INDIO GRIS

RIVISTA UNIPERSONALE DI RACCOLTA DI SPAZZATURA
Nº.11 ANNO 2000 GIOVEDI 10 DI AGOSTO
FUSIONA-DIRIGE -SCRIVE E CORRISPONDE:MENASSA 2000

NON SAPPIAMO PARLARE MA LO FACCIAMO IN VARIE LINGUE
SPAGNOLO,FRANCESE,INGLESE,TEDESCO,
ARABO,PORTOGHESE,ITALIANO,CATALANO.

INDIO GRIS,E PRODOTTO
DE UNA FUSIONE

LA LUCENTEZZA DEL GRIGIO
E
L'INDIO DEL JARAMA
LA FUSIONE CON PIU FUTURO DEL SECOLO
XXI

Indio Gris


INDIO GRIGIO Nº 11

1

Psicanalisi Didattica:

Psicanalisi che uno si proporsi intraprendere con con un proposito di formazione,specialmente come elemento di abilitazione per praticare la psicanalisi

2

Ella é una pazzia contro lei stessa.Si ama e si odia tutto il tempo simultaneamente e con una gran intensitá.

3

Sono un poeta,quello che voglia di me un'altra cosa lo fará impazzire o sará un letterato che é la stessa cosa.

Quando piú lontani stiamo della vita piú vicino stiamo della veritá,diceva il condannato.La saggezza appartiene alla vita ma quello é una fizione,perché niente sa di quello che gli permette di avere l'illusione di sapere.

4

Sono incarognito in vendere la mia anima e non trovo compratore ed il condannato non capiva perché

5

Non ho realtá assolute e quello é molto moderno.

6

3 GIUGNO DI 1985

Ella sta per arrivare e é come se io non stessi preparato del tutto.

Sto,chiaramente,dosando un senso.certi sensi esagerando del suo punto di fusione,esplodono facendo lo stesso male fisico che un'esplosione atomica con produzione di sequele neoplasiche,malformazioni di ogni tipo e deliri diversi.

Dosare un senso,oltre come si esprima,é il tentativo di mantenere qualche equilibrio benché sea instabile.

7

Fuggeno dai miei vecchi persecutori mi trovai con miei nuovi persecutori.Qualcosa mi allontana dal male ma,ancora,non mi rendo conto.

8

Spero di girare il mio amore,spero di vederti ritornare.Io,cara,posso venire ad essere sparendo dal mio detto.

9

Stiamo ancora di spalle alla vita,benché la vita ci sorrida noi fedremo permanentemente sempre ombre,tedio.

10

5 GIUGNO DI 1985

Le letture realizzate durante il mese di maggio,cominciano a produrre i suoi propi effette.Fottere é sempre meno importante e comincio a verificare in me,una tendenza all'investigazione.Piú di cento persone sono attente alla mia scrittura per dare il prossimo passo.Piú che responsabilitá,mentre il fatto é comunitario dovrebbe sentire allegria.In meno di 10 anni ho prodotto un discorso ed un auditorium.Il resto é lasciarsi portare giá per la relazione esistente tra discorso ed auditorium.Nessuno vedrá conveniente zittire,neanche io,il flusso vivificante cosí stabilito.

11

Nel mio quartiere,nella decade dei 40,ogni bambino aveva sua propria personalitá.Alberto era arrivato nelle conclusioni al colpo di martello.Mario alla ombrelletta,io alla sempliciotta,Roberto all'idraulica ed Umberto alla piena.Eravamo tutti saggi in potenza e ci piaceva piú essere differente che uguagli.Di quella maniera,un giorno,ci riuniremmo tutti ed ognuno potrebbe mostrare una tecnica differente di sopravvivenza.

12

Quando possa rotornare,la poesia,questa volta,aprirá tutte le frontiere e attraverseró le ultime barriere,illumineró gli ultimi sapere.
Superate le paure di morire o perdere,ancora c'é piú.

E incredibile l'effetto che mi fa il caffé.Piú di due ore fa che non posso né aprire,né chiudere gli occhi.

13

Avere un stile é,semplicemente,avere articolato una realtá inesistente di una maniera differente e dopo portare tutto quello fino ai suoi propri limiti.

