POESÍA, LETTERE D’AMORE, PSICANALISI,
¿EROTISMO O PORNOGRAFÍA?
QUALCOSA DI POLÍTICA O RACCOLTA DI SPAZZATURA
E LETTERA DEL DIRETTORE |
"¿COSA VUOL DIRE: "IO SONO
UN UOMO"
QUANDO SONO IO CHI PARLA?"
V
Uomini di me, donne di me
bambini e anziani di me
vi convoco al poema.
E il poema è, anche, l‘aria che corre.
La vita piena, mai è il poema
pero la corteza dura di un ricordo
che si rompe al parlare e si scioglie
è poesía
se la lascio fluire come una assenza,
come una voce suonora che mai fu.
E l’albegiare è poesía quando il sole
sorge dei seni ardenti di mia amata
e anche i seni della amata notturna sono poesía
quando sua nudeza intrelacia lo umano e lo divino.
Sesso di fuoco che si fu facendo acqua,
actua molida a pali che si fu facendo amore.
Ancora la poesía ha el dono
di combinare, allegremente, lo bello con lo brutto,
lo morto con lo vivo, il dolore con la risa,
il cuore ardiente di una notte di festa
con la serpente alata che non può morire.
La poesía è capace di combinare l’astro sole
con la suberbia di una candela spenta
e quando tutto buia il mondo dice morte
pero la inaudita poesía può combinare
oscurità con nascimento,
notte chiusa con l’incomincio dil ballo
e nero, neríssimo, moltonero
con rosso carmesí, sesso e follia
e se qualcuno ci arrivassi a dire
che cè qualcosa più nera che il nero,
io li dirò mio amore, mia poesía,
la morte dello nero non è la morte,
è un’epoca senza luce, è il Goya.
"¿Cosa
vuol dire: "Io sono un uomo"
quando sono io chi parla? V"
VI
E viverono dentro di me,
uomini codardi
donni timorati, anziani vinti,
bimbi senza crescere,Giovanni distrutti.
Uomini dove essere codardo arribaba fino al ridícolo,
si trasformavano in carcerati della sua propria agonía,
avevano paura di impoverirsi e impoverivano,
avevano paura di essere abbandonati ed erano abbandonati
avevano paura di camminare, di correre, di volare,
anche di scrivere e di morire avevano paura
e sempreavevano raggione in tutto:
morirono senza arrivare a scrivere ne leggere niente,
poveri, abbandonati, tale come viverono,
tremando, pieni di paura, immobili.
Donne che preferivano il
castigo alla libertà.
Anziani che speravano essere curati
per suoi esseri amati.
Bimbi che, sie sua mamma
non gli dava da manggiare nella bocca,
non manggiavano.
Giovani che si mutilavano
per essere saggi prima di tempo.
Uomini e donne vivevano in
me,
amanti degli oggetti inanimati.
Per certe donne ci sono
finestre,
pomeriggi di state, ricordi infantili,
sete naturale e rifreschi,
più importanti che suo uomo amato.
Per certi uomini suoi denari
alcuna pietra ornamentale, alcuni distintivi,
sono più importanti che sua moglie non amata.
Io sono il professore di
matemática che non sa’ sommare,
la luce straziante di un raggio, vinto, senza tormenta,
il porvenire senza uomini, l’amore senza donna,
il cielo talmente azzurro e senza stelle, spento.
Sono, allo stesso tempo,
quello che rimane
e quel niente che rimane.
La risa del disgraziato
e un corpo abbandonato.
Lo stesso disgraziato piangendo ,
disperatamente, al rendersi conto
che il corpo abbandonato è sua madre.
E la donna che piange tutto
il tempo,
perche vuole benedire la terra con suo pianto
e vuole benedire tutte le carte scritte
con suo pianto.
E piange senza fermarsi,
neve o memoria
e tanto supervo il pianto
che arriva fino al orgasmo.
Pianto stonato, allora ,
lacrime saltando con fervore,
muscoli intostativicino allo scoppiare,
sangue marcando il compasso
a velocità supersoniche.
Carne e spazzatura, símbolo e cielo
scoppiando al unísono,
senza che nessuno possa costatarlo.
Ne lei stessa è capace di dire:
lácrima o sogno, bombola o realtà,
perfetto manantiale che fluisce permanente
o gocceo interminabile di un grifo imperfetto,
che senza saper niente dell’acqua la ritiene
como mi passa a me con la donna, a volta,
senza sapere niente di lei voglio che sia mía,
senza conoceré i segreti della sua pelle,
voglio che il godere nasca in lei
facendo la smorfia di accarezarla
e Lei quella che nessuno potè conoscerla,
ne anche trattandosi di Dio o il vento
decide che il cantore ha di tenere sua presa
e Lei stessa si offre quale lepre innotizata
e intrega sua testa per che si la tagli
e in quel gesto Lei è San Giovanni Battista
e io sono la puttana che balla e assassina.
"¿Cosa
vuol dire: "Io sono un uomo"
quando sono io chi parla?VI"
Indio Grigio

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