Rivista
settimanale per Internet Indio Grigio FONDE - DIRIGE - SCRIVE E CORRISPONDE: MENASSA 2002 NON
SAPPIAMO PARLARE MA LO FACCIAMO IN VARIE LINGUE INDIO GRIGIO
È PRODOTTO INDIO GRIGIO Nº 129 ANNO III EDITORILE INTERVISTA
AL POETA MIGUEL OSCAR MENASSA
Storie,
quello che si dice storie, ho mille,
tutte incontabili. Quello che mi manca, veramente, è un po’ di coragio. Sono
uno stronzo felice. Senza muovermi , è il mondo che si muove e io rido, felice,
di tanto movimento. Conformarsi
con l’allegria dello già ottenuto `r dare un pran passo.
Adesso che ho qualcosa di guidare, posso attaccare con forza tutto
desiderio di povertà. Cè
una libertà che arriva con il tuo canto. Ma io non ti aspettava , amore mio, e,
pur troppo, fu molto duro pensarlo. Occhio
di neve, alpaca dil tempo, ante di luce, non so’ si aspetterò tutto
l’orrore soltanto per tenerlo. Cara,
oscuramente mi retiro verso la luce, lascio l’amore.
Miguel
Oscar Menassa recitando
SPERANDO
RITORNARE MAI HO ARRIVATO Sperando
ritornare mai ho arrivato, Se
mi baci quì, penso in otrora, Stò,
non ho, non consumo niente. nelle
mie labra inmensi fuori dil tempo, Para
vedere il vidio deve tenere
istalato in suo computer i
programmi:
CARA: Nel
rosato rozagante spettro Fugiamo
della fame, veleno crudele, che è semplicemente per una pazzia che
scrivo. Il rumore della machina mi
rimpiena di orgoglio come se foie una canzone
famosa che un cantore famoso canta per me. Un
rumore di landa contro landa, con variación di sepolcri aperti a i gridi
nupziali delle babose
quando coabitanno tra li alti spinelli alati. Vado vociferando lentamente
mio destino come se mio destino fosse il destino delle povere bestie
immacolate, che non hanno potuto parlare ancora con nessun dio che
gli spiegassi il mistero della vita. Come quelle povere bestie amanti
della morte. Oh,
corpi del calore estremo, perffette farfalle disperate, tenui
uccelli impaziti e ciechi, come lei, cantori dei giorni più
spettacolari di nostro processo di fracassare, di nostro grande errore. Io
sono chi si affonde silenziosamente
in me, per che possa volare.
Lui
si tumbò senza dire parola. Dopo quindici minuti di silenzio mi disse con
voce tranquilla, pausata: -
Devo poter fare tutto di altra maniera.Quello che non capisco di nessuna
maniera è perchè ho una donna ed una serva,¿per ché? Devo poter
ubicarmi in una realtà più obiettiva. Allora
gli disse, anche con tranquillità: -
A partire della settimana prossima potremo incominciare con la terza
sessione. Continuiamo la prossima.
La
prendè dei capelli e gli diede mezo giro. La appogiai
delicatamente contro la scrivania, con le sue tette sul cuaderno di
bitácora e mi la fotté per il culo allo stile classico. Tutto
godere. Primo
li succhiai il culo quasi quindici minuti, dopo, in una posizione rara,
mentre lei anche, mi succhiava, li mettè due diti
(l’índice e il medio) che mischiati
con la saliva si introdussero con una facilità assombrosa. Lei
clamó: -
Rómpimi tutta, mettila per il culo, per favore. Fino a il giorno di oggi hanno votato: Pornografia: 267.000 Erotismo: 500.000
1 Forti
chiamate al cuore dimostrando quanto
infelice è quello che ragolge soltanto quello che fu capace di seminare.
2 Aveva
le mie ragioni quando diceva che non pensava meglio chi leggeva più.
Ancora, tra quelli che sanno leggere, nessuno sa’ organizare i prodotti
di tanta lettura. A
me, se lo penso bene, mi toccó dare di mangiare alle bestie, per che le
bestie fossino, adesso, sostengo di alcuni dei miei nomi. Senza
nessuna essigenza si potrebbe vivere uguale. Índio Gris
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