EDITRICE
AMORE PERSO
LA GIOVENTÙ
I
Al andare
vivendo e solo vivendo
lo fui credendo quasi tutto
e cosí viví l’amore, come se fosse eterno
e cosí giurai, per l’amistà, in falso.
Dopo vennero le
notti della solitudine,
dove l’amicizia e l’amore cadevano senza,
fino ad arrivare al fondo di abisi imposibili,
fino a rimanere immerso in nuvole del passato.
E nessuno mai
più ricorderebbe il tempo,
dove con mia propria passione innamorata,
della morte riscattava amori e amicizie.
E adesso stò,
da solo, con mie versi
e vivo, intensamente, la lussuria del verbo,
como se con me vivessino amori, amicizie.
Amorr
perso. La gioventù
POESÍA, LETTERE D’AMORE, PSICANALISI,
¿EROTISMO O PORNOGRAFÍA?
QUALCOSA DI POLÍTICA O RACCOLTA DI SPAZZATURA
E LETTERA DEL DIRETTORE |
Miguel Oscar Menassa recita a César
Vallejo
"SPAGNA, APPARTA DI ME QUESTO CALICE"
Bambini del mondo,
se cade Spagna -dico, è un modo di dire-
se cade
del cielo sotto su antebraccio che cucineno,
in cabestro,due lamine terrestre;
bambini, ¡ché età quella delle siene cóncave!
¡chè presto nel sole quello che vi diceva!
¡ché pronto in vostro petto il rumore anziano!
¡ché vecchio vostro 2 nel quaderno!
¡Bambini del mondo, stá
la madre Spagna con suo ventre alle spalle;
stá nostra maestra con sue férule,
stá madre e maestra
cruce e legno, perche vi è dato la altezza,
vertigine e divisione e suma, bambini;
stá con ella, padri processali!
Se
cade -dico, è un dire- se cade
Spagna, della terra verso sotto,
bambini ¡como fermereti di crescere!
¡cómo va a castigare l’anno al mese!
¡come rimarranno in dieci i denti,
in palote il diptongo, la medaglia in pianto!
¡Cóme va il caprettino a continuare
attaccato per la gamba al grande porti’inchiostro!
¡Come andate a scendere le grade del alfabeto
fino alla lettera in che naque la pena!
Bambini,
bambini dei guerrieri, mentre tanto,
abbassate la voce, che Spagna stá adesso ripartendo
la energía tra il regnno animale,
i fiorellini, le comete e gli uomini.
¡Abbassate la voce, che stá
con suo rigore, che è grande, senza sapere
cosa fare, e stà nella sua mano
la calavera parlando e parla e parla,
la calavera, quella della trecia,
la calavera, quella della vita!
¡Abbassate la voce, vi dico;
abbassate, il canto delle silabe, il pianto
della materia e il rumore menore delle piramide, e ancora
quello delle siene che andano con due pietre
¡Scendete l’alito, e se
l’antebracio scende,
se le ferule suonano, se è la notte,
se il cielo entra in due limbi terrestri,
se cè rumore nel suono delle porte,
se tardo,
se non vedeti a nessuno, se vi schiantano
le matite senza punta, se la madre
Spagna cade -dico, è un dire-
uscite , bambine del mondo; andate a cercarla!...
Spagna,
apparta di me questo calice
Indio Grigio
Lei è felice pero non può
sorrídere.
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