Rivista
settimanale per Internet Indio Grigio
Nº 223. ANNO 2004 GIOVEDÌ
4 NOVEMBRE
FONDE
- DIRIGE - SCRIVE E CORRISPONDE: MENASSA 2004
NON
SAPPIAMO PARLARE MA LO FACCIAMO IN VARIE LINGUE
SPAGNOLO, FRANCESE, INGLESE, TEDESCO
ARABO, PORTOGHESE, ITALIANO E CATALANO
INDIO GRIGIO
È PRODOTTO
DI UNA FUSIONE
LA
LUCENTEZZA DELLA COSA GRIGIA
E
L'INDIO DEL JARAMA
LA FUSIONE CON PIÙ FUTURO DEL SECOLO
XXI
indio
grigio
INDIO GRIGIO
Nº 223
AÑO V
13 Agosto
di 2004 Buenos Aires
RECITALE POÉTICO MUSICALE
"MIGUEL OSCAR MENASSA."
acommpagnato per INDIANI GRIGI
in La nave dei sogni.
• COME ELEFANTE TRISTE
Desidero fare l’amore in piena estate,
come nella mia terra facevano quelli senza-terra,
si richiamavano gli uni agli altri
e già non aveva amore.
Fare
l’amore, mi dico, con determinazione,
con certa alevosía,
comogli sucedeva alle donne del mi popolo,
con i suoi amori unici.
Fare
l’amore fino a rompere
l’equilibrio che mi permette amare.
Come
i fiori che agonizano,
bruciate, rotte,
per lo stesso sole che gli diede la vita.
Adesso, in questa lenta mattina di estate,
voglio che il vento produca,
quel suono acuto e strappante ,
del’amore senza barriere.
Come fanno l’amore le farfalle,
dove verme e ali,
si riuniscono per morire.
Oggi
vorrebbe praticare l’amore bestiale.
Come I maiali fanno e i gabbiani,
e i vampiri quieti e le vacche.
femmina e maschio, animali in celo,
senza parole.
Ed un
giorno dissi:
oggi voglio amare tutto quello che passó.
E la mia vita si riempì di morti.
Confesso avere stato come loro,
arrivai a godere seduto in una sedia,
quieto, senza alma, sperando un verso.
E,
dopo, mi piacerebbe amare,
di paese in paese, di océano a montagna
e lasciarmi cadere come i soldati
che muoiono abbraciati al’arma che gli ammazza.
Devo
amare, mi dico, devo amare.
Come amano i Giovanni in primavera,
senza importargli niente, menefregandosi del mondo.
Mi
piacerebbe, perché no, fare l’amore
tendendomi in un verso,
como le lettere,
le parole fanno
e mi divengo geloso
perche non posso tanto
e piangio come una donna
quello che defendendo come uomo
non servè per niente.
Amare,oggi mi liascerebbe amare.
Sarebbe l’uomo morto-vivo,
che la donna desidera.
Rimanere quieto, dico,
attaccarmi ,senzaltro al porvenire.
Baciare la bocca che bacia l’universo
e spegnere la luce.
Pggi è
un pomerigio caluroso
di state in Europa.
E chi si lo immaginassi
non avrebbe potuto mai
immaginarlo cosí:
Seduto
e scrivendo,
facendo l’amore nelle cloache della mia città.
Conoscendo a fondo la vita cuotidiana.
”Amore e odio si assimigliano”
amore e odio si assimigliano,
gridava il conddannato
e si abbracciava
con ardore a sua propria parola
e amava
tutto quello che non poteva essere e cadeva,
si lasciava cadere sul suo corpo.
Così
vorrebbe amare, cosí vorrebbe.
Con l’anima spaccata di solitudine,
senza che nessuno mi veda piangere per quello perso,
come elefante triste che non vedranno morire.
