EDITRICE
XV CONGRESSO
INTERNAZIONALE GRUPPO ZERO
LA DONNA E IO –
Psicanalisi delle relazioni di coppie
Paroe di apertura
-Domande-
Alejandra Menassa- Io mi domandava durante la esposizione se non
sará una questione del psicanalisi anche arrivare al cinema, se non
sará una maniera di difondere il psicanalisi, anche.
Miguel Oscar Menassa- Lei non mi stá planteando un problema del
cinema, mi stá planteando un problema che ho io, chiaro, io disse
della poesía, como sto nel mondo della poesía.
Io
dovrebbe aver detto per lasciarla contenta a lei che è molto
esigente: io che sto nel mondo del psicanalisi e la poesía. Quello
che sucede che io a volte mi sento più poeta che psicanalista nel
senso di che fui primo poeta.Se volete vi dico come fu .
Io di giovane era poeta, e leggè a Freud primo di andare
all’Università,inviato per i surrealisti. A me non mi mandó nessún
psicanalista a leggere a Freud, a me mi mandarono i surrealisti.
Erano poeti che a me mi entusiasmavano molto quando io ero piccolo.
E come loro si besticiavano con Freud averono, io diceva, ché
importante. E ancora, come lavoravano la scrittura automatica e
tutte quelle scioccheze inconsciente dovè andare a leggere a Freud.
Freud, voi sapete che è una scrittura che si deve prendere come
modello della scrittura scientífica, quello che sucede è che ancora
non ci rendemo conto. Lui stava fondando una scienza e ricive il
premio Goethe di letteratura.
Che
non è un invento del Gruppo Zero questo della poesía e il
psicanalisi. Stá enclavado in Freud, stá enclavado nel inconscio,
stá enclavado nel proceso che l’inconscio fa della realtà.
Vi
prometto che nel prossimo Congresso dirò il campo della
psicanalisi e della poesía. E anche questo producirà un’altro
dibattito, che vidirò come è, che quando il Gruppo Zero prende un
sapere freudiano nel senso di che dice poesía e psicanalisi è
psicanalisi. Perchee mie compagni della gioventù che adesso sono
tutti come io, mezzi capi di scuole e che so altro... ¿Cosa sucedè?
Amelia Díez- che adesso parlavi del campo psicanalisi e poesía.
M.O.M.-Allora per regalarmi qualcosa, como è diffícile competire con
me perche vi tengo a voi che sieti molto studiosi e vi
psicanalizati molto bene, come nessuna scuola pscanalitica del mondo
in molti anni. Che anche se hanno 5 sessioni settimanali, quando la
gente con 4 ó 5 anni di psicanalisi dicono "gia sono bello" "gia
sono buono" "gia mi vuole mia mamma", e fanno anche movimenti di
forza per che finisce il psicanalisi, allora li ringrazio .
Mi
regalavano il campo della poesía e il psicanalisi, dicevano,
ascoltai dire in lavori, nei Congressi dicevano: Menassa stá
apriendo un nuovo campo, non ci compariamo con lei .
Allora
noi avemmo una idea magistrale, gruppale (totte le idee magistrale
sono gruppale), di cercare in Freud quello che ci sostenesse come
psicanalisi e la verità è che Freud había prodotto quella frase
meravigliosa che utiliziamo in nostra rivista Extensión
Universitaria che è "Poesía e Psicanalisi è Psicanalisi", che
benissimo può firmarla Freud.
Allora
siamo un’altra volta nel campo del psicanalisi pero adesso tutto il
mondo stà facendo Congressi dove vanno a parlare di Poesia e
Psicanalisi. Non interessa che loro ci riconoscano niente, noi
abbiamo nostri libri, gli stiamo editando dal anno 1976.
In una rivista che editavamo che si chiamava "El indio del
Jarama" diceva "rivista senza direzione, si può copiare citando o no
la fonte", e quello è un delitto terribile pero io credo che
continuimo in quella tesitura nel senso...perche copiare è fácile
dopo seguire è difficile …
Miguel Oscar Menassa
Direttore della Scuola di Psicanalisi e Poesía Gruppo Zero
Presidente del XV Congresso Internazionale Gruppo Zero
Domande
POESÍA, LETTERE D’AMORE, PSICANALISI,
¿EROTISMO O PORNOGRAFÍA?
QUALCOSA DI POLÍTICA O RACCOLTA DI SPAZZATURA
E LETTERA DEL DIRETTORE |
LA VOCE A TE
DOVUTA
-FRAMMENTI-
No, non
lasciate chiuse
le porte della notte,
del vento, del lampo,
quella dil mai visto.
Che stiano aperti sempre
loro, le conosciute.
E tutte, le incognite,
quelle che danno
a i larghi cammini
per disegnare, nel’aria,
alle strade che stanno
cercando suo passo
con volontà oscura
..........................
¡Se mi chiamassi, sí,
se mi chiamassi!
Lolascerebbe tutto,
tutto lo buterebbe:
i prezi, i cataloghi,
l’azzurro dell’oceano nelle mappa ,
i giorni e sue notti,
i vecchi tellegramma
e un amore.
Tú, che non sei mio amore,
¡se mi chiamassi!
................................
«Mattina ». La parola
andava sciolta, vacante,
ingrávida, nel aria,
tanto senza alma e senza corpo,
tanto senza colore ne bacio,
che la lascia passare
al mio fianco, in me oggi
Pero al’improvviso tú
hai detto: «io,domani...»
e tutto si popolò
di carne e di bandiere.
................................
Pero non importa, gia.
Con me stá, mi trascina.
Mi strappa del dubitare.
Se sorride, possibile;
prende forma di baci,
di bracci, verso me;
mette viso di mía.
Mi guarda, me ne andrò con lei
ad amarci, a vivere
tremando di futuro,
a sentirla in fretta,
secondi, secoli, sempre,
nienti. E la bolero
tanto, che quando arrivi
qualcuno
-e non si li vedrá,
non se gli sentiranno
i passi - a chiedermela
(è suo padrone, era sua),
lei, quando la portino,
dócile, a suo destino,
volterà la testa
guardandomi. E vedrò
che adesso sí è mía, gia.
Menassa
recita a Pedro Salinas
Indio Grigio
Lei è felice pero non può
sorrídere.
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