Rivista settimanale per Internet Indio Grigio
Nº 293 ANNO 2006 GIOVEDÌ 13 ABRILE

FUSIONA - DIRIGE - SCRIVE E CORRISPONDE: MENASSA 2006

NON SAPPIAMO PARLARE PERO LO  FACCIAMO IN VARIE LINGUE
SPAGNOLO, FRANCÉSE, INGLÉSE, PORTOGHÉSE, ITALIANO 

INDIO GRIGIO È  PRODOTTO
DI UNA FUSIÓNE
IL BRILLO DELLA COSA GRIGIA
E
L’INDIO DEL JARAMA
LA FUSIÓNE CON PIÙ FUTURO DEL SECOLO
XXI

Índio Gris

INDIO GRIGIO Nº 293

ANNO VI

EDITRICE
 

      L’UOMO QUELLO, IL PRIMO UOMO

Alegría brutale  di chi muore,
quando morire,
è sólo uno scatto contro qualcuno,
l’última difesa di suoi propri radice.

Devariato,
                 un corpo,
                                flotta  nella inmensità naturale.

Abbraciati a suoi propri  viscere,
con la supervia di aver potuto con la agreste terra,
di aver potuto navegare, tranquillamente, suoi domini,
di aver potuto, di tanto aver potuto, per non poter amare.

L’ermitagno della città, l’uomo di cemento,
sólo desidera, le torrenziali piogge dell’state,
-un fatto tanto naturale, sempre lo brividisce-.

Sicuramente morirá nel pieno sole
e sua vita  avrà statu un disperato andare,
la vita, di un uomo solitario:
                                                Tra montagne,
tra albeggi  e radici e pietre preziose
e la vastetà  degli oceani
                                          e per finire
e annunciando l’único inizio di tutto,
otra vez, las montañas.

Un uomo tanto naturale non è un uomo.
Piccola bestia accorralata per i venti,
piccola e  bestiale materia vivente,
primitiva, lontana e, ancora,
nelle mani di Dio.
 

NASCIMENTO DEL POETA
IX

Spía di se stesso,
mi intrego, definitivamente,
anclo.

cerco nella tua pelle e sorrisi di tuo ventre
si scivolanno tra soavi movimenti del mare,
onde detenuti come per sempre ne tuoi occhi.

Piccole tracce nella fronte e una gioventù ,
toccata per la ripetizione degrli errori,
mi dicevano a tutti:
Vuoto su mio bicchiere  negli ultimi soli di state
e bevo  nei dintorni di un ritmo, disperato,
mia vita.

Gallegio, lumínica presenza,
verso dove l’uomo non può più
e, lí, precisamente, in quel límite,
comincio a gallegiare teso,
                 a gallegio feroce,
mia ultima corsa.

Vuolo tra le tombe di quelli che non hanno potuto,
loro sono miei ricordi e mia speranza.
Quello che potrebbe sucedermi e, anche, la illusione,
di una nuova stella tra li astri.

Semplicemente trascino tutto quello che sono stato .

Non fu felice,
perche essere felice è,
arguzia del sistema.

AMORE 2000

È una voce inconfundible quella che mi confonde.
I venti detenuti  inchiodandosi nel mio tempo,
vanno alle più vecchie fantasie della dimenticanza
e, in quel punto nero della memoria, sorge il poema. 

Non è una sostanza, un essere, che attraversa  il niente.
È niete quello che si mangia la sostanzaa, atraversando l’essere.
È buci di buchi, l’infinito che mi guarda,
è línea sopra línea, generando  buchi invisibili.

Oppongo al misterioso secolo del vuoto perfetto,
la carne smesurata e aperta di tuoi occhi,
il sangue della tua bocca, ferita per lo insondabile.

Oppongo alla siniestra cechezza universale,
incandescente luce confronto dei corpi,
la magnetica luce di tue parole, amandomi.

 Indio Grigio

QUESTO È PUBBLICITÀ

GIORNO: Venerdì 21  aprile di 2006
ORA: 22:30 ore
LUOGO: Bourbon Café. Carrera de San Jerónimo, 5. Madrid.
Tel. 91 758 19 40.

ENTRATA LIBERA