Rivista settimanale per Internet Indio Grigio
Nº 217. ANNO 2004 GIOVE 23 DI
SETTEMBRE

 

 FONDE - DIRIGE - SCRIVE E CORRISPONDE: MENASSA 2004

NON SAPPIAMO PARLARE MA LO FACCIAMO IN VARIE LINGUE
SPAGNOLO, FRANCESE, INGLESE, TEDESCO
ARABO, PORTOGHESE, ITALIANO E CATALANO

INDIO GRIGIO È PRODOTTO
DI UNA FUSIONE
LA LUCENTEZZA DELLA COSA GRIGIA
E
L'INDIO DEL JARAMA
LA FUSIONE CON PIÙ FUTURO DEL SECOLO
XXI

 indio grigio


INDIO GRIGIO Nº 217

ANNO V

 EDITRICE

64 COMPLEANNO DI MIGUEL OSCAR MENASSA
E CHIUSURA DELLA MOSTRA DI PITTURA
"MENASSA 2004"

Tom Lupo

FELICI 64

Di quel uomo  conosco per lo meno
64 poemi di memoria che vivrano per
le pareti dei  megliori ricordi.

Questo uomo potrebbe vivere con 64  donne
e avrebbe alcuna parola per ciascuna .
Potrebbe tenere 64 figli e saprebbe il nome
di ogn’uno. E avrebbe alcuna parola
per ogn’uno di loro.

Questo uomo grida 64 volte per minuto
enon c’e perchè spaventarsi, è come
il tigre mordendo asuoi piccoli.

Questo uomo stá meno di 64 minuti
con gente che appena conosce e tutti
si portano alcuna parola.
O un silenzio indimenticabile..

Questo uomo ha scritto più di
64 mila versi che  dovrebbero
mettersi in più di 64 idioma
per che il mondo
impari a sospirare.

Questo uomo a dipinto più
di  64 quadri perche la battaglia
contro l’alma nera del mondo
è incesante.

Questo uomo nei prossimi
64 anni magari cerchi dominare
l’arte del violino o può darsi che
lo vediamo accendere una stella
conla luce del suo sguardo.

Questo uomo fa
che tutti
quelli che hanno saputo lasciarsi
toccare per lui,
vogliano vivere
64 anni più.

Questo uomo
ha transformato
per sempre la vita
di più di 64 persone.

Questo uomo ha attraversato l’Atlantico
64.000 kilometri
e ha  stenduto
un ponte di parole
tra due città
che già gli ha fatto sorelle.

Questo uomo recibe più
di 64 mila e-mails
e già rispondè quasi 64.

Questo uomo ha parlato
con chi scrive questo
più di 64 volte.
E lo so’
perchè mai ho dimenticato
ne uno
di quelli incontri.

A questo uomo
l’ho chiamato  Maestro
più di 64 volte.
E mi sembra poco. 

A questo uomo
finisco di scriverli
64 línee
ed ancora non ho incominciato.

• Integranti dei Laboratori di Poesia Gruppo Zero

- Cristina Fernández

PER MENASSA  NEL SUO 64 COMPLEANNO

Un imperatore  nascè negli anni quaranta
senza denaro pero con pazzo desidero,
felice imparate nellla cultura universale.

Vissionario disperato per racccontare una vita,
due vite, un milione di vite.

Rivoluzionario che vivvrá 2000 anni
sentendo la allegría nel suo corpo nudo
e nella su anima, un sole perverso
che gallegia tra poeta e pittore.

Un uomo che vuole gridare
venti di carne e notti di schiavi
ama i versi, la transformazione e il  lavoro.

Cittadino della legge
gioca con il límite del tempo
amplía il mondo al di là del corpo
tra amore e voce
stá l’anima che ci fara volare.

Dialogo selvagio
incontrando una verità
che sempre tiene lo stesso fine:
Tua parola.

- Concepción Osorio

NON HA  ETÂ

Il colore che si scapa dil  pennello a tua mano
impregna i sensi. La luce  svanisce,
inventa il chiaroscuro dei tramonti,
il  viso della piogia che copre le stelle.
Il colore èparola e scrve  
le storie che nascondano gli specchi.

