Rivista settimanale per Internet Indio Grigio
Nº 232. ANNO 2005 GIOVEDÌ 20
GENNAIO

 

UNE - DIRIGE - ESCREVE E CORRESPONDE: MENASSA 2005

NÃO SABEMOS FALAR, MAS O FAZEMOS EM VÁRIOS IDIOMAS
CASTELHANO, FRANCÊS, INGLÊS, ALEMÃO
ÁRABE, PORTUGUÊS, ITALIANO E CATALÃO

INDIO GRIGIO È  PRODOTTO
DI UNA FUSIÓNE
IL BRILLO DELLA COSA GRIGIA
E
L’INDIO DEL JARAMA
LA FUSIÓNE CON PIÙ FUTURO DEL SECOLO
XXI

Índio Gris


INDIO GRIGIO Nº 232

ANO V

13  Gennaio di 2005 Madrid
5  DONNE NEL MONDO
 Cena nel "Café Viena"
Menassa recita a Menassa

IL VERO VIAGIO

¡Attenti! ¡Attenti!
stiamo a punto d naufragare.

Vi aveti creduto,
che nel trasatlántico poderoso navigávamo
e pur troppo vi dico:
mia vita è una piccola balsa innamorata.

Vedo sorgere, è certo, tra le ombre,
una luce che nessuno spegnerá.
Formata di versi e profumi come venti insondabili,
come una caterva di carne abbandonata,
che alla fine incontra suo regno.
                                                 Regno di nubole,
di antiche fraganze e di fraganze inconcepibile. 
Piccole balse innamorate sempre a punto di naufragare.

Per adesso , tutta passione sará remare,
fino a ragiungere il poema in quel movimento.

Dopo,  qualche giorno, avrete,
in vostra piccola balsa innamorata vostri grandi amori.

Remate, fino a restare senza forza e lí, 
comprenderete il motivo di mia passione.

Andremo per i belli fiumi e con il tempo,
faremo coragio a gli grandi oceani ,
alla belleza delle borrasche piene nel mare
e sempre,  andremo temerosi di sparire,
pìccoli, in quella inmensità che ci circonda.

Sapere nuotare o essere grandiosi, non servirá ha niente,
per arrivare,  dovremmo mantenere la balsa a nuoto
e noi mantenerci sulla balsa.
Quello, tutto il mistero.

Un  giorno la balsa si spacherá in mille frammenti
e ogn’ uno,
dovrá  imparare a sostenersi in piccole legni.

Se è possibile il poema è possibile la vita.

Remate, agonizate remando,
fino a sentire che solo è impossibile.
Restati senza forze,
guardate come altri  remano e io  stesso remo,
con le mani insanguinati per lo sforzo,
senza riposare,  fino ad incontrare in quel movimento il poema. 
E ogn’ uno avrá sua piccola balsa innamorata.
Padrone della sua vita e della sua morte  ,
può stendersi nella balsa per sempre,
non remare  più e  lasciare che le acque lo  portino da per tutto.
E alcún altro, remando disperatamente, al vederlo,
scrivirá un poema.

Remare in qualsiesi direzione  ne anche serve.

La terra che promette la poesía sempre è la stessa.
Si arriva o non si  arriva.
Lei necessita re, centauri,
sólo si  lascia seminare per rivoluzionari e fanatici,
per uomini che nella sua terra,
costruiscono sua casa e sua famiglia, sue grandi illusioni.

Quel che ripeta  lo fatto mai l’incontrerà.

Remate per  arrivare a quella terra come nessuno ha remato
e vi saranno oferti al vostro arrivo,
cibi  che non furono afferti a nessuno.
E nelle notte di delusioni,
quando  niente è possibile in quella oscurità,
 chiedeti a i magiori che  vi raccontino,
 dei grandi naviganti,  sue antiche corsie,
in piccole barchi di carta.

Ogni pezzo trascorso avrrá suoi pericoli.
Niente sará fácile per il poeta.
Verrá l’amore e e si dovrà innamorarsi,
fino a sentire nella carne l’último dolore.
E al arrivare a quel luogo,
avrá di innamorarsi ancora di più,
fino  sentire che la carne tremando è un poema.
E cosí arriverà la indimenticabile notte, il giorno,
dove per un istante quella passione sará la poesía.

Di fronte al dubio non  lasciar di remare.

Prendere nei nostri bracci,
forti come garfie per la crudeltà del  essercizio,
alla persona amata e seguire remando, 
se è necessario con i denti. 
Con il tempo lei, anche, fará essercizi con noi. 

Dopo in due,  in tre, in tutti,
rotta l’inmensità dello único,
                                             verrá la morte.

E non valdrá nessuna valentía,
perche lei si avanta di aver ammazzato,
a tutti i coragiosi nel primo incontro.
E  ne anche valdrá nessuna codardía,
perche lei ammazza tutto quello che fuge.

Per incontrarsi con la morte, si necessita,
avere  imparato qualcosa del’amore:
Ne fugire. Ne  investire contro niente .
Imparare a conversare tranquillamente,
quello  impara l’amore.

