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settimanale per Internet Indio Grigio FONDE - DIRIGE - SCRIVE E CORRISPONDE: MENASSA 2004 NON
SAPPIAMO PARLARE MA LO FACCIAMO IN VARIE LINGUE INDIO GRIGIO
È PRODOTTO INDIO GRIGIO Nº 212 ANNO V EDITRICE
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POESIA, POESIA, POESIA, POESIA |
SCRIVERE, CARA, UN POEMA
Scrivere un
poema desiderio con mio corpo,
strappare del coragioso sguardo del’amore,
parole, venti, mínimi accordi di pace.
Coinvolto in
fiamme, sanguinante l’anima,
incendiato per mia tenereza contro me,
ho stato a punto di conddannarmi a morte.
Dopo aprí nel
proprio centro del silenzio,
mie antiche e forti zaini marinari
e lasciai cadere tra i morti, mie parole.
Vide como se
movevano inquieti nelle sue tombe,
gridando spaventati per mia presenza cantarina,
per mia voce di corallo.
Suoi ossa,
cara, si spartevano, amore,
come il cristallo si rompe con il canto,
límpidamente, aperto a suoi suoni.
LABORATORI DI POESÍA
GRUPPO ZERO |
LETTERE D’AMORE |
CARA
SONO LO SCRIVENTE DI ME
Di sera mi stendo su pagine bianche.
Comincio mio ballo con contorzioni infinite come di danze. Músiche, totalmente, perpendicolari a mia fortuita maniera di amare.
Cuori distorzionati per passioni male-abitate e crudeltà. Pasiones essaltate e antiche si rifugiano nel tuo sguardo.
Sono gli dei della bonitae la tristeza nella tua pelle.
Come se le serpenti belli della notte nella mataza della gioia negli incontri notturni e la realizazione di alcún desiderio infantile e l’odpore a pane bruciandosi così tutti odoraqssemo a pane. Adesso, una grande guerra si scatena su le vertenti più chiari dell’amore . Lì , precisamente, dove la neve è Lei.
Anche se non lascio di baciarla, suoi occhi svaniscino, arrivano fina a miei piedi sedenti, quasi senza sguardo. E per finire ti ricordo che mai so, exsattamente, cosa devo fare.Stò all’impiedi nel centro del parlare. Quando cammino si muovono tutti i sensi. Quando scrivo, niente è sicuro di essere, ne nostro amore.
Lei è felice pero non può
sorrídere. ¡CONSULTATECI! TEL. 91 548 01 65 |
PSICANALISI |
Una parola,
Madre, se mi impone,
come largo caudale di cerimone.
Parole residuali aperta a gli abismi,
già vedi, stò quí, vengo a intregarmi.
Vengo a dire
che ti amava come un pazzo,
che tu, sei stato per me,la cosa più bella.
Mille fiori odorè disperatamente,
cercando tuoi odori, amore, di primavera.
Mille pelli
incatenati a mie pelli,
cercando quella suavità persa.
Mille bocche aprí mille volti con mia bocca,
e, dopo, altre
mille e mille cadute
e un milione di parole avvelenate,
ferocemente devorate,per dimenticarti.
CONSULTA
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Amelia Díez
Cuesta |
Carlos
Fernández |
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CONSULTA GRUPPO ZERO |
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Mónica
Gorenberg |
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¿EROTISMO O PORNOGRAFÍA? |
Praticar il
francese a Madrid |
CONSULTA GRUPPO
ZERO |
LABORATORIO DI SAGGIO |
Miguel Martínez
Fondón |
Coordinatore: |
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91 682 18 95 |
91 547 56 64 (MADRID) |
QUALCOSA DI POLÍTICA O RACCOLTA DI SPAZZATURA |
Le parole se
gli portava il vento,
dicevano i cittadini più accomodati
e avevano raggioni poderosi per non sapere .
Adesso siamo
parole che venimo dal vento, della rafica.
Parole con la velocità dil tempo nel sangue,
parole con la velocità dil tempo mess messa nel sangue.
Parole come ululati dolorosi, nervi in libertà.
Brami, siamo i
brami strappati dal vento.
Parole destinate a permanere, essere il linguagio.
Poesía Psicanalisi, un nuovo tempo della morte,
impossibile di mettere nello spazio come il proprio amore.
Un amore
impossibile di ubicare nel tempo,
come il proprio inconsciente, sua verità.
Un desiderio, disperato, aperto, moltiple,
impossibile nella vita come la propria poesia.
Cíclopeattaccate a se stessi, girano,
fanno girare il mondo come se fosse luce.
Impossibile,
cara, impossibile
Sperando
tornare mai ho arrivato,
arrivato senza sapere, mai ho perso,
gia vedi, amata, mie cose stanno chiare,
mio animo, libero, senza direzioni.
Se mi baci quí,
penso in otrora,
se l’oceano mi chiama, mi attacco a te,
a tua fragante bocca innamorata e pazza
e il povero oceano perde suerive.
Sto, non ho,
non consumo niente.
Non dimentico, non ricordo, non perdono.
Tutta la vendetta è ne miei occhi,
nelle mie
labbra inmensi furi dil tempo,
nei miei tempi, amori, fuere della vita,
nelle mie semplice versi fueri del’amore.
Sperando
tornare mai è arrivato
LETTERE DEL DIRETTORE |
IX
“Se ci lasciamo
invadire per la decadenza,
la decadenza, arriverá ai nostri muscoli.
¡Bello è rendersi conto che uno è un uomo maturo!
Quaranta anni,
un fiore che si strappa nello sguardo.
No sta male
proporsi una nuova vita,
precisamente,
nel ocaso delle illusioni.
Un uomo che già
non corre tra il pane ,
che gia non corre,
tra le careze amate della notte ,
che gia non corre,
che gia non guarda in dietro.
Detenuta, stá
adesso,
la vita tratre mie braccia
e in quel istante, sublime detenzione,
dove la carne è tutto il passato,
nomino, una nuova vissioneper miei occhi.
Gola
allucinata,
mia prossima parola sarà mio destino:
POESÍA,
minerale sanguinante,
gioiello squartizato,
per che a tutti toccara suo miracolo,
parola rotta.
Un poema in se stesso.
Specchio delirante, violini esereno,
nota fuori della vista della immagine,
parola impiccata.
Piccolo mito
desvalito,
della immagine del mare,
facendosi a pezzi nella mia voce.
Indio Grigio
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IN POETI SVEGLI IN DOMENICA 4 LUGLIO DI 2004
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IL PASSATO 4 DI LUGLIO DI 2004
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