Rivista settimanale per Internet INDIO GRIGIO
FUSIONA - DIRIGE - SCRIVE E CORRISPONDE: MENASSA 2008
NON
SAPPIAMO PARLARE MA LO FACCIAMO IN VARIE LINGUE
INDIO
GRIGIO È PRODOTTO
IL BRILLO DELLO GRIGIO
LA FUSIÓNE CON PIÙ FUTURO
INDIO GRIGIO Nº 364
COSÍ PARLÓ ZARATUSTRITA NEL 1978 TRE DECENNI FA, 30 ANNI
(Viene dal Indio Grigio 363) Caro: Volere, vorebbe avere un buon rapporto con qualcuno e, purtroppo, scrivo che il viavai della intersuggetività è troppo famigliare per il gran mondo. Questo mi sembra. Preferisco avere fiducia nelle forze del mio lavoro e, purtroppo, mia scrittura è sanguínea, vitale, diffícile di vendere. La letteratura non mi interessa e la vita non so’ bene cos’è. A volte, penso: la vita ancora non ha incominciato. Essere una brisa o bene, essere una ráfica sono, per adesso, ñe tali naturali ambizioni di qualsiesi passione. L’uomo si dibbatte, vuole essere e non può. Può e, quando può , gia non l’interessa. Gli occhi, la bocca, l’ano, un anima aperta, o bene, un cuore chiuso sono, ancora, i limiti di quella impossibilità. Buchi troppo piccoli per che l’uomo cada per loro nel essere. Buche troppo piccoli per che, per loro, entri l’umanitànel uomo. Sangue e vergogna, latte marina, petti turbulenti per le bocche con più sete, opulento seme ascendendo per le naccarate pareti della tua cella sono, ancora, soltanto onomatopei dello umano. Un intento, vano come altri, di catturare, con il nome, la cosa nominata. (Continuerá nel Indio Grigio 365) Al Giovedì.
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