INDIO GRIS
RIVISTA
UNIPERSONALE DI RACCOLTA DI SPAZZATURA
Nº.21 ANNO 2000 GIOVEDI 19 DI OTTOBRE
FUSIONA-DIRIGE -SCRIVE E
CORRISPONDE:MENASSA 2000
NON
SAPPIAMO PARLARE MA LO FACCIAMO IN VARIE LINGUE
SPAGNOLO,FRANCESE,INGLESE,TEDESCO,
ARABO,PORTOGHESE,ITALIANO,CATALANO.
INDIO
GRIS,E PRODOTTO
DE UNA FUSIONE
LA LUCENTEZZA DEL GRIGIO
E
L'INDIO DEL JARAMA
LA FUSIONE CON PIU FUTURO DEL SECOLO
XXI
STA
PASSANDO
STAI
VEDENDOLO
MA NON PUOI CREDERLO
Un
missile entra nella bocca da un bambino chiedendo libertà
Ieri
sera piansi tutta la notte per la libertà morta.
Questa mattina sono più tranquillo, come se qualcosa avesse guadagnato col
pianto.
Quando un povero o piccolo o schiavo cespuglio ad un uomo quella è una cosa di
animali.
Quando
un ricco o un grande o un padrone ammazza a cento uomini quello è giustizia.
Piansi, piansi tutta la notte.
Sta
passando
sto vedendolo
ma non posso crederlo
Un
missile entra nella bocca da un bambino chiedendo pane
Quando
muoia, gridava il bambino, avrò lasciato un rastrello ma starò già morto.
Circondato
di bugie, le falsità della terra,
cerco di scrivere questo poema in aiuto del mondo.
Non devo verità dire, neanche consegne.
Non vengo per prepararmi negli eserciti di nessuno.
La
cosa unica che mi dispera della guerra è che i soldati sono tanto giovani.
Piansi,
piansi tutta la notte e mi sentii ammalo come mai.
Vivo
in un mondo condannato e non ho potere per salvarlo, lo leggo allora.
Il
punto nella guerra lo mette quello che perde.
Cioè, in ogni guerra c'è qualcuno che si arrende, quello è quello che mette
punto finale ad una guerra che ci sia un perdente.
Vestisti
il clamore del paese!
Poi morirono tutti.
Piansi,
piansi tutta la notte ed ebbi paura di essere solo un scrittore. Benché, forse,
mi dico, la cosa migliore sarebbe conformarmi.
Essere
scrittore non è tanto brutto comparato con essere morto di una guerra, forse,
non necessaria.
Sono
sconquassato, la guerra prova che il mio pensiero, sull'uomo, si sbagliava.
L'uomo
non progredisce, progredisce solo l'oggetto tecnico e non del tutto.
C'ammazzeranno,
so che c'ammazzeranno e, tuttavia,
scrivo per quell'uomo che senza sapere chi parla ascolterà la mia voce.
La
guerra è un gran commercio,
oggi lo dissero per radio e Tv,
Quando i morti siano più di mille
il petrolio abbasserà un dollaro per barile.
È
l'amore quello che si viene sotto, è l'amore quello che mi fa male, gridava
quello condannato,
ogni volta che aumento il mio salario perdo un amore.
26
SETTEMBRE DI 1987, MADRID:
Los
tempi non corrono, i giorni non Lei muovono, i venti non soffiano. È in questa
quiete che oggi ti scrivo. Quasi in quello stesso momento di cominciare, un po'
prima di cominciare, quello secondo prima del segno di uscita dove, ancora,
chiunque dei partecipanti può guadagnare.
Il
viaggio a Buenos Aires, con tutta la famiglia, non mi è possibile realizzarlo.
Il problema è che non potendo andare di visita a Buenos Aires in dicembre, ora,
voglio ritornare per sempre, cioè, voglio tornare alla mia città natale per
potere scrivere le mie migliori opere.
Prima
di ritornare alla mia città natale farò tradurre tutta la mia opera al
francese e tenterebbe di pubblicare o fare pubblicare alcuni dei miei libri su
Francia. Prima di ritornare dovrò comprare, non so con che denaro, una casa a
Buenos Aires. Prima di andare dalla Spagna devo finire i contratti coi gruppi
didattici. Cosicché il viaggio lo preparo ferma tra 10 anni, se no succede
niente straordinario, prima del 2000 starò vivendo a Buenos Aires.
Spero
di pubblicare qui a Madrid prima di quella data quattro o cinque libri di
psicoanalisi e tre o quattro di poesia ed una che un altro romanzo.
L'autunno
in questa città spunta francamente e con fermezza. Scrissi un poema per i miei
47 anni, ma in generale non voglio sedermi alla macchina per scrivere perché
penso che primo devo pubblicare i miei scritti inediti che inondano già ogni
angolo. O pubblico rapido, o non avrò più luogo nell'anima.
Preparando
il gran progetto del ritorno a Buenos Aires, lavoro come una bestia.
IL LIBRO POTREBBE CHIAMARSI:
RITORNARE
A BUONE ARIE O L'ALGORITMO DI UNA
DESTREZA
26
Febbraio Di 1994:
Mia
sorella mi portò alcuni dollari di tutta l'eredità di mio padre e di mia
madre. Tutta l'eredità è uguale a quello che guadagno ogni mese, tutti i mesi
dell'anno.
Il dilemma: comprare qualcosa o spendermi il denaro in cose che non perdurino.
Un cambiamento importante si sta realizzando nella mia vita. È la prima volta,
in 18 anni che vivo in Spagna che ho denaro e non in che cosa spenderlo.
Se
non muoio prima di 40 anni sarò grandioso.
Devo
tranquillizzare, ho già lavoro che è la cosa unica che si può avere in questi
tempi. Sono già amato per alcuno donna. Già un piccolo mondo porta il mio nome.
Ora posso domandarmi, se non fosse tanto importante fare l'amore, che cosa
sarebbe la cosa importante per me?
Caro
Pablo, oggi dopo più di un anno della tua morte, tornai a camminare per le
strade del paese dove ti assassinarono e sentii profonde emozioni, come di
camminare al tuo lato.
Ti
nomino, piccolo bambino, Pablo amato,
per sentirti vivere quando ti nomino.
Ti
nomino affinché la morte smetta di essere,
il centro della mia voce, la vita possibile del mio canto.
Ti nomino per dire al mondo, alle tue fidanzate amate,
ai tuoi amici che ti portarono della mano fino alla morte,
che il mio piccolo, bello Pablo, vive quando lo nomino.
L'uomo
muore appena se un altro uomo lo nomina.
Per
quel motivo quando ti nomino nei miei poemi, strada
come anticamente al tuo lato, appendendomi del tuo braccio,
lasciandomi portare per le tue strade dell'amore perso.
E
scrivendo il tuo nome nei miei poemi, ogni volta,
me lo dico, Pablo amato, è come se vivessi,
come se nessuno avesse potuto assassinarti,
come se la fragranza della tua pelle arrivasse in verso,
sulle lettere del tuo nome nella carta scritte.
E
quella voce delicata, ribasso ma sicura di arrivare a destino,
con la quale mi leggevi i tuoi scritti, aspettando un sorriso,
parole misteriose che ti unissero a me che permettessero,
che il tuo nome non finisse mai che fosse più in là,
quella voce sorge in me, calda e viva, quando ti scrivo.
È
per quel motivo che non mi lascio morire nella rottura, solo
per nominarti, affinché ogni volta, coraggioso e contenti,
facciamo nuovamente dell'amore, infinite strade di fuoco,
chiara spioventi illuminati, cascate di risate nei tuoi occhi.
L'uomo
muore appena se un altro uomo lo nomina.
Ella,
a volte, è come qualcosa che non funziona funzionando.
Sto
diventando tonto sperando che i giri del destino si mettano a mio favore. Devo
avere avanti l'intenzione di finire con tutto il passato. Ho che potere rimanere
per vedere come si penserà i primi 30 anni del secolo che viene.
Gennaio
di 1995: Devo darmi conta che la pubblicazione del primo libro di mia figlia
Alejandra ed il primo libro di Carmen, a mio capire, due buoni libri, fanno in
me il sortilegio del trionfo e la paura che le emozioni io sorpassino.
Lunedì
27 di febbraio di 1995: non voglio lavorare più di bambinaia
NON
SUCCEDÈ MAI
NON STA PASSANDO
PUÒ LEGGERSI SOLO
Rozza
di amore, vuole dire che i risultati positivi, anche, si ottengono per le strade
diverse che non sono l'more.
Quando
il risultato è negativo o poco vantaggioso, il candidato ha detto già che non
a varie strade.
Per
quello non vale la pena provare altre strade, bisogna cambiare candidato.
Oggi
penso che posso curarmi fino alla frivolezza.
Opporre,
per un po', il mio tempo ad ogni tempo.
Lì,
ci sarà qualcosa di innovativo, forse, la cosa poetica, un altro tempo.
Dopo
mi verranno a preguntar e me, avrò detto già.
Abbiamo
che liberarci di vecchie ideologie,
Il
potere che dà il denaro non è per tutti,
ma le patate neanche e sono molti più economiche,
È
qualcosa che dovrà essere incanalato nel mondo,
ma quello non sta in me.
Rozza
di numeri, abbiamo raggiunto già il livello.
Ora
ambiamo che si dimentichino che siamo i trionfatori. Fummo i primi, i migliori,
i più numerosi.
Ora
ambiamo le nostre mejorar letture, i nostri cibi. Ambiamo per noi, un
amore forte, una scrittura delirante.
Anche
è pazzi ad intorno mio che mi obbligano a curare la mia scrittura.
Ciechi
compratori di oro mi lasciarono in libertà.
Ora,
senza già avere bisogno di lui, vado per il mio desiderio.
"Questa
romanza è un monumento al desiderio, non a su soddisfazione, ed il desiderio non sta in stampi né norme." Leopoldo di Luis |
"Menassa
fa di quello erotismo una vera enciclopedia delle relazioni sessuali."
Juan-Jacobo Bajarlía |