Il poema che scappa della tua mano
alla página fa tremare il mondo.
Si gioca a  faccia o croce la libertà del’uomo.
Il colore e parola si amano, si fremiscono,
ti prendono per  testimone di una unione tanto intensa.

Non ha etàil canto che sorge della  tua forza.
Non ha età la cintilla del tuo nome nellatela
che esplode, brava con tuo fuoco.

- Cruz González

POEMA AI 64 ANNI

A Miguel Oscar Menassa

La risa nei tuoi occhi  fa tremare la notte
con  specchi caldi e sue lune di argento.

Emergono dei tuoi labbra cuori
ballerini, cantori,
cuore di pelle e anche
un cuore che dimentica il tempo
dove tu eri altro e la nostalgia
tuoi mani  battendo la pagina.

Una vecchiaia senza agonie, dici,
un invecchiare gicando.

Lettere imbrogliate per i ferri dell’anima,
colori per le distanze e quando il desidero
il corpo è quello tramonto milenario
dove una donna si stende sul oceano.

Sesanta e quattro è  un svegliare allo sconosciuto
dell’uomo che ti abbita.

Radiante  albegiaredi agitate stelle
dipingendo i resti fermi
al’orlo della pagina
dove le storie si scrivono
e il soggetto è quella lettera
mentre sparisce.

- Eva Méndez

NUDO TOTALE E LA MACCHINA DI SCRIVERE

La spartitura della notte agiungió il verso,
parole che  aquietano coscienze
e  tende ottuse precisando tempi.

Stoffe atácate alle corde
come naufragi di oscurità,
paradíso disarmónico,
confusione alterna,
mani trascinandosi per il foglio
e vertente annimata del anima,
contemplano la exquisita velocità della vita.

Atomica piccoleza affaciata a tua pupilla,
quel brillo dello inaspettato
è la rete doveinvii lindomani:
la vita  fa salti
mortali e divertita,
si  involge in una tastiera infinita
di sesanta e quattro caratteri.

- Magdalena Salamanca

A MIGUEL OSCAR MENASSA NEI SUOI 64 COMPLEANNI

Cautivato per verità enquistate
dove i registri seducono mio sguardo,
arrivi, vittorioso, al regazo della età
dove, nudo, il tramonto imbellisce
precisi incontri di angelica providenza.

Sei nato sesanta e quattro anni fa
e sono tutti i passi, fermi conseguenze,
osate  luxazione al proprio nome
pagine marcate del pugno lottatore
che sempre  desti come  destino.

Toccare la vita con destra precizione
agiungere designi pulitedi impureze
roere parole dove i denti non  arrivano,
cosí calibraste il  pennello del lavoro
e, dopo, tutto sarebbe dimenzione possibile.

Transparente tenereza e  fermi vonvizioni
mischiano il futuro con relata poetica
lodate per rafiche di vento straniero 
mostre di un amore sconosciuto,
profondo sentimento carente di bugia.

Spogliata di antiche veleidades
antticipo per i ciechi di anima
una voce proveniente del futuro,
uomo e maestría adherite
amori di autunno per il mondo delle rose.                 

- Amelia Díez

AI 64 ANNI

Gli anni cercano riguardo
e lo trovarono.

Suo destino che era cadere
come foglie secchi
al porvenire dello terrestre
caddè nella sua pelle,
pelle marcata per le tracce
della lettera.

Tempo rotto
fuggendo di se stesso
tempo prorpio.

64 anni
Chiave impenetrabile.

- Manuel Menassa

COMPIRE 64 ANNI

Un uommo  ai sesanta e quattro anni
può darsi che abbia vivito, lo abbia visto quasi tutto.

Può darsi che la alteza
le aghi della ragione negli uomini 
producono elettriche convulsioni
gurando il corpo pegiorato della solitudine 
di non  essere soli o di stare tanto soli
pero ¡pesa tanto poco la materia!

¿Quale compagnia ansierá  qualcuno
con sesanta e quattro  bastoni
fatti a colpo di versi ?

