Rivista settimanale per Internet Indio Grigio
Nº 225. ANNO 2004 GIOVE
18 NOVEMBRE

 FONDE - DIRIGE - SCRIVE E CORRISPONDE: MENASSA 2004

NON SAPPIAMO PARLARE MA LO FACCIAMO IN VARIE LINGUE
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INDIO GRIGIO È PRODOTTO
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L'INDIO DEL JARAMA
LA FUSIONE CON PIÙ FUTURO DEL SECOLO
XXI

 indio grigio


INDIO GRIGIO Nº 225

AÑO V

13  Agosto di 2004 Buenos Aires
RECITALE POÉTICO MUSICALE
"MIGUEL OSCAR MENASSA."
acoMmpagnato per INDIANI GRIGI
in La nave dei  sogni.

• LEI VOLEVA QUELLO ED IO GLI DAVA QUELLO. NE SEME, NE SORRISI, LATIGAZI

Un  giorno mi chiedè che la ammazzara
ed io me lo pensai .

Al signore magistrado li potrai dire
che era il primo orgasmo della mia vita
e che quella emozione violenta mi ammazó,
a me non dirmelo  , portami un fiore .

A me, dammi l’abundanza delle tue mani
picchiami,
aprendo tracce d’amore  su mia pelle,
tua distanza vedendomi godere, quello  voglio,
le bestemie all’odio per poter arrivare:

Puttana... Puttana... Puttana... oggi non ti piccierò
e, lí, incominciava il gran concerto.

Gli  ayes della bestia si ingiottivano l’anima
la morale  rimaneva  nell’angolo della finestra
e la carne in sua ética,  al di là del mio godere,
imponeva la meraviglia del dolore, sua gioia.

Un  giorno mi chiedè che l’ammazzara
ed iomi lo pensai.

A tuoi amici puoi dirgli
che non ti  amava tanto.

Che me ne sono andato con un uomo
che permette il silenzio.
Tutti gli amici capiranno,
me ne sono andato con un uomo,
che amava con frenesí,
tutti miei fifetti.

Nessuno domanderà  per chi solo gode
quando su sua pelle l’amore lascia tracce,
marche chetestimonianno che siamo stati, lí,
amandoci.

Eravamo úniciin quella solitudine,
tú, innamorato dei miei gridi,
io, del dolore.

Tuo corpo non esisteva,
sólo tuo braccio fermo
per colpire le natiche della morte.

A tuoi amici digli che un giorno mi stancai
di tuoi modi delicati, di tua timidezz,
che io voleva un maschio al mio fianco,
che mi obbligassi ad amare,
che mi picchiara sempre.

E tú stavi  pieno di parole,
tuo braccio, al picchiarmi, sempre tremó.

Quando tuo braccio  lasciò du essere tuo braccio
e fu il vento di fuoco del deserto,
la  gelida ragione dei  glasiari ártichi,
quel giorno godé,
quel giorno godé dalla marca al’anima,
quel giorno il dolore
godè  in me come mai.

Gelo su fuoco e no si scioglieva.
Era un cristallo che attraversava il fuoco
ed al scontrarsi con la pelle si dilugeva.

Al ricordare,
gelo e fuoco erano lo stesso sogno.

Voglio che intervenga la giustizia,
che si apra un  indagine
che si investiga nostro amore.

¿ Chi è l’assassino?

Tuoi mani che  stringerono mio collo
fino al  orgasmo
o il tramonto di autunno  dove ciechi,
atravversamo  le strade del delirio,
dove una grande  cattiveria nascente
mi faceva godere.

¿ Chi è l’assassino?
Questo povero uomo senza destino
che solo desidera mio desiderio
di morire nei suoi bracci
o la  piccola donna
che invade suo cervello
quando mi  chiama puttana.
¿Chi il colpevole, chi?

Se quando suo braccio si alzava
onnipotente contro il mondo,
era la forza di suo braccio, mio desidero.

Gli dico no alla vita per poter amarti ,
mi aprofondo tra le pietre amare
di tuoi universali riflessioni.

Esquivo bruscamente
carezze  imbarazzante
e cado, infinita,
nella mia propria negrezza.

Oggi non è il godere che ci chiama .
Oggi è la morte che vuole godere .

¡Picciami!

Sono quella puttana
che sempre  volesti maltrattare.
La schiava per amore
che sempre ambisti.
La  donna straniera e senza famiglia
che nessuno chiederà.

¡Ammazzami!

Riempiti per sempre dei miei gridi
de goce con la muerte.

Mette distancia tra  nostro amore
chiedendo pietà
e ammazzami.
Fai come che giochi con mio collo
e rómpelo.
Disprezo tua cobardía
tua demenzia  maschile
e muoio senza che mi ammazzi  ,
senza ammazzarmi muoio.

Semino nella tua vita  il dubbio, il sospetto.
Non mi ai ammazzato, no e, purtroppo,
sei l’assassino,  quello che violò la sua vittima
mentre agonizaba.

Scrivimi un poema,
non ti scordare.
Dipingemi nel viso
un sorriso eterno.
Metti tersura  nel mio petto
e nelle mie natiche la salsa della vita.
Non dimenticare di dire nel  poema
che io, anche, ti amava.

A mie donne amate,
a  nostre fidanzate amate
gli diría tutta la verità:

Un giorno mi chiedè che l’ammazzara
e la ammazzai la maté.

E ad ogn’uno di loro, mie amate,
li parlerai in segreto di nostro amore
e dil grandioso momento della mia morte. 

Egli  diventeranno matte
e cercheranno il godere dil dolore
e tu sarai l’assassino in serie
che la storia mai dimenticarà.

Abbia un destino
picchiami più forte
ammazzami.

  Lei voleva quello e io gli dava quello

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