10 settembre 1976, Madrid
Voglio che mia scrittura sia piena e serena,
piena di spazzatura e di lacrime.
Voglio che mia poesía
sia tutto il potere.
Ringrazio questa esperienza di libertà,
dove le radice,
le vere radíce,
sempre staranno in altro sito.
Dolore
perche un uomo solo si va tornado triste.
E un uomo triste non può,
con le scene della morte.
Voglio
che mia scrittura
sia piena e serena
POESÍA, LETTERE D’AMORE, PSICANALISI,
¿EROTISMO O PORNOGRAFÍA?
QUALCOSA DI POLÍTICA O RACCOLTA DI SPAZZATURA
E LETTERA DEL DIRETTORE |
10 settembre di 1976, Madrid
E i demoni della verità,
annunciarono la morte.
Temo allo più superfluo.
Non tenere una casa,
non tenere pane.
assenze.
Temo essere tutto porvenire,
temo la dimenticanza.
Vai e ammazza.
Strane parole nel udito di chi andava a morire.
Vai e ammazza.
¿E di dove prenderebbe la forza il moribondo?
Mie armi:
queste piccole,
amate parole,
insieme
al azzardo.
I
demoni della verità, annunciarono la morte
2 settembre di 1976, Calafell
(provincia di Barcelona)
PARTIRE I
Ho nella mia
pelle tutto il mormoreo di mie anni.
Prima e ultima verità
calida sorpresa.
Certa combinazione dove mio nome
nomina la fine del autunno, la fine delle fine.
alte fraganze
vengono dal mare
Annuncio, perche
annunciano, la morte del passato.
Tutto è un cielo azzurro, tutto è domani.
I
So della
senzaragione di amare i morti
e del oscuro drama dei fiori
nella città occolta per il mare.
Donne e deliri
sò del’amore.
II
Navegante feroce
interro mio tesoro nel mare,
vado alla deriva.
Sono
il puro desiderio.
III
Amante del
disterro
-cittadino dello spazio aperto nel mio sguardo-
quando governo il mare,
mio Dio,
sono le parole che pronuncio
quando faccio l’amore.
IV
Niente mi manca
posiedo del mondo
i giorni per venire.
V
Il cui perfora le
opache montagne
e apre con suo corpo
un nuovo spazio verso la luce
l’Uomo
che fece del sole una parola
e suo destino.
VI
Atlétici soldati
del passato
disprezio vostri morti.
VII
Dispongo di non
so’ che sapere
sul niente.
Lei calma mis sete
Lei
è fuoco vorace.
Distruttora inefabile di tutti i destini.
VIII
Quando guardo la
terra
il rumore feroce della serpente bianca
che annida nelle mie viscere
annuncia dei vulcani furia e desiderio
Bollente lava da per tutto.
IX
Trema l’oceano
-muge come una vacca triste-
quando mia sete per Lei
si detiene nwi mie occhi.
X
Colpi di vento
del destino nel viso
devíano
nel inizio del inverno
mio sguardo,
Sono
devono saperlo, tra noi,
il che governa è il tempo e lo spazio.
Partire
I
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