manggiano in quindici minuti ad un  enorme elefante bianco.

    Dimmi dove sono, dimmi dove sono e faremo l’amore senza conoscerci. Cieco, alle bontà della natura, preferisco stare, quando la nebia del desidero ci attraversa.

Ed è un senti occolto quello che si fa vana presenza illuminata.

    Un bacio sempre muore nel bacio, un vero grande amore, muore la  stessa notte che si produce. Un polvo
 vero non si ricorda mai.

    Per quello è che ti amo,straniera, bianca straniera mía e tan to lontana. Ti amo per quel mondo che si apre al perderti. Amo le ali che mi ai dato per volare lontano da te, oh, innamorata.

    Notti di follia dove il ricordo di tua pelle sono tutti i ricordi.

E cóme ti stendevi sulla mia vita senza che ne io mi rendessi conto, tua pelle acuta ombra  schiarescente di incecanti luci, tua pelle amnte dei misteri senza soluzioni, amante pazza, ostinata, cieca. Tu a pelle era il gremio materno per i grande poeti millenari.

     Quando aveva canto, quando la música suonava al unísono  con la música, quando tutta violenza era un violíno sanguinando, era tua pelle  quella che cantava.

    In ogni  giro su te stessa, su la umanità, in ogni volta di foglia, in ogni nuovo incontro eri altra e altra ancora, pero non aballavi,ti mostravi tutto il tempo come sparendo, come non volendo stare del tutto in nessùn luogo, non amare nessuna realtà, nessùn tempo.  

    Fu allora quando ti baciai le labra con tenerezza, le labra, le stelle, i cento conti non fatti, il salario della paura che mai prenderemo in  metálico, le stazioni públici, i treni pieni di caldo in piena state, le spighe di trigo al commpasso  di tue labbra.Ti chiedè che mi  baciassi gli occhi e moveste  tue natiche capriciosamente.

    Subito mi disse: è l’influsso del sole su le bestie, adesso ci cercheremo come bestie per fare dell’amore le cose delle bestie.  E ti muzzicherò il collo come se fossi un animale caldo e ti muoverai  ecitata e folle, trattando di che io creda  che ti vuoi salvare, che meglio lasciarlo  per la prossima state, e lì. è quando si cadono i fiori del tavolo, gli assini lasciano di portare la pesante carica, per calciare al vento sue antiche pene, tutto trema in noi come se nostri corpi fosseno la l’essenza del tremore, e ancora rimane una giornata di matti e torneremo a cadere insieme con la caduta del sole e ogni pomeriggio si chiudera la mattina seguente. 

    Avere vissuto a pieno mare questi amori fanno dil tempo Sali curativi. Non fu che ho dovuto perdere mia gioventù , amai la notte  intensamente, riccamai con parole a cento parole, disse questo e disse quello, permanentemente, e mai ho avuto fretta per arrivare. E così pasai grande parte della mia vita e qualdo mi metteva nel mare lo faceva con rispetto e mai mi avvicinava a i vulcani e mi produceva tristeza gli animali in cautiverio e le donne in  cautiverio e gli uomini in cautiverio e i bambini in  cautiverio e quando  sapeva che qualcuno non aveva avuto suo pezzo di pane , subbito abandonava tutto quello che stava facendo e mi metteva a pensare se aveva o non aveva soluzione la fame degli altri.  

    Amata, amata, dove sei, so che te ne stai andando di nascosto, senza chiamare mia attenzione, come se mai fosse statu.Come la piccola fiamma interiore che ci permette il mondo, che a volte ci si spegne, senza che sia possibile detettare nessun vento, ne anche una piccola  brisa.

    Fiamma d’amore mi dico si  spegna con amore.

Al giovedì.

Indio Grigio
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