Rivista settimanale per Internet Indio Grigio
Nº 210. ANNO 2004 GIOVE 24 DI
GIUGNO

 

 FONDE - DIRIGE - SCRIVE E CORRISPONDE: MENASSA 2004

NON SAPPIAMO PARLARE MA LO FACCIAMO IN VARIE LINGUE
SPAGNOLO, FRANCESE, INGLESE, TEDESCO
ARABO, PORTOGHESE, ITALIANO E CATALANO

INDIO GRIGIO È PRODOTTO
DI UNA FUSIONE
LA LUCENTEZZA DELLA COSA GRIGIA
E
L'INDIO DEL JARAMA
LA FUSIONE CON PIÙ FUTURO DEL SECOLO
XXI

 indio grigio


INDIO GRIGIO Nº 210

ANNO V

QUESTO E PUBBLICITÀ

   

ABBIAMO VINTO

IL PREMIO SPECIALE DEL PUBBLICO AL CORTOMETRAGIO:

La donna e io. Lettera al presidente
di MIGUEL OSCAR MENASSA

NELLA 1ª MARATONA DI VÍDEO DIGITALE 2004
organizato per la SGAE e il Círcolo delle Belle Arte
intregato il 16 Giugno di 2004 nella Sede Manuel de Falla della Società di Autori e Editori
 


E NON ABBIAMO VINTO

nessun premio nel concorso di machete organizato per GUINNESS e 40 TV; non ci hanno lasciato competire perche i finalisti erano selezionati  prima della nostra attuazione.
 

 

INDIANI GRIGI IN MADRID

(13  Giugno di 2004
FIERA DEL LIBRO DI MADRID)

FIERA DEL LIBRO DI MADRID

20  GIUGNO DI 2004
Registrazione in diretta
Da POETI SVEGLI

 EDITRICE

L’ARTISTA CREATORE

Sto como nel aria
puro della mattina
non capisco quello che faccio
ne credo farlo  io.

Ma mia amata mi dice
quasi tutti i giorni:
sei un genio, caro,
ti assimigli a Dio.

Guarda che fare di tutto
anche baciarmi un po
senza renderti conto, amato,
che tú sei il campione.

Il campione degli  baci
de los polvos ligeros
e degli lenti  polvi
fino al’alba.

Il campione del  lavoro
e della festa  amata
e tutto il mondo sa’
che sei un vincitore.

Il campione dello studio
dei chiari inventi
e del poema fácile
per la popolazione.

Pero, caro mío,
dovrebi sapere
che l’uomo che fece tutto
ha cambiato suo essere.

Per quello non ti trovi
ne nella vita, ne il  lavoro
ne anche nel lettino
quandofacciamo le cosette.

Sto como nel aria
puro della mattina
non capisco quello che faccio
ne credo farlo  io.

L’ARTISTA CREATORE

 

POESIA, POESIA, POESIA, POESIA

LÍ DOVE LA TERRA

Lí dove la terra
disangua
i Giovanni garofoli
lí ti aspetto.

Tra il sangue
e il lontano carmíne
del fumo della sigaretta.

Tra le solitudini,
queste vecchie carte
macchiati per tuo sorriso
intratagliati al’alba
e tue miserie calide
e le diademe
su tue tette
aperti nel mare.

Lí dove i Dei
tessono
il volo degli uccelli
lí ti aspetto,
bianca straniera  mía
persa tra il  tumulto
e il misterioso volare
di rondine nel tuo corpo
di rondine nel tuo viso …

Niente di uccelli cantori,
sólo tuo sesso
sólo il volare delle rondine
verso l’aroma dil tuo sesso.

LÍ  DOVE LA TERRA

 

 

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LETTERE D’AMORE

SONO IL CANTORE…

Sono il cantore,
gli disse sorridente,
non ho  niente da perdere,
sólo mio canto.
Così che lei ed io,
possiamo baciarci,
pisare forte la terra,
volare più alto.

Già so che non è decente
amare la vita tanto,
che non è onesto,
sincero,
volerla per me.

Che l’infinito fuoco
deve essere spento.
Che l’inquietante desiderio
deve morire.

Purtroppo, lei ed io
potremmo affondirci
levemente nel abismo,
riempirlo tutto
con mio canto.

Anche in verità
nessuno lo voglia,
vivere, vivere,
potremmo mille anni
.
Io sarebbe il cantore
e lei, mio canto.

SONO IL CANTORE

 

 

Lei è felice pero non può sorrídere.
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PSICANALISI

QUANDO LUI MI AMA

Quando lui mi ama
tutto il mondo è buono
tutto il mondo è  buono. 

Quando lui non mi ama
tutto il mondo è malo
tutto il mondo è  malo.

Gli chiederò che muoia
così mondo già non avrà
e io rimarro nuda
in piena strada, nel bar.

Che si muoia, che si muoia
e caminando ariverò
a cime di tale altezza
che nessuno potrà credere.

E lí, in quella inmensità,
solo per amarmi tanto
mi spoglierò la pelle,
ed un acquila dorata mi mangierò.

Quando lui mi ama
tutto il mondo è buono
tutto il mondo è buono.

Quando lui non mi ama
tutto il mondo è malo
tutto il mondo è malo.

Dopo di mangiarmi l’acquila
e vevermi tutto il vino
gli chiederò che muoia
che muoia, che muoia
che mi permetta  volare.

 QUANDO LUI MI AMA

 

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¿EROTISMO O PORNOGRAFÍA?

PEPE E I LADRI

Oggi vennero i ladri
a rubbarmi la bambola
che mi rigalò mia madre
alcompire i sedici.

Venivano di cattivi
ed erano molto buoni.
I ladri cercarono
qualcosa da bere.
Aprirono il frigo
e si bevero tutto
e anche il cibo
e il veleno fatale.

E Quando arrivó
il padrone dil veleno
e vede a i tre ladri
tirati per terra
si disse: ¡è il veleno!
e si messe a correre.

A i pochi secondi
ritornò con  l’antídoto
che erano supposti
che per il culo li diede.

I tre ladri
al  svegliarsi
senza sapere quello che sucedeva
si mesero a pulizare.

Il bagno e la cucina
la sala, i sogni 
e quale tre camariere
fecero di mangiare
e dopo  la servirono
con gonne molto corti.

Dopo alla notte
le povere sognavano
che erano i ladri
e ¡cóme godevano!

Al mattino
volevano dimostrare
che il sogno non era sogno
sino la realtà.

E per dimostrare
tale  teoría
si toccavano i coglioni
e coglioni non avevano.

E nel sito della polla
aveva in suo luogo
una rosa che, accesa,
giravasenza fine.

PEPE E I LADRI

¿Lei che opina?

Pornografía   o  Erotismo

Fino ad oggi hanno votato:

Pornografia: 229.000     Erotismo: 385.000

 

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QUALCOSA DI POLÍTICA O RACCOLTA DI  SPAZZATURA

SONO QUASI FELICE 

Sono quasi felice,
canzone disperata
e festegio il Anno Nuovo
come a me  mi piace.

Metterò sulla tavola,
in vece di cibo
amabile sugerenze
per non ingrassare.

E alcol ne una goccia,
può darsi, per brindare.
E la maría sará
nostro único veleno.

Da quando fumo maría
gia non patisco di artriti,
ne di lunghe digestioni
ne di angoscia quando sogno.

Sono come un innamorato
che li parla ad un fiore
cercandoli miracoli
nel campo dell’amore.

Lei non dice niente
pero mi guarda dicendo:
Se qialcuno  convoca
la presenza del’amore,
è l’amore e non io,
dice il piccolo fiore,
chi  sostiene e dirige
i miracoli  del’amore.

¿E per ché io stò con te
se tu niente mi darai?
In verità niente darò
peroqualcosa pulirò:

Pulizare tuoi orecchi
e nei tuoi occhi metterò luce
e il miracolo di tua pelle
è compito di tuo amante.

SONO QUASI FELICE
 

LETTERE DEL DIRETTORE

TUTTA VANITÀ

Tutta vanità
ovunque esca di me
è propria della mia razza.

Sono un prigioniero del mio amore,
chiedo sempre clemenza.

Un altro bacio,
un’altra carezza,
un’altra parola.
Sempre  aspettando
 un miracolo,
uno vero
pazzo  d’amore.

Risuona in me
una vertigine gelata.

Sono un uomo  accomplessato
per sua propria tenereza.

Cerco con fermeza cautivarmi
e non trovo niente.

Ripasso mia grandeza
e  niente abbasta
per calmare mia sete,

sono una seta d’amore
innamorata di se’ stessa.

Un poeta cantore
e la vertigine di esserlo.

Aprite le porte
per che possa passare
chi non potè
quel che niente sarà.

Ostinato bibitore di cicuta
fermo mia carriera
e spero che la sete
si calmi con il tempo.

Ripasso mia grandeza
e  niente abbasta
per calmare mia sete,

sono una sete d’amore
innamorata di se stessa.


TUTTA VANITÀ

Indio Grigio

*Raccomandamo che attualizi suo riproduttore Windows Media.

 

QUESTO MATERIALE FU REGISTRATO IN DIRETTA
IN POETI  SVEGLI IN DOMENICA 20  GIUGNO DI 2004

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Índio Gris