Come elefante triste
• ADDIO, CULTURA, MIA
SIGNORA
Quando piccolo ascoltava parlare a i maggiori.
lei,
un giorno, aprirebbe sue porte,
per che io entrara, alla fine, alla vita.
Giovane príncipe entrando al palazo che gli corrisponde.
Io
credeva
e miei amici credevano
e tutto era speranza.
Eravamo distrutti per una illusione:
Lei
un giorno aprirebbe sue gambe, sue porte, sue finestre
e noi entreremmo in ELLA come ELLA in noi
e, in quel istante, il regno dei cieli nella terra,
sarebbe la cultura.
Con il
tempo, sperando e facendo nostre cose,
-sperando di giorno, facendo nostre cose di notte-
fummo trasformando tutte le illusioni in bandiere.
Salimo
alla strada per gridare:
¡la
cultura è nostra!
¡la
poesía al popolo!
¡la
donna alla poesía!
Gridavamo di tutto, dopo,
percipimmo l’ululare di Hiroshima,
impoverendo qualsiese dolore.
Lasciamo di gridare.
Con i denti stretti,
con una palpitazione interiore, incredíbile,
come se la vita foie quello, strigere i denti.
Nella
quiete di quel silenzio passarono anni.
Eravamo ostinati, amavamo con fervore le illusioni
e quella passione trail gelo,
fuoco brutale che ancora mi sopravive
e canta nel proprio centro del silenzio mortale,
-che mi fremisce per ammazzarmi -
una canzone,
última tra tuoi braccia.
Addio,
vecchio piacere quando bimbo
e pensava arrivare alle stelle.
Mia signora, guarderò nel mio cuore le tracce
di aver fatto l’amore con lei e alcún giorno,
non mi lo perdonerà e, purtroppo, mi confesso:
Io fui
felice tra sue carni di violette.
Quante
volte un soneto fece scoppiare mio cuore di porvenire.
Quante
volte la armonía, la perfetta armonía, vostro Dio,
fece che dei miei occhi caedse una lacrima.
E
acullando a miei figli,
ho recitato, acompassatamente,
dei grandi poeta, i migliori versi.
E
viagiai per le sílabbe cercando la largheza essatta della notte .
E
calcolé il destino di una vocale duranti anni.
E mi
attacai alle parole.
E
viví attaccato tra le pagine di un libro.
Di
seguire per quel cammino mi toccava la gloria,
però, una tarde, inexplicablemente, comencé a crecer.
Le
parole non capevano nelle frasi.
Le frasi si cadevano della pagina.
Miei
sentimenti ingrandivano il cuore del mondo pericolosamente.
E al
camminare,
troppicava con le parole
e cadeva.
Una
ed altra
volta.
E le
parole si mettevano per miei occhi aperti
e mi lasciavano cieco, e lí,
precisamente, vuoto di negreze,
trasparenza dove la biancura face pensare nel inferno,
la Poesía mi tendè sua mano e in quella gioia,
-ubriachi di averci incontrato -
rompimos,
trastabillando juntos, todas las barreras.
lei
diformó suo essere nel incontro
ed io,
imtregai mia vita nel addio.
Addio, cultura, mia signora
•ADDIO, ALLORA
Addio,perche il poeta debe seguire viaggiando.
E se mio amore vi fa male al rompersi,
quello è il suono, forte, della libertà,
suono di catene facendosi a pezzi.
Addio,
perche già sono stato quì, nel mio sito.
E vi intregai mio amore, mio corpo fatto a pezzi,
la voce clarividente dei miei versi
e quello sguardo mio, aperto al’universo.
Addio,
perche il poeta deve seguire viagiando
e come qualcuno mi ha amato in questo popolo
e come qualcuno, sicuramente, alcuno mi ha guardato,
non lo
penso più, prima di andarmene,
primo di incominciare la nuova travesía,
tocco quei labbra, bacio quella solitudine.
Adiós, allora
Indio Grigio
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Lei è felice pero non può
sorrídere.
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