Rivista settimanale per Internet INDIO GRIGIO
FUSIONA - DIRIGE - SCRIVE E CORRISPONDE: MENASSA 2008 NON SAPPIAMO PARLARE MA LO FACCIAMO IN VARIE LINGUESPANOLO... PORTOGHESE... ITALIANO... ed alcuni numeri,anche, FRANCÉSE, INGLÉSE, TEDESCO...
INDIO
GRIO È PRODOTTO
IL BRILLO DELLO GRIGIO DEL SIGLO XXI
INDIO GRIGIO Nº 369
COSÍ PARLÓ ZARATUSTRITA NEL 1978 TRE DECENNI FA, 30 ANNI
(Viene da Indio Grigio 368) Caro:
Rose ambarine e, anche, rose di colori comuni e spine di rose sanguíne e carnose. E anche spine selvagie di una profumata rosa bianca, -come alcuna volta occorrè- antiche e delicate, spine del’amore. Corona di spine innamorate su la testa del piccolo bimbo diglielo tutto . Il poeta, fedele e ostinato corruttore del senso. Soldato dello inevitabile. Ombra espettante su tutto. Il poeta, piccolo bimbo, non si sostiene sulle sue gambe. Non sa’ quello che vuole. È trascinatoper l’affanno sociale che pesa su di lei denunciarlo tutto. E in ogni dinuncia, in ogni incontro con la verità, è tutto, vuol dire, nessuno. Suo essere, scandaloso e solitario alla volta, vaga senza sapere. Filo di acqua, tenue e vivace tra le montagne, orlando le pietre. Il poeta, una vecchiaia e il suo vértigo. Una gioventù e sua decadenza. Sempre un punto fisso, una detenzione sublime, per che il mondo giri per un istante, impazito, nei suoi dintorni. Il poeta ambbisce la libertà. Ci sono giorni che vuole morire .Il brutale incatenamento solo gli permette, piccoli e, per che non dirlo, reglamentati movimenti.Tra la poesia , dea indiscutibile, o bene, serpente única capace di affondire mille págine in un verso. Metáfora ardente di tutto lo vissuto. E il límite che impone lo sociale; sommergersi, tra le mácchine e suoi rifiuti. Uomo di plástico. Gobernanti perversi. Bambini assassinati a calci prima di nascere. Piccoli naví della allegría, affonditi primo di partire. E sommersi, in tutta la immundizia che trascorre nelle cloache e, anche, nei bianchi ospedali, nei dormitori meglio atrezzati, e nel lento trascorrere delle ore. Nella serena tarde dove un crimine si fa a pezzi contro il sole. nei gagni, nei bagni publici dove l’odore è quello che finalmente ammazza, o bene, nei bagni della chiesa dove la purificazione a le sue vittime. E le immondizie trascorrono su tutte le cose umane. E il poeta trascorre su tutte le immondizie. Piccolo bambino diglielo tutto, trascorre tra la merda sublime de i grande dei, o bene, tenue merde di alcùn ave di passo. E lo sociale,dicevamo, e il contenuto sbarrendo con le forme. E le forme, detenendo nella sua precissione, in suo perffetto meccanismo di orologeria, i gridi deforme del uomo. Mettere in una gabbia suo proprio cuore disperato.Fissare come si fissano dopo di morti,gli organi potriti. Silenziare, per sempre, le inquietanti imprecissioni del’amore. (Continuerá nel Indio Grigio 370) Al giovedì.
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