Rivista settimanale per Internet INDIO GRIGIO
FUSIONA - DIRIGE - SCRIVE E CORRISPONDE: MENASSA 2008
NON
SAPPIAMO PARLARE MA LO FACCIAMO IN VARIE LINGUE
INDIO
GRIGIO È PRODOTTO
IL BRILLO DELLO GRIGIO
LA FUSIÓNE CON PIÙ
FUTURO
INDIO GRIGIO Nº 360
COSÍ PARLÓ ZARATUSTRITANEL ANNO 2000
Caro:
Quello che necessito è un buon amministratore. Qualcuno che faccia i conti a mio favore. Qualcuno che mi possa dire: —Guardi, Don Menassa, 75.000 essemplari per una rivista mensile di poesía di difusióne gratuita, sono molto poco esemplari. Tenendo in conto che qualsiesi giornalucio che produca 300.000 esemplari diarios starebbe producendo 9.000.000 di esemplari al mese; possiamo dire, una ricchezza ostentosa di fronte a nostra miserabile poverta. Sólo 75.000 esemplari al mese. Così non adremo da nessuna parte. E io so’ che disturbare al personale, quando il personale ha fatto suo sforzo , non è cosa buona. Pur troppo, precisamente adesso, dove più di 30 soggetti del inconscio (per sua condizione di candidati al psicanálisi) hanno deciso apropriarsi con suo lavoro (tempo, denaro) di una delle riviste più importante del fine secolo «Las 2001 Noches», precisamente, adesso, è quando vado come i venti uraganati fuori staggione per dirli a quelli coragiosi: -Non aveti comprato niente,quasi niente. La vera libertà, per una revista di poesia, occorre quando si pubblicano 500.000 esemplari al mese e si distribuiscono eficacemente. È per quello che, nello stesso tempo dove ringrazio vostro arrivo al mondo dei vivi, vi chiedo di comprendere che ancora non abbiamo realizato niente ,quasi niente . 75.000 esemplari al mese di Las 2001 Noches, comparato con il potere della stampa contro la quale debe lottare una rivista de poesía, è come un piccolo erutto in una notte di tormenta eléttrica. La verità, non so’ per ché commetto questo errore, pero ho molta voglia di dirlo: La idea di Las 2001 Noches, è una idea vigorosa, allora, per che progressi come tale, idea vigorosa, è necessaria una infraestruttura económica poderosa. Quando dovrebbe essere felice, sono felice; pero nello stesso momento di essere felice, mi rendo conto che mia felicità non è la felicità del mondo. Allora, godo mia felicità. Mi dico: 75.000 esemplari al mese, ché barbarità, ché meraviglia. Tutto occorre come sognai tutta la mi avita e vedo a i miei amici contenti, felici, per quello che abbiamo aquistato e, senza lasciar di godere per mia piccola felicità, mi metto a lavorare in una felicità più grande, per più gente e mi immagino grande tabbelloni per televisione che dicano : FINO A 500.000 ESEMPLARI DI LIBERTÀ e guarderò a i miei amanti e tutti sorrediremo e alcùn giornalista senza pietà dirá tra amici: «Lí va Oscar Menassa, il magnate della poesía» e farà ostentazione di avermi conosciuto quando leggevamo a viva voce nostri poemi nei quartieri popolare di Madrid e noi, povere criature incantate per la belleza , per i terremoti e le borrasche e l’odore a pane bruciato, per le mattine. Criature, asolutamente ataccate per l’amore alle parole. Tutta nostra vita sará quella grandezza, volando di un confíne ad altro confíne della lingua spagnola. Prima di incominciare il próximo secolo, qualcosa avremmo fatto con l’amore e starà scritto. Prima di incominciare il próximo secolo, qualcosa avremmo fatto con la scrittura e starà tutto pubblicato. L’única cosa che so’ è che il bene che doveva fare psicanalisi gia l’ho fatto o lo stò facendo con i candidati che, attualmente, nella Scuola di Psicanalisi che dirigo.
