Loro, a me,
sempre mi inngannarono:
Quando aveva un dolore, lo ingrandivono
quando aveva una allegría, laimpiccolivano.
Tutto grande trionfo sempre era quasi niente,
tutto fallimento riusciva nel suo dire
essere il peggiore di tutti i fallimenti del mondo.
Quando godeva come una, vera,
pazza del’amore, radiante e acesa,
diceva, "stá bene, non fu tan malo"
e quando non godeva perchè non voleva
o perche mentre facevamo l’amore,
pensava in varie cose del lavoro,
o sua madre sempre a punto di morire
o alcún amante che, quando giovane,
la rifiutó e la volè con pazzia,
ella convocava una conferenza stampa
per insultarmi in pubblico,
per dire a tutto il mondo
che mia propria impotenza
era risponsabile di sua propria pazzia.
A volte, sólo per ingannarmi,
usciva con sue amiche pero a me mi diceva:
Ho conosciuto un uomo elegante e colto,
hoy, querido, cenaré con él.
Con il denaro sempre mi diceva
che non gli abastava per niente,
dopo, per mantenere l’inganno ,
il denaro che li restava alla fine del mese,
lo regalava e quelli pomeriggi meravigliosi
che non trovava a nessuno in sito alcuno
che acettara di regalo il denaro rimanente,
lo buttava mentre camminava tranquillamente.
E faceva piccoli palloncini di carta stampata
e quando passava per qualche buco,
trattava di fare centro in alcuna ranura e
quando riusciva che pasasse
alcun palloncino di carta stampata
si diverteva come pazza e gridava,
ho trionfato, questa volta, ho trionfato.
Quando tornava di quelli deliri della carta,
apríva sua borsa vuota, senza un céntimo
e mi diceva: Ti disse, caro, varie volte,
il denaro che mi dai non abasta per niente.
Questo occorreva verso il giorno 25 di ogni mese,
io molto non capiva e gurdava, può darsi,
sorpreso di che il denaro non abastassi
e sumiso metteva mia mano in tasca
e li diceva, “Quí tieni, cara, 200 Euro”
e lei, sempre rinchiusa nei suoi pensieri:
E con 200 Euro, ¿cosa vuoi che faccia,
magari, ti puoi comprare una puttana inglese...?
Cara, gli disse, una puttana, non credo,
pero alcuna cammicetta, un caramello,
e lei , inefabile, meravigliosa, pazza, mi disse:
30.000 pesetas, è quello che tu guadagni,
in quindici minuti di lavoro,
¡Vada merda,quello che mi dai!
E lí non fu dove la picchiai
o volè ammazzarla, al meno, in parte.
Tornai a mettere la mano nella tasca
e di una busta di dieci mila euro,
destinati ad una delle mie amanti,
prendé mille euro e al darglieli gli disse:
Io sólo lavoro per te, cara
e ella mi sorrideva mentre buttava
i mille euro per la finestra aperta,
al vento, al pervenire dil vento,
al ansia di volare,
alla allegría piena della libertà.
LA
DONNA E IO 24
POESÍA, LETTERE D’AMORE, PSICANALISI,
¿EROTISMO O PORNOGRAFÍA?
QUALCOSA DI POLÍTICA O RACCOLTA DI SPAZZATURA
E LETTERA DEL DIRETTORE
LA DONNA
E IO
18
Essere vecchio como
essere ricco, gli disse,
è una proposta della mente.
E lei contenta mi domandó:
¿Percaso non avremo di morire
se scriviamo e parliamo?
Anche ha di morire l’uomo
che quando srive rompe lorlo del abiso
e qualcosa avrà di ammalare l’uomo che, quando parla,
pretenda intregarsi alle parole, essere della voce
pero ammalare e morire per quel uomo
saranno, anche, sólo parole.
Dopo staba tutto il giorno con uomini e donne
pero non erano amanti, erano misteri,
drammi insondabili dominati per l’odio,
la invidia, il dispregio, bene, il disamore.
Stanno vicino di me pero dare il prossimo passo
gli sommerge nel delirio del amore, gli esaurisce.
E dopo stanno gli uomini le donne
che non necessitano di me ne il pane ne la carezza
stanno lí solo per ostruire i cammini
del poema, del pensiero, la distanza
e in quelle cose del amore preferiscono non sapere
che la polvere quella non era un regalo a nessuno,
la polvere a cui si vide obligato era su desiderio.
