Fui come si dice un buon fenizio, in tutto.
Non era navegare per navegare, mio officio,
mio officio era dtendermi tra i porti.
Rosa perduta di profumi rotti,
colore di solitudine, lasciava in ogni porto,
un infinito brote di follia.
Non sto perduto di amori sino di noie:
gia nessuno corre per i scaloni di mia mente come tú,
gia nessuno apre sua fonte con allegría e desiderio per me.
Io gia non vedo tuoi occhi nel profondo di mie mani.
Navegare per navegare non è mio oficio,
strapare pezzi del niente e unirli in congiuro,
quello è il mio mestiere silenzioso e tenace, come di versi,
mio mestiere non si può imparare, non sa, è cieco.
POESÍA,
LETTERE D’AMORE, PSICANÁLISI,
¿EROTISMO O PORNOGRAFÍA?
QUALCOSA DI POLÍTICA O RACCOLTA DI SPAZZATURA
E LETTERA DEL DIRETTORE
¿SAPEVI CHE TORNAVA?
¿Sapevi che
tornava? ¿mi aspettavi?
Sanguiante e taciturno,
dopo di mille fallimenti
–quasi senza speranze
di incontrarti-
mi ho sommerso per andare
volando dietro di te,
in pesanti cieli,
infinita selva della pazzia.
No sei, pero ti annunciano
verdi disperati.
Non sei, pero nella selva,
tutto mi parla di te.
Ulullare di cani
non sopportando il vento,
l’uragano dei versi,
la tempesta d’amore.
Piccoli cuori trascinati
per forte correntate,
piccoli cuori buttati
lontano del cuore.
“UN’APPUNTAMENTO CON LA PAROLA”
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