Poeta e  pittore
si denudano oggi,
sono una combinazione di colori,
un paesaggio di passioni cristalini
anche quando il corpo trema
doppia denuncia storica.

Odiano le apparenze,
possiedono tutte l’età
che coprirono l’arte
e  quelle che verranno.
Mutanno nelle stagioni
e chiariscono con sua saliva
la umana insistenza
di tacere e dimenticare.

Cosí che oggi
chi non  voglia  mettere la mano nel fuoco
o dare un passo al fronte, chi non resista
ai venti o  ai ottanta
che si  alzi e continui  essendo quella piccola solitudine.

¿Un uomo di sesanta e quattro e nudo di appariense....?
Un anima senza rughe.

- Fabián Menassa

Miguel Menassa al nudo

 Quì stò, nel tuo 64 cumpleanno, padre;
crescere al tuo fianco è sempre bello,
arrichitore in tutte le opportunità.

Passano  gli anni e qualcosa vado imparando
o molto.

Quando fu necesario capire qualcosa della vita, o torcersi,
 avevi  sempre, adeguata, una insegnanza per darci.

Sono felice,
se è che si può dire quello .
Mi  piace il padre che ho
e lo dico;
 anche se si spoglia d’avanti a tutti  .
¡Che barbarità!
un quadro, una robba.
Guarda che sei piccolino,
ché forma di divertirti;
bene, ti voglio,  anche nudo,
d’avanti a tutto il mondo.

Sei un genio, vecchio;
al tuo fianco è più facile.

- Alejandra Menassa

NUDO TOTALE

A Menassa nel suo 64 compleanno.

Il corpo ¿ché è il corpo?
Il corpo di Menassa sono suoi poemi,
imbatte questo verso contro tutti
quelli che stando vestiti non vedano
al rè nudo
se cosí lo proclama la parola.
Il corpo di Menassa sono suoi quadri,
strisce di colori,
manto del tempo su firi d’oro.
Suoi tracce di  coragioso marcando
il cuore palpitante della tela,
suo duelo di titani contro il bianco.
Il corpo di Menassa sono sue frasi:
frasi che ti fanno grande se li
ami,
frasi che daranno corpo ad altre parole,
frasi come  molle al futuro,
essercizio di mani scrivendo
i  passi che altri piedi avranno di andare.

E nudo, nudo, camminando
sotto la espesa nebia,
nudo sotto il canto insistente 
degli uccelli,
nudo sotto l’aspro abbracio della stella,
nudo come il giorno che che Ángela lo illuminara,
nudo per sempre,  nudo per mai,
nudo anccora...
¿Chi può stare nudo?
con mille pagine,
dieci mila versi,
mille quadri....
e un essercito di lanse erudite
che cresce silenzioso,
che si  mostra giovane,
che beve di suoi versi,
suoi quadri e sue pagine.

- Carmen Salamanca

LE ACQUE  DI TUTTO PORVENIRE

Quello che preferisce cge l’altro abbia raggione.
J. L. Borges

Andava sulle acque di tutto porvenire
con la esperanza di non credersi,
rifiutando la caduta  al di fuori
come l’ecco di un passo finale.

Sotto sue siene in transito, il ricordo
di indiani in lontananza, alchimie di pura razza
insieme alla polvere di   vertebre disperse,
selva imbruttita  sotto la pelle.

Buttò i frammenti, le prove
sespese negli occhi del paradiso,
contro  nel’angolo lúcido di dio.
Dopo, horadó il reverso del suo cuore
e, ferito, distrugiò le tavole della legge .

“Tutto nuovo cautiverio sará caduta verso la luna”,
si diceva, e avanzava tra luci e tenebre
attravesando la  gabbia dil grande giorno
como se fusse la grotta della prima volta.

Da lí, un solo borde di piume
orfano di ali e verde sangue,
fugace ironía senza carne sotto l’anima,
fermato nella diferenza finale.

Si compirono  i tramonti ed io
entré nella sua bocca e conosce l’universo. 

Ti hai specchiato nella notte dei giorni
e giri tra la pazzia dil fattore inconcluso,
promesse della bevanda e sua corte goyesca:
uomini stesi nella silenziosa,
oscura chiave ereditaria.

