Cè in me
un soldato della libertà,
che è lo stesso soldato
che difende mio pane,
lo stesso
che si innamora prima di partire.
Un soldato in piena libertà
con un pane nele sue mani
e innamorato,
non fará la guerra, no,
ne ammazzerà
a nessuno per le spalle
ne violará
ne rubberà al vinto
e, allora,
già non sarà soldato
e finirá
suoi giorni nel carcere
per aversi negato ad ammazzare
a bambini disarmati
giocando
e, dopo, nel carcere
qualcuno lo ammazzerà,
alcún superiore,
alcún compagno,
per traditore.
Ho di morire
un giorno
e un giorno ho di vivere
e quando mie mani
perdano la allegria
morirá un poeta.
Ed è una casa pulita
quello che ambisco
per il lontano e vicino
giorno di mia morte.
Una casa vuota,
senza porte,
senza finestre,
senza nessuno
che voglia prendere il sole, l’aria.
Miei esseri cari
preparando la festa
e al mio fianco,
lasciandomi morire,
il rumore immortale
dei cento mila poeti
che fecero, della mia vita,
questo cantare.