¿E la tua opinione?gli disse per dire, e
lei mi disse tutta la verità:
Quando stò supostamente innamorata,
lui pensa súbito che gli appartengo
e quando stò come stancaper la vita,
per il mondo assurdo che ci facevano vivere
lui súbito pensa che io non la amo.
E, dopo,è ancora più ridicolo:
quando io li sorido, dimenticata del mondo,
lui subbito crede che mi ha vinto in qulche cosa.
Non è chemi la creda, è un ignorante,
niente sa di me, ne dil tempo, ne della donna.
Quando lo abbandoni pingerà come un bambino,
chiederà perdono, vorrà lavare i piatti
pero gia sará tarde, il mondo non perdona.
Allora, povero uomo, sará donna e bambino
allo stesso tempo che uomo e nessuno lo amará.
Come uomo nessuno lo amerá
perche suo uomo ha rinunciato a esserlo.
E come tale donna nessuno la amará
per non diferenziare lo grande dello buono
e come bimbo, il povero, fará cose di bambino
pero sará un uomo che sofrirá per esserlo.
Inadeguato il canto. Debbole la voce.
LA
DONNA E IO 18
LA DONNA E IO
22
Sono un codardo, mi
dico cuando mi alzo,
quando mi metto a scrivere non posso,
dopo scrivo pero gia non sono io.
Come mi passa a me con il corpo,
quando mi accarezi non sento niente
dopo mio corpo diventa matto di passione
pero gia non è il mio corpo.
Potremmo dire, li dico allora,
che poema e amore è un’alotro
che lo fa per me.
Sentirai l’amore in tuo corpo
e metterai il tuo nome alla fine del poema
pero chi sa’ che fantasma o che ombra
fece quel amore, scrivè quel poemapoema.
Una volta, ricordo, un gran marino
si posó nella mia mano destra
e scrivè versi dove il mare mi amava.
E con la donna del alito perso
fu tutto il tempo vento disperato
e mai arrivamo al amore o alla lettera
pero spaccammo la montagna, fecemo la notte.
Ricordo, ricordo, disse lei,
quando fummo quelle aquile fucilati
e tu scrivevi di nostra patria
e del dolore
e del sangue caduto inútilmente.
Sí, mia cara, mia piccola,
è quando l’amore mi imbeste
che posso amarti, lasciami possedere
e adesso, come un indio rasegnato,
lascio cadere la penna e sogno
che sono libero e felice.
LA
DONNA E IO 22
Indio Grigio
QUESTO È PUBBLICITÀ
150 Anni della nascita di Sigmund Freud
COLLOCHI INTRODUTTORI AL PSICANALISI
Università Complutense de Madrid
Facoltà di Filosofía
1. Una nueva manera de pensar lo humano.
(Alejandra Menassa, Médico y Psicoanalista)
Lunes 20 de febrero de 2006
2. Cómo transformamos la realidad
en lo que nos interesa.
(Miguel Martínez, Médico y Psicoanalista)
Lunes 27 de febrero de 2006.
3. ¿Por qué soñamos? ¿Por qué sentimos angustia?
(Pilar Rojas, Médico y Psicoanalista)
Lunes 6 de marzo de 2006.
4. ¿Estamos marcados por el pasado o por el futuro?
(Carlos Fernández del Ganso, Médico y Psicoanalista)
Lunes 13 de marzo de 2006.
5. ¿Son los sentidos los que nos engañan o nos
conviene que los sentidos nos engañen?
(Ruy Henríquez, Filósofo y Psicoanalista)
Martes 21 de marzo de 2006.
6. Pensamiento y escritura. (Jaime Kozak, Psicólogo y
Psicoanalista)
Lunes 27 de marzo de 2006.
DÍA:
lunes 20 de febrero al 27 de marzo de 2006. HORA: De 11,30 a 13,00 horas. LUGAR: Seminario A-217 de la Facultad de Filosofía de
la UCM. Ciudad Universitaria.
28040. Madrid.
http://fs-morente.filos.ucm.es
Organizan: Asociación de Estudiantes "La
Caverna" y la Escuela de Psicoanálisis y Poesía Grupo Cero.
Tel. 91 758 19 40