Capelli azzurri della partita,
sopravivirai  alla caotica passione di questa carne
che ti coinvolge in preghiere di amarezza ,
schiava del dolore tra fiumi di gabiani.

Con tuoi occhi di selva e origine,
tra mucchi di deserto interrotto,
attraverserai la triple muraglia di suplica
nacida sobre el luto de la tierra.

Come una tomba differente,
oggi sarò tua parola ricuperata  .

Prigioniero ignorato, abbiamo lottato
corpo a corpo ogni patto di nebbie viagiatrice,
uno per uno, in sua perfidia di cartono potrito
cercando variazioni su la profesía.

Protege tuo spíritu dil tuono del rancore,
quel destierro del’anima nelle radici,
arterie di passione e suoi resti
sotto il nero amparo del mistero.

Ne anche con la mano obligata a scoprire,
sempre, la stessa innocenza, scapperai  
al perfil del tiempo, convertido en látigo.

“Senza un poco di crudeltà...” –mormorai-
“Sí, -dicesti sorridendo - senza un poco di crudeltà
è impossibile  finire questo poema.”

María Chévez

PICCOLO POEMA DELLA ETÀ

Adorata eternità persa
dimenticata di ambizione  tra le cigli
della disordinata moltitù.

Suona, purtroppo, ogni tanto, tua canzone.

Parole di acciaio  palpitante tremano,
si  sciogliano con l’aria.

A chi le importa non morire mai,
a chi le importa morire ogni giorno.
Adesso è il tempo delle guerre senza ragione,
del  confronto mutilatore tra  uomini e donne ,
delle lotte per sopravivenza dei vecchi,
delle decadenze fulguranti,
della riproduzione sospesa.
Instante in pienitù, agiungiazione momentanea
vuotamento continuo di senso,
di sangue,
di anima,
la vita purtroppo palpita, ci  batte,
ci soride in nostro sorriso.

MIGUEL OSCAR MENASSA

CUMPIRE 64 ANNI

Oggi, alla  mattina
nella colazione,
ho visto passare
molto vicino da quì
sesanta e quattro cani,
come affamati,
può darsi, abbandonati,
cadendo in un abismo.

Abismi di penombre,
di grigi  affascinanti
dove,  ancora quello che brilla,
non è lo vero.

Lí dove i sogni
riccamano silenziosi,
prossimi devarii,
la  nebbia si fa nebbia

e la luce,
prima di che io
compira 64 anni,
gia era luce.

Oggi stesso,  nella colazione,
 sul  pane tostato,
vide cavalcare lucertole
trattando di  illuminare

l’ombra di me stesso
che, acompasatamente,
come finale di un atto silenzioso,
caía sobre mí.

Di un passo in dietro,
come nel tango, e gli disse:
“Tú sei mia ombra,
pero chi ti persegue, sono io.”

64 anni, cani, anni
ombre, luce e cavalli.

Cavalli  ebbe sempre
per strada, negli hipódromi,
nel lavoro nella polizía
e sul tavolo di mangiare
nella casa di mia nonna.

Un cavallo percherón,
tinero, pero un po’ grasso,
seduto nella sedia,
su gambe,  più d’avanti,
sue mani, voglio dire,
in perfetta posizione
sul tavolo,
con delicateza extrema
sperando che un umano
gli chieda permesso a Dio
per incominciare a mangiare.

Dopo, anche, ho montato
cavalli azzurri e bianchi
come bandiere di patria
che dopo abandonai.

Oggi, senza’altro, amo la rosa
dove gualda e grana aspettano
che mi arrenda a i colori
che danno vita allo spagnolo.

Rosso innamorato, furia spagnola.
Rosso sangue di tori, nostra crudeltà.
Rosso, piccole goccie perse nel bosco,
alcún soldato e morto, un uomo lo ammazzó.

Voglio vincerlo tutto,
pero il gualda mi accompagna,
gialloaffeminato,
di mala sorte encumbrato.

Forza, sí ho,
anche ho amore,
solo mi manca che il gualda
mi  vogliaa vivo, oggi.

 Indio Grigio

 

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