14

Ella mi disse,io ho un cuore che puó piú che un pensiero.Ed io,gli risposi,che orribile! non posso crederlo.

La passione era solo il vuoto per dove arrivava la nostalgia.Fuggire non fuggo oramai ma neanche tremo.

15

Spero di concepire un pensiero che mi permetta di vivere nell'ordine della parola e,contemporaneamente,nell'ordine della passione.

16

Non ha bisogno l'uomo diventare contro sé stesso perché quello giro lo diede giá fa molto tempo.

17

Poesia ti amo ed un alito di piacere me lo ricorda.

Poesia,ora,voglio amare la cosa ignorata,tutto quello che non sará.Il niente che si nasconde oltre il niente.Un tratto nel tema,ma nella impossibilitá di essere capito come tale.

Non l'immagine del pene bensí la sua inquitudine.

18

DOMENICA 9 DI GIUGNO DI 1985

Il materasso di piselli che propone Miller per proteggere la pratica ha come tendenza negare,respingere,la morte di Lacan.Diventeranno tutti mati o tristi che é la stessa cosa.

19

Sono in me,arpeggio dissonante.Nota,fuori della portata di l'immagine.

20

Necessito a volte ripetere una stessa parola mille volte,per trovarle ubicazione tra le parole.

21

10 GIUGNO DI 1985

Oggi dissi a mio figlio vedendo preoccupazzione per suo matrimonio:-Sei molto giovane mio figlio.Sposarti,allora,non deve preoccuparti.Se ti va bene sei come un piccolo genio e se ti va male hai tempo di provare nuovamente.

Cosicché la preoccupazione deve essere,sposato o non sposato,che cosa fare con la tua vita,come produrre i tuoi propri pensieri?

22

Leggendo la rivista L'Indio del Jarama Nº 3,(maggio-giugno 1992) mi impressionó quasi tutto.Al vento alcuni pezzi.Chiudendo l'Editoriale possiamo leggere:

Schiacciato per la fame crebbi profondo,
arrivai a toccare nel centro della terra,
nel bordo,imperffetto,della vita,
il fuoco massimo,i caldi estremi.

Fu espulso del centro della terra,
per ambizioni di minatori e commercianti.
Le acque mi portarono fino a dove l0oceano
se ripiega su sé stesso per essere l'amore.

In quella nera profonditá turbolenta,
dove nessuna cuspide era possibile,
della perfetta roccia sorse il mio corpo.

Pescatori e governanti mi espulsero del mare
ed ancora,fuoco vulcanico,terra,acqua disperata,
volo,ora,profilandomi vento,lettera futura.

    23

SCUOLA DI PSICANALISI GRUPPO ZERO MADRID

MOVIMENTO VERSO LO STILE

MAGGIO - GIUGNO 1992

Poesia e Psicanalisi é,a Madrid,piú che la casualitá di un incrocio felice.Poesia e Psicanalisi é,a Madrid una posizione politica.In primo termine contro ogni razionalismo,sia francese o galiziano ed in primo posto,contro ogni colonialismo che si voglia esercitare su la psicanalisi in spagnolo,venga da Parigi o venga da Benos Aires.

L'occhio magico della lentezza strappa il mio sguardo.

Ed a tutti questi piccoli raggruppamenti che si sono staccati dal nostro essere consigliamo l'occhio caustico della memoria di un tempo dove il sapere era patrimonio del piacere.Quelli tempi dove nessuno poteva vivere piú un giorno senza saltare al vuoto,dove nessuno poteva vivere piú un giorno senza sorbire fino alla cosa uktima del nettare amaro di non essere solo bensí quella fenditura che mi separa da me:

La Libido! Ragazzi! La Libido! e quello li aiuterá a crescere.

Sono la spessa saracinesca che parla della morte.

La potente muraglia che separa la vita dal poema.

Minuscola presenza illuminata del linguaggio,

un punto bianco,luce disperata di vuoto.

Il segno degli innamorati godendo.

Fu rinchiuso,mi dico,sono stato rinchiuso.Non posso credere,io che tanto amava la libertá fu completamente rinchiuso.