Quando lei si  avvicini e venga per noi,
con suo  sguardo immenso come  lei stessa è  immensa,
lasciarla avvicinare fino a che ascolti,
nostra respirazione  intratagliata per l’incontro.
E lei con sua tenereza come è sua  abbitudine,
ci stenderà  la mano,
per che acommpagniamo a vostra maestà,
al inmutabile regno delzio.
Lí, quando intregarse è la cosa più facile, guardarla,
- nei occhi l’inmensità che gli  appartiene-
e dirgli tra denti:
Amata morte, mia innamorata,
scrivirò tuo nome in tutti i muri,
bacierò senza paura tue labra,
come mai  nessun uomo l’ha fatto
e ti amerò, vedrai, tra il sangue,
nelle grandi  catástrofe e anche, ti amerò,
quando un bianco capulloregni nel tuo cuore.

La grande emozione che percorre suo grande manto nero,
per incontrarsi ad un colpo in un poema,
face della morte una donna.
lei anche finirá remando tranquillamente fino alla riva
e compartirá mio pane e miei amori
e volará per le notti per curare in suo seno,
a quelli che già lasciarono di  remare e tornerá,
per incontrarsi con me e racontarmi sue storie.

Come se ogni volta fossela prima,
tornerò a respirare come respirano  gli atleti
e per averlo  imparato  di lei,
la  guarderò con tenereza nternecido
e li dirò:
Mia morte innamorata e lei,
                                                          sará felice.

Dopo  si deve seguire remando.

Già ci domanderanno e noi diremo:
siamo stati con l’amore
e siamo stati, anche, con la morte.
Al principio no ci crederanno,
diranno che per l’uomo è impossibile.
Ci chiederanno prove,
noi gli mostreremo come se gli mostrássimo il cielo, 
alcuni poemi e  aquisteremo con quel gesto,
che  arrivi fino a noi il tempo della burla.

Grandi imbarcazioni che niente cercano,
-perche credono  tenere-
passeranno una e altra volta a nostro  fianco,
trattando di fondere con suoi  giochi,
nostra piccola balsa innamorata.
Ci chiameranno  da suoi lussosi imbarcazioni,
con i nomi con  quelli che si nominano le spazzature. 
Poeti.Matti. Assassini.
E nella gioia stúpida di suoi  giochi,
tutto sará possibile, Ci tireranno alcune pietre
e si diranno,  niente gli offende e infuriti,
ci  grideranno: Lottati¡codardi! difendetevi.

E dopo di mille volte e altre mille,
con  gli occhi esorbitati per la stanchezza
e  anche per la sorpresa di vedere,
nostra piccola balsa innamorata seguendo suo cammino
e noi, tranquillamente, su lei, remando.

Dopo di aver attraversato ilesi il cammino della burla, 
verrá,  vi assicuro, il tempo del oro.

Loro,  annoiati di sua propria risa,
vorranno giocare nostro gioco.
¿Quanto costa quella  tavola a puntto di putrirse
che usate di embarcazione? e ¿quanto vostra vita?
¿quanto  quelle vecchie carte di  navigazione?
e¿quanto  quelli poemi?
Costano, signore,  quello che gli costa a un uomo,
lasciar di appartenersi e intregarsi al poema.
¿quanto denaro costa quello?
                                      Tutto e nessuno.
può darsi che la sua propria vita, accaso.
¿quanto denaro costa mia vita,allora?
Tutto e nessuno. Sua vita sono parole come tutte le vita
e quello , se non sbaglio, vale niente.
e ¿quanto denaro costa pensare cosí?
Tutto e nessuno.Più tosto si deve somerggere,
remare e non aspettare niente. Quello costa.
Somergersei e non aspettare niente,  nelle tenebre,
verso altra oscurità maggiore, il poema.

Una velota innamorati l’amore e la morte
e rifiutati  l’oro e la burla per impuri,
verrá e di nessuna parte,
-perche lei vivè sempre in noi-
la pazzia.
            Il peggio di tutti gli stertti,
sorge imprevista,
per essere legge del suo destino, la sorpresa.
E non viene per nessuna pelea,
perche tra il desiderio di  blocare amicizia con il poeta.

E quando  arriva ci dice tra susurri,
che suo mondo e il mondo della poesía,
sono lo stesso mondo.

Di fronte al dubio si deve seguire remando.

Informe, si  lascia  modellare per nostre parole,
e al tempo lei,  anche, ha sua grandeza.
Io sono del’amore, ci dice,  quel desenfreno
e la passione eterna della morte.
Ho per  abitudine dispregiare l’oro,
e pur troppo,
le ansie per ammazzare che generano sue leggi,
stanno  intossicate di  pazzia.
Lí,  lei e la poesía si assimigliano.
Al istante di  riunirsi in nostro sguardo,
como se fossino  una sola cosa,
la poesía,  vecchia lupa di mare,
rema un pezzo con noi per mostrarci,
che la pazzia,  da quando arrivò,
rimane nello stesso angolo della piccola balsa, 
senza remare, ricordando tutto il tempo suo passato.

Contenti di aver capito la differenza,
chiudiamo la pazzia in un poema
e continuiamo remando fino a che un giorno,
convinti di sua torpeza per la navigazione,
ci la intreghiamo al’amore e alla morte,
così che la pazia,  impari a volare.

 Il vero viagio

Il vero viagio  1

Indio Grigio

 

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