Rivista settimanale per Internet Indio Grigio
Nº 255. ANNO 2005 GIOVEDÌ 30 GIUGNO

 

UNE - DIRIGE - ESCREVE E CORRESPONDE: MENASSA 2005

NÃO SABEMOS FALAR, MAS O FAZEMOS EM VÁRIOS IDIOMAS
CASTELHANO, FRANCÊS, INGLÊS, ALEMÃO
ÁRABE, PORTUGUÊS, ITALIANO E CATALÃO

INDIO GRIGIO È  PRODOTTO
DI UNA FUSIÓNE
IL BRILLO DELLA COSA GRIGIA
E
L’INDIO DEL JARAMA
LA FUSIÓNE CON PIÙ FUTURO DEL SECOLO
XXI

Índio Gris


INDIO GRIGIO Nº 255

ANO VI

EDITRICE

IL SESSO NON CADE
 

La insegnanza più grande
che ho da dare
è che il sesso non cade.

Si svolge, si trasmuta,
si fa insenssibile, piangge ,
farmica di noia,
si libera di più.

Contrae malattie,
si cura, si pente,
è uomo ed è donna
e niente sa’ del’amore.

E vuole essere donna
quando li tocca uomo
e vuole essere uomo
quando gli tocca bambino
e madre vuole essere
quando è donna.

E se donna gli tocca
vuole essere bambino,
serpente o strega
vuole essere e puttana
e qualsiesi cosa
vuole essere
al di là di non sapere
niente di quello
pero il sesso non cade.

Si entrega, si somette,
schiaviza tutti suoi sensi,
per rimanere  lí,
occulto o  scoppiando
in pezzi.

Scuartizato e solo
eretto e firme,
sempre impune,
totalmente aperto
alle  carezze,
al bacio, alla tenereza.

O ben quasi chiuso,
scuro, morbido,
debbole a punto di
fallire  in tutto
e si  chiude
in se stesso.

E pur trippo  dico:
il sesso non cade.


"INDIANI GRIGI"

 

POESÍA, LETTERE D’AMORE, PSICANALISI,
¿EROTISMO O PORNOGRAFÍA?
QUALCOSA DI POLÍTICA O RACCOLTA DI SPAZZATURA
E LETTERA DEL DIRETTORE

 

 

TORO SEDUTO IL VISSIONARIO -I-

Quí,
toro seduto,
amante del silenzio.
Guardo il sole,
è il tramonto,
e so’,
che tutto è efímero.
Verrano eri atómiche,
e strapparanno di radice nostro regno,
del centro della terra.
Il sole caderá,
come un frutto podrito,
come un uccello ferito,
in pieno vuolo.
Dietro le colline
vedo per l’uomo,
sangue e spazzatura,
un  fischio gelato e notturno.
Quí,
seduto,
amante,
toro del silenzio,
vedo per l’uomo,
dietro le colline.
La morte.

"Toro seduto il vissionario I "

 

TORO SEDUTO IL VISSIONARIO -V-

E la notte della ardente follia,
della pazzia  collettiva,
passó lentamente.
E tutto il ritmo
e tutta la allegria dil tam-tam,
-violento e rosso di ira per  l’albegiare-
furono,
nostre storie.
Tutto fu,
grandeza
tra grandeza.
Nessuno di noi piangge,
perche piangere,
non conosceva il cuore del indio.
La marca,
la vera marca della storia,
per noi,
fu la altanería,
la superevia.
Mai fummo umili,
più tosto,
sórditi.
Sapevamo,
che al di là della collina,
al’uomo,
gli aspettava la morte.