Adesso mi piacerebbe
dedicarme a qualche altra cosa. Un violíno infermabile. La música nel fondo di un cuore cadendo nel lago del amore. Atolondrato, quello voglio essere , un atolondrato, qualcuno che alcune cose se gli porta a dosso ed altre cose lo portano a dosso a lei. Un giocatolo rotto, nelle mani ansiose per giocare. Scompartimenti vuoti, largo come il mare . Gia fui il médico che mio padre desideraba per me, gia fui il poeta che mia madre ambizionava a suo fianco.
Adesso mi piacerebbe
dedicarmi a qualche altra cosa. Fumo di vento ragiungendo il paroxismo di un amore. Zarpa addolorata, ferita dolce, allegre, capriciosa ferida ricordandoti. Poeta senza avviso previo. Poeta ad un colpo. Poeta che, rabiosamente, parla del’amore. Poeta buon equilibrista, poeta volatore. Poeta del popoloper tutti i popoli. Poeta dolce, preparato, tigre del anima. Affamato per i verbi desorbitati. Poeta registratore automático. Poeta senza rotta. Poeta incantatore di serpenti profumate. Apritore di cammini. Poeta dil tempo. Poeta umanizato, vento di luce, io fui tutta la grandiloquenza del’amore. Adesso mi piacerebbe dedicarmi a qualche altra cosa.
Io fui suo amante crudele. Il tipo di denaro che manteneva sua follia. Sua dama di compagnía alla ora del té, la terna amica delle lunghe conversazioni e fui suo macho, tante volte fui suo macho, tutto corpo, baba senza fine, bussola sperpéntica, e la amava e facevamo l’amore come gli animali. Dopo, anche, stanno cuei giorni come morti, come se niente. Cuei giorni dove ci da voglia di incominciare tutto da capo. La poesía da capo, l’amore da capo, la vita stessa cominciar da capo. Anche se non si possa o non si deva, cambiare tutto di luogo, di tempo. Io anche fui un amante infernale e, quando ella rideva, io me la mangiava a baci e, quando lei piaggeva, io me la manggiava a baci e ci mettevamo a giocare e io la succhiava con frenesí ed ella gridava: Diavolo, diavolo; sismo questa pacía extraterrestre, questo amore senza fine, e dio la succhiava e, dopo, mi la manggiava e parlavamo di mia potenza virile mentre la succhiava e mi la manggiava e lei si tornava triste, molto triste, quando io lasciava di scrivere. Amore, amante amore, anche conosco a chi, per fare l’amore,si ámalo e, anche, conosco a gli amanti crudeli che va e va tutto il giorno facendo l’amore e non fermavano mai. Alto albaricoque irragiungibile per la lussuria del ricordo, stò come la vita stessa, disordinato. Tengo che sostenere due grandi amori: Madrid, Buenos Aires, e l’anima si mi impiccolisce invece di ingrandirse. Loas,allora, per l’uomo che si alza in me e grida, un’altra volta, ostinato, LIBERTA. Adesso mi piacerebbe dedicarmi a qualche altra cosa. Vendere frutta o fiori o nostalgie, essere dil tempo la bruma, dell’estate la notte. Io anche ho cose per raccontare e fui quel che sopportò tutta la domanda. ¿Dovee vivere, fuiri delle braccia di mia madre? ¿dove poter dissegnare una bocca fuori delle sue labbra? Intermittente spíritu del aria. Stò quí, metiendo nelle mie borse, leve speranza. Nottámbulo uccellino perso. Stò quí, riccamando nelle mie borse, i venti uracanati del poema.
Sono il cantore, gli disse sorridente, non ho niente da perdere, sólo mio canto. Cosí che, lei ed io, possiamo baciarci,
pisare forte la terra,
volare più alto. Gia so’ che non è decente, amare la vita tanto, che non è onesto, sincero, volerla per me. Che l’infinito fuoco deve essere spento. Che l’inquietante desiderio, deve morire.
Purtroppo, lei e dio potremmo affondirci levemente nel abiso, riemoire tutto l’abiso con mio canto.
Anche in verità nessuno lo voglia, vivere, vivere, potremmo mille anni. Io sarebbe il cantore e lei mio canto. AL Giovedì.
Indio Grigio
QUESTO Ê PUBBLICITÀ
VENERDÌ 15 FEBBRAIO DI 2008
Ora:
19.00 horas.
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