Rivista settimanale per Internet Indio Grigio
Nº 260. ANNO 2005 GIOVEDÌ 1
8 AGOSTO

 

UNE - DIRIGE - ESCREVE E CORRESPONDE: MENASSA 2005

NÃO SABEMOS FALAR, MAS O FAZEMOS EM VÁRIOS IDIOMAS
CASTELHANO, FRANCÊS, INGLÊS, ALEMÃO
ÁRABE, PORTUGUÊS, ITALIANO E CATALÃO

INDIO GRIGIO È  PRODOTTO
DI UNA FUSIÓNE
IL BRILLO DELLA COSA GRIGIA
E
L’INDIO DEL JARAMA
LA FUSIÓNE CON PIÙ FUTURO DEL SECOLO
XXI

Índio Gris


INDIO GRIGIO Nº 260

ANO VI

EDITRICE

XV CONGRESSO INTERNAZIONALE GRUPPO ZERO

LA DONNA E IO – Psicanalisi delle  relazioni di coppie

Venerdì 22  Luglio di 2005
Parole della mattiana

Ieri mi chiamarono della Svezia per darmi il Premio Nobel  e gli rispondè che se lo mettino nel culo.

Mi  chiamarono dil giornale El País per farmi una  intervista su la invidia dei  giornalisti per i poeti e gli disse che se lo faccino a sua madre.

Primo che mi chiamassino quelli della  televisione inviai una lettera dove li mandava alla merda.

Dopo mi chiamó una fidanzata di quando avevavmo vent’anni e mi domando come mi sentiva.

Iogli rispondè, domandando alla volta:

-         ¿Come mi sento o come mi va?

Lei  staccó immediatamente e io rimanè pensando nella vacca.

UCI alla strada e comprai 120 rosali rossi per mio piccolo balcone e  ci sedemmo con la vaca, uno al fianco del altro, a conversar e tranquillamente.

¿Come va  vaca? gli disseper incominciare con qualche cosa e la vacca rispondè di maniera semplice .

-         Muhuhuhu.

Mi emozionó sua semplicità e pensai : La vacca, povera, muge di tristeza.

Lei entornò un po’ gli occhi, incrociò le gambe e segnaló con la direzione  di sue tettte al’aria, la fotografía del Presidente del Governo.

Ad un colpo sue  gambe si piegarono di un modo estravagante e una rosa rossa si inchidò nel suo cuore. La vacca disse:

-         Muhuhuu…

A me mi  tornó la emozione per la semplicità della vacca e pensai: Questa volta, la vacca, muge di dolore.

Lei tra  gridi inganosi, perche a partire di adesso gia  nessuno potrà distinguere se la vacca gridava di tristeza o di dolore, intentava con sue torpe mani  togliersi la rosa che se li aveva inchiodato nel suo cuore e, alla volta, voglio dire allo stesso tempo, trattava di  mangiarsi la foto del Presidente del Governo.

Mi dondolai su la vacca e al intentare toglierli la rosa, una altra volta, li strappai il cuore e , cosí,  tutte due tranquilli,  ci mangiammo a meta ciascuno la foto del Presidente.

Quando  finimmo di mangiare io disse:

-         Muhuhu…

E la vacca pensó che il mondo  aveva incominciato a cambiare.

Io disse nuovamente:

-         Muhuhuhu; Muhuhu…

E la vacca disse per dentro:

-         Povero uomo, muge di tristeza e di dolore. È stanco di aspettare il Premio Nobel,  stanco che nessuno voglia intervistarlo,  stanco di che lo chiami sempre la  fidanzata da quando  aveva vent’anni per dirgli che ancora lo ama, pero che vivere con lui è impossibile. Povero uomo. Poeta di moltitu, morirá in solitudine.

 

Miguel Oscar Menassa
Direttore della Scuola di Psicanalisi e Poesía Gruppo Zero
Presidente del XV Congresso Internazionale Gruppo Zero

Parole della mattiana

 

POESÍA, LETTERE D’AMORE, PSICANALISI,
¿EROTISMO O PORNOGRAFÍA?
QUALCOSA DI POLÍTICA O RACCOLTA DI SPAZZATURA
E LETTERA DEL DIRETTORE

 

SI ALZA  NELLA  NOTTE ED  ANDA

"Magari ci avessino divorato le scimie
sotto l’acido alito di quella stradella  dil mercato,
nel albegiare umedo e grigio."
"Magari ci avessimo avelenato con quelle mandole 
                                                                          [tanto amare,
mentre brillava come mai il sole."
"Magari ti mangiassino il cuore i cani ancora ,
ben lontano, amore mío,
i cani nella notte che ti allontanò di me.."
¿Chi maledice in voce bassa?
¿Chi mormora come nodriza  matta tra  li aliti della
                                                                      [ oscurità?
E qualcuno che si alza e incomincia a camminare 
                                                             [tra i muerti;
qualcuno che tocca uno strascio  o che pesta un’ombra con dei
                                                                        [brividi.
Il luogo è pieno di cose, di vermi e di polvere
                               [insistenteper tutti gli angoli.
Non cè posto ne per una monetada queste parte.
Perolei torna del rovescio del giorno, guarda i buchi delle
                                                                        [ notti
fino al vuoto  del finale.
Una volta più ancora,  una volta in più cerca tra i vertí rotti le
                                                                     [chiavi del errore,
tra conti scaduti la cifra del fallimento,
tra attacature sciolte il nodo del’addio.
¡Ah memoria, memoria,
quando appilavi sólo incantamenti di oggi per  domani e
                                                              [dopo di domani,
e avevi le mani fervorosi  e gli occhi di trasparente
                                                                              [miele!
Mamma, papá, non mi guardati adesso del al di là,  da allora,
come se mio destino starebbe anunciato per la fulgurazione delle
                                                                             [stelle,
come se fosse l’angelo  del futuro splendore.
Sí, sí, tutto stava dipinto con il colore dei paradisi  prome-
                                                                                       [ssi
e io ero come il  sogno delle più  asolute, la più  incorrut-
                                                         [tibile delle  primavere.
Julieta sospesa del canto del uccellino fino al veleno,
ogni incontro nel filo del  coltello e  ogni cieloin chisà:
l’impossibile trionfo del amore che sempre si tradisce.
Mamma, papá, racoglierono i dati.
Non sarò ne anche come il  punto luminoso di Keops per l’
                                                                                    [amante,
ne la mia assenza  sará tenebre senza rimedio per nessuno fino al
                                                                           [giudizio finale.
Perocancellati già,  specchio infiammatorio, specchio usurpatore,
¿percaso cè qualcuno più infelice che io in questo inalterabile,
                                                            [mutilato universo?
"Ti appertego", disse. "¿Tantocome gli occhi che non vedi,
come la voce che clama nel deserto? ", disse.
"Tanto come tú stessa. Tanto come il luogo del bene perso.
Pero questa è una storia per dopo del mondo", disse.
¡Ah memoria, memoria,
tieni le mani fredde e lo  sguardo scuro  di quelli che ritornano
                                                                          [dal mai!
Portiamo, di tutti i modi, quelle stanze abismale,
quelli parchi con  pioggia e quelpon te dove dolo è state.
Non  lasciamo cadere le lampade guardiani ne le lettere  tanto
                                                                              [frágile:
mettiamo in questo stesso sale i baci, gli dei,i ritorni;
guardiamo ogni petra,ogni sole, ogni lacrima  .
E cosí, passo por passo, anno tra anno, abbiamo forzato il tempo
riavvivando il passato bocca a bocca con il vino vertiginoso del
                                                                                   [porvenire
fino a vedere il presente posato quí o lá come un ucello cieco.
Fu un incessante e arduo trasloco sutterráneo.
Adesso stiamo vicino del finale, di faccia contro il muro que no
                                                                                        [cede.
Hanno caduto città; hanno passato dinastíe di formiche.
Tutta questa spazzatura è stata rivolta, tritturata,
                                                                  [confusi,
senza nessuna pietà,  senza nessuna speranza.
¡Ah memoria, memoria,
ci abbiamo deslizati varie volte  per i dintorni della
                                                                             [eternità,
dove  qualcuno ci Stara aceptando qualche giorno, "per
                                    [dopo dei mondo",cosa disse!
Allora lei si  alza tra rafiche  fredde e turbi remolini
uguale che  le mendicante distemplatedella spazzatura,
e tropieza e  cerca e maledice tua ombra ancora:
"¡Magari ti mangiassino il cuore,
gia freddo,
i cani nella notte che ti allontanò di me ".

OLGA OROZCO

 Menassa recita a Olga Orozco

     Indio Grigio

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