Tutto
stá bene e tutto stá male
e non dirò, come si diceva anticamente:
un forte vento ha distrutto nostra ragione
e non dirò:
forti borrasche,
si hannoportato nel suo seno
nevato l’ultimo amore.
Una
terra si guastanel rumore
alato del mio canto,
nel rumore di una tempesta senza fine,
un uragano che, più che annunciare ildevenire,
ci ricorda spietosamente il passato.
Tra
le parole che spellicio vive,
stanno quelle della tua pelle.
Fraganzia di limone tra ifichi,
piccola fraganzia d’amore tra le
campanule.
Taglio di miele, tuo sesso, aperto,
verde e naturale.
Ti
confronto nel fondodel tuo sguardo
vuoto,
-operaia sarcásticadelle erbe-
apro tua pelle
e su qualche ferita sanguinante del tuo viso,
una vía rapida e sicura, tra le tue vene,
lascio cadere mie parole, veleno mortale,
gridi ingranditi su tua carne.
Sono
unuomo che morirá quasi sicuro
nel suo andare.
Amante degli profumi,la donna, sempre miimpaurisce.
Un giorno qualunque , come mi succedeva da ragazzo,
scrivirò un poema, accenderò la luce.
Soli, stelle fugaci e soli maestuosi,
per che tua pelle salti in pezzi.
Prato verde e naturale,
prato infinito.
Occhio scuartizato di américa-latina,
erbe gelati in piena primavera,
sotto il sole, esattamente, sotto il sole,
tutti morti. Sfera di cristtallo,
bandierina azzurra e bianca di mia piccola patria morta,
sopra miei occhi, in pezzi di sole, tuo corpo risuscita.