Rivista settimanale per Internet Indio Grigio
Nº 299 ANNO 2006 GIOVEDÌ 25
 MAGIO

 

FUSIONA - DIRIGE - SCRIVE E CORRISPONDE: MENASSA 2006

NON SAPPIAMO PARLARE PERO LO  FACCIAMO IN VARIE LINGUE
SPAGNOLO, FRANCÉSE, INGLÉSE, PORTOGHÉSE, ITALIANO 

INDIO GRIGIO È  PRODOTTO
DI UNA FUSIÓNE
IL BRILLO DELLA COSA GRIGIA
E
L’INDIO DEL JARAMA
LA FUSIÓNE CON PIÙ FUTURO DEL SECOLO
XXI

Índio Gris


INDIO GRIGIO Nº 299

ANNO VI

EDITRICE

 

CONSIGLIO III

Quando piove
si debe fare attenzione con gli angeli.
A volte  cadono pesatamente su di noi
quando bagnano sue ali.

Nn si debe avere pietà .

Uno solo di loro
possono allegrarci  la vita per sempre.

 

POESÍA, LETTERE D’AMORE, PSICANÁLISI,
¿EROTISMO O PORNOGRAFÍA?
UN PO DI POLÍTICA O RACCOLTA DI SPAZZATURA
E LETTERA DEL DIRETTORE

LA DONNA E IO

12

Desterro di mia vita il pianto,
penoso, per quello che non avrò.
Osservo con intelligenza varonile
quello che già non avrá e non piango,
non maledico aver nato uomo
e che non abbia essistito  prima di nascere
i marciapiedi, il canto, il sesso aperto,
la pazia, le strade illuminate,
il passa treno, gli uccelli cadendo.
Che ebbe prima di me,  belle donne
che amarono ad altri uomini,averono altra pelle.

Acetto senza rencore provenire della polvere
in tutti i sensi, terra e amore,
sesso e delirio, tutto polvere della polvere.

Quevedo quí, Vallejo a mio fianco,
Machado dolente del cammino fatto
e tú e io e il mondo, amata, che ci inghiottaa,
se non lasciamo di piangere no vedremo il sole.
Cosí, li disse, che quello che decido oggi stesso,
quí con te  in nostra propria casa:
I morti non esistono, gia  stanno morti
non so per ché, addolorati,continuare piangendo.
E la vita, esattamente, piena, non esiste,
¿perchè continuare abizionando  quello?

Senza soffrire per quello che già non si abisce,
senza piangere ne a quelli andati ne a i morti  ,
incominciaremo a scrivere un nuovo verso
e quel  verso, chiave del tempo atraversata
per la piccola allegría personale
di sentirci  felici senza niente che piangere,
morirá per sempre la poverta,
il mal amare, la angoscia per il sesso
pero mai avrà pace,  ne libertà
e saremo belli, alti, ben alimentati
e paseremo sempre facendo la guerra
contro i brutti, bassi, male alimentati…

Vediamo, amore mio,
mi disse ella sull’orlo della rabbia,
un verso lliscio, possibile, vicino alla terra
sul quale si possa camminare senza paure.
Un verso que nos diga la verdad de la vida,
che non parli con chiareza del dolore,
della piccola schiaveza delle donne,
un verso, caro, che faccia la guerra
e che lavi i piatti con noi.
Vediamo, caro, un verso, che mi liberi di te
voglio vederti dire, sereno,  in qualche verso
che tuo amore potrá sostenere mia libertà.

Apri la cella dove mi custodi,
libérati in un verso, vuola fuori di te.
Guardate,donne  , mio  uomo si inginocchia
al passo, inquietante, della bella.
Scrive, amore, in un poema, che tuo amore
illimitato e eterno, terco e infinito,
è  capace di allegrarsi con mia partenza
e aspettare che io cresca per amarmi.
Vediamo, caro, scrivi in un poema…

Spinto per lei intentai dirli la verità:
Fumo e scrivo dai dodici anni,
quando  mi lasciano solo mi masturbo
e stò contento sempre senza sapere perchè
e a te ti amo perche  sí, senza appena motivi.
Per quello, adesso, voglio  stendermi
in un verso semplice, in piena terra,
nel centro  stesso del asfalto
per poter amarte senza muraglie
y entregarme fatale a tua cecheza
e lasciar scritto in alcún verso,
amo sua libertà, amata signora
e più che quello,
la  penso tutto il giorno in libertà
e mai ho potuto capire perchè
rimanevi, sommessa, al mio fianco
sperando che aquistassi
alcuna libertà e ti la regalara.

Dopo, arrivai a pensare che non mi amavi
che eri al mio fianco per la mia belleza
mia maniera di intregare mio corpo al’amore
ti difendevano di Dio e un poco di tua madre.
E, dopo, alcuni sucessi senza magior importanza,
sempre necesitavi un denaro che mai avevi.
Ere ostinataa e gelosa della maniera più semplice,
“non  voglio, non voglio,  non voglio e non mi importa”
e aprivi le gambe e chiudevi tuo cuore
e io, non ti capiva pero ti amava,
ti amava con fervore, sensibile a tue parole
sempre ti fece credere che ti desiderava.
Che ero io chi voleva questo o quello,
lavorai  duramente fino a riuscire
costruire nel mondo tue ambizioni
pero ti faceva credere che mie erano tue idee.

Lei mi interrumpè stravolta per dire:
è vero che ci sono cose che Dio non mi permette
e di preferire
preferirebbe che mia madre viva per sempre
e, anche, è vero, che  certi tramonti
si fecero un po più chiari con tuo denaro
pero io, mio caro,  voglio lasciar chiaro
che non sono ne   ostinata ne invidiosa e
mi piacerebbe  ricordarti  senza cattivi intenzioni
che la prima scenata di gelosia me la hai fatto tu.

E disiderare, mio amore, ¿chi capisce il desiderare?
Tú mi desideri,  mi desideri,  così vuoi che creda
pero sólo  mi baci quando sento quel  ardore,
quando mie labbra si incendiano di pazzia.

Tu mi desideri,  tu mi desideri,  così lo dici
e io non posso,  ne anche, tollerare la tenereza,
pero quando io trascorro indifferente,
a tus caricias, a tus besos ardientes,
senza pronunciare parola,
impacisci, di sentirti impotente
e quando riesco pensare in altra donna,
il desiderio, mio desiderio per lei mangia tue viscere
e come un bambino gode e gioca come un bambino,
e come un bambino sólo vivi per mio desiderio.

Non volè rispondere,ma gli disse:
Mia madre vive in ultratomba,
in un luogo, per me, sconosciuto
e bambino sono e sarò sempre, ma non basta
e in quanto al godere ti dirò:sei certo,
un uomo solo gode se lei lo desidera
e quando lei sbaglia e desidera con forza
che lui torni al mondo abbatuto e triste
l’uomo torna  a casa triste  e distrutto
e lei, allora, agiunge il cenit della magia
rissuscita al moribondo e gli concede un sogno:
Sogna che eri felice, caro,  che mai ti ho ingannato,
che sempre sei stato sincero di tua parte, vero.

  

Indio Grigio

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