Spero di non essere spianato per il fuoco di questa nuova libertá.
Cavalcando sulla voluttuositá di un corpo abbandonato,
percorsi questa parte del mondo,al di lá il mare,al di lá le montagne.
Non eravamo una linea fissione volendo toccare l'orizzonte.
Eravamo l'orizzonte stesso,la linea dell'orizzonte che non si vede.
Lo capisco,non dipendere da me,mi fa piú forte.
Una perfetta roccia spietata,affondando.
senza emozioni apparenti,,nella emozione dil parlare.
Quello che potendo essere,é silenzio,rotto.
Cadendo,sa che non ci sará fondo e,tuttavia,cade.

Soggetto delle mie proprie esperienze col linguaggio non mi appartengo.

Né vivo né morto,sto a mille chilometri verso il centro della terra,perché voglio rompere definitivamente l'equilibrio.

Sono un poeta allo stile dei grandi poeti,cosí che tutto quello che mi toccava fare puó darsi per fatto.

Quando tutto si dimentichi,rimarrá ancora vibrando nella memoria del tempo questa perla:
Cerco dopo avere trovato,la stessa cosa per trasformarla.

La forza che mi attribuiscono non é nessuna forza.E una nuova dimensione del tempo,del denaro,del sesso,della morte.Qualcosa di tutto quello non voglio per me.E se posso non quello,il resto é facile.

Marca di quello che é neanche,ancora,impossibile.

Tutto é domani in me.

Fiori che si illumineranno tra cento anni.

Poemi che saranno vissuti dentro mille.

Ogni veritá é veritá di quello che non é.L'essere é sempre una scommessa.Sempre una fortuna di compromesso di fissione.Un argomento.

Donne che mi ameranno dopo morto.

La poesia ha slegato per sempre al numero di sé stesso.La cifra ha a che vedere con che quello che non muore perdura.

Parola rotta,nota spoglia del suo canto

silenzio che,alla fine,lo dice tutto.

Siamo quella ripetizione che perdurerá.Un piacere,un verso,qualcosa di positivo per la vita.

Ho le mie idee,se la cosa non puó essere per tutti,io preferisco che per lo meno sia per molti.E questo lo penso non solo quando si tratta del pane,ma anche quando quello che si mette in gioco é l'amore oppure,afinché risulti forte quello che dico,la poesia.

Ci sará un ventre che si ripeterá a sé stesso per partorire la cosa nuova,sono quelle ventre,come giá lo dissi una certa volta,non saró l'uomo nuovo bensí solo sua madre.

E voglio oggi cantare a quell'allegria semplice,di sapere che tutto puó essere fatto nuovamente,ancora gli istinti.

E non chi sará Scuola.Ci sará stile ed un stile non trasmette niente,si sviluppa solo.Per tutto quello che condivida suo sviluppo si apre una possibilitá di stile.Quell'apertura é quello che si trsmette.E la trasmissione in questi casi,é autogestitora.

E questo in quanto alla psicanalisi,poiché col la poesia,le cose stanno,ancora,piú oscure.I poeti non essistono e la poesia é libera.

Un poeta é in me,ma tutta una lingua l'ha deciso e,quello,chiaramente,non puó trasmettersi.

Per il Gruppo Zero,interpretare non é un verso,né anche un atto,é tutta una concezione differente dell'umanitá.

Quello che si azzardi a questo scivolo sará Gruppo Zero,il resto,tutto il resto dovrá accontentarsi con essere ammiratore o clienti.

Quando si aprino i ventri,io non prenderó niente.
Tra i rotti corpi confusi e vigili,
tra la poca realtá,la cosa nera,la debole vita,
ammanti del corpo della lettera,diró le mie parole.

Vengo di qui,sono di qui stesso,roccia di solitudine.
Nacqui nel vostro sguardo,nacqui in vostra impudicizia.
Nacqui come una forza impazzita,acqui del desiderio,
per lasciare la mia parola,voce della poesia,in libertá.

Ho,per avere attraversato i confini di quello uomo,
per avermi lasciato cadere nello sguardo della morte,
qualcosa dell'universo,una particella di infinito in mia voce.

Vengo di qui,sono delle tue proprie viscere,quello eco,
allucinato e luminoso del tuo proprio silenzio oscuro,
l'eco,dove il tempo spiana la memoria